"[...] Il partito di Guzzanti, ancora comprensibilmente sotto choc post-elettorale, non ha bisogno di girotondi, ma magari, per la prima volta, di un congresso democratico, libero, non chiamato ad applaudire, ratificare con l'ovazione le scelte del Capo, inchinarsi ai dirigenti che il Capo ha magnanimamente scelto di cooptare con decisione insindacabile. Se per la prima volta si vedesse in un congresso di quel partito un dissenso autentico, se qualcuno cominciasse il suo intervento con un semplice ma fermo «non sono d'accordo con il presidente Berlusconi», altro che scossa, sarebbe una rivoluzione, il segno che in quel regno non si manifesta più un'ecclesia di devoti, ma un'assemblea libera di cittadini appassionati di politica che legittimamente sperano di tornare a vincere. Per Forza Italia una rivoluzione vera. Per tutti gli altri, più semplicemente, la sensazione di una democrazia normale".
Pierluigi Battista, Corriere della Sera, 5 settembre 2006