Nel totale disinteresse dei media tradizionali italiani, si sta concludendo la campagna elettorale in Svezia, uno dei 25 paesi dell'Unione Europea. Si vota domani, domenica 17 settembre. Il governo socialdemocratico in carica spera di recuperare sul filo di lana lo svantaggio che i sondaggi gli attribuiscono: favorita è infatti l'opposizione di centrodestra (48,6 contro 45,9) ma l'allungo non c'è stato e dovrebbe essere un arrivo, per usare un linguaggio sportivo, al fotofinish.
Interessanti analisi e reportage si trovano sulla stampa francese, specie quella più a sinistra. Approfondito dossier del Courrier International che al voto svedese dedica anche la rassegna stampa di alcuni quotidiani europei (Lettonia, Svezia, Repubblica Ceca e Austria): l'articolo principale, "L'ultima battaglia dello Stato assistenziale" sa di ultima spiaggia. Non è così. Il sistema sociale svedese, e quello scandinavo in particolare, ha già subito profonde riforme rispetto al modello degli anni Sessanta e queste riforme hanno permesso a questo sistema di mantenere funzionalità ed efficacia, adattandosi alle necessità di equilibrio finanziario dei tempi nuovi. La Scandinavia offre ottimi argomenti a coloro che sono convinti che lo Stato debba avere comunque un ruolo importante nell'organizzazione sociale e il modello scandinavo riformato è stato a lungo un punto di riferimento per i riformisti di destra e di sinistra, in Germania e in Italia, anche se è poi mancata sempre la capacità operativa.
Di diverso parere sono i liberisti di Tech Central Station, che infatti dedicano al modello svedese un articolo piuttosto critico: la società è ricca e ordinata, sostiene il commentatore Johnny Munkhammar, ma i trend sono tutti negativi, bassa crescita economica, aumento della disoccupazione, deterioramento dei servizi erogati. Per sapere come stanno davvero le cose è sempre utile il Country briefing che l'Economist dedica alla Svezia, arricchito da questo editoriale che sembra già aver deciso il vincitore delle elezioni: "Right ahead". E da questa analisi del modello sociale del paese. La BBC invece si concentra sui cambiamenti demografici e sociali con questo reportage sul boom di immigrazione che ha investito il paese specialmente nell'ultimo decennio e poi ci offre i profili dei due candidati rivali: Goran Persson (socialdemocratici, premier uscente) e Fredrik Reinfeldt (centrodestra).
In lingua italiana è la rivista bruxellese Caffébabel a fornire un panorama positivo dell'intera area scandinava. E in attesa del prossimo numero di Emporion (online il 27 settembre) dedicato alla Scandinavia e alla Svezia post-elettorale, è possibile rileggere questo vecchio numero sull'Europa artica dal quale evidenzio il mio reportage e l'articolo di Gianguido Piani sul riflesso del modello di welfare nelle politiche industriali. Dai blog segnaliamo interventi di Daverik, Magnifiche Sorti e Viva l'Europa. Una rinfrescata di storia e geografia da Wikipedia.
I risultati in tempo reale: Svenska Dagbladet.