Due passi diplomatici nella tarda mattinata di oggi, dopo i disordini orchestrati e amplificati mediaticamente da alcune piazze arabe contro le dichiarazioni di Benedetto XVI nella Lectio Magistralis di Regensburg. Da un lato il Vaticano rilancia una nota del Papa: «Il Santo Padre è vivamente dispiaciuto che alcuni passi del Suo discorso abbiano potuto suonare come offensivi della sensibilità dei credenti musulmani e siano stati interpretati in modo del tutto non corrispondente alle sue intenzioni». Se non è una offerta di scuse, poco ci manca. Dall'altra il ministro degli Esteri turco conferma la visita del Papa a Istanbul per fine novembre, ribadendo la separazione netta tra politica e religione nella sfera pubblica: la Turchia è un paese laico. Chi doveva spargere un po' di balsamo sulle lacerazioni degli ultimi giorni, ha fatto il suo dovere. Staremo a vedere se i fanatici che manovrano le emozioni delle componenti estremiste si placheranno di fronte alla volontà manifesta delle componenti più ragionevoli di non alimentare gli equivoci e lo scontro. Updated: peccato che la stessa misura non l'abbia rispettata il premier Erdogan, evidentemente in pessimi rapporti con il suo stesso ministro degli Esteri: poco prima della nota dalla Santa Sede, Erdogan che passa per essere un musulmano moderato, ha messo in forse la visita di Benedetto XVI a Istanbul chiedendo personalmente al Pontefice le scuse e smentendo decenni di tradizione laica dello Stato turco. Un bel macigno sulla strada dell'Europa.
Come ha sostenuto Carlo Panella sul Foglio di ieri (qui si riprende l'articolo dal suo blog) la Lectio Magistralis del Papa a Regensburg era però, di fatto, un'apertura al dialogo. La reazione scomposta di settori del mondo musulmano dimostra solo una volta di più quanto alto sia lo scontro in atto all'interno dell'Islam e quanto grave, articolata e disperata sia la proposta estremista: che ha da tempo nomi, cognomi e indirizzi noti, anche se ogni tanto se ne aggiunge un altro, il più recente è quello di una Turchia sempre più lontana dall'Europa. C'è un altro Islam che dovrebbe riappropriarsi della voce, degli scritti, delle idee. Da solo non ce la fa, non ce la può fare. E c'è un mondo cristiano che è forse il più adatto ad aiutare questo mondo a ritrovare visibilità. Il soft power dell'Occidente politico è stato solo uno slogan propagandistico: provi il Vaticano a utilizzare i moderni strumenti della comunicazione, degli scambi culturali, delle relazioni reciproche. Qui gli articoli di Avvenire di oggi: la dichiarazione del ministro degli Esteri vaticano Mamberti, gli editoriali di Salil Khamir Salil, Camille Eid, Luigi Geninazzi, Giulio Albanese.
E giacché su questo blog ci piace ogni tanto prender posizione ma anche fornire ai lettori un quadro ampio e vario delle opinioni, ne segnaliamo alcune di orientamento diverso. Tra i blog di Tocqueville, la più interessante e articolata è quella di Jim Momo cui a nostro avviso nuoce solo il fatto di essersi innamorato della figurina da lui stesso creata del papa medievale. A livello dei media internazionali rilanciamo quella del New York Times, molto critica verso il Pontefice ma anche molto superficiale, più legata alla preoccupazione per l'interesse geopolitico Usa all'ingresso della Turchia in Europa: non è da tutti addentrarsi in questioni teologiche.
Interessante anche uno sguardo ai commenti della stampa tedesca, che in genere si divide a seconda della linea editoriale. In difesa del Papa tedesco i giornali di orientamento conservatore come Die Welt e Frankfurter Allgemeine, con il quotidiano di Francoforte che marca l'accento sull'opportunità di tener conto della politica di strumentalizzazione ormai in atto nel mondo islamico da parte delle componenti integraliste. Anche il settimanale labourista Der Spiegel, però, si pone su una linea di difesa di Ratzinger, osservando come le reazioni violente degli estremisti minaccino la libertà di espressione nell'Occidente liberale. Più critica la posizione del quotidiano berlinese Der Tagesspiegel, di orientamento socialdemocratico: l'editoriale di oggi, pur stigmatizzando le violenze anche verbali del mondo arabo, imputa alla lectio del Pontefice «un paio di parole di troppo».
Aggiornamento domenicale. Articolo di fondo dal Corriere di Ernesto Galli della Loggia che ragiona mettendo insieme l'attacco islamico-integralista al Papa e la morte di Oriana Fallaci. A Mogadiscio i fanatici se la sono presa con un'anziana suora di 70 anni che faceva volontariato. E' offensivo sottolineare come a un cattolico, oggi, non sarebbe mai venuto in mente una vigliaccata come questa? Neppure al cattolico più integralista?