venerdì, settembre 01, 2006
Merkel über alles (almeno all'estero)
Ci occuperemo presto dello stato della Grosse Koalition tedesca, che non è per nulla brillante come sembrerebbe a sentire le dichiarazioni dei politici italiani (specie di centrodestra) che vedono il modello berlinese come ipotesi auspicabile anche per l'Italia (ma il governo Prodi non pare affatto in bilico e dunque, se fossi un politico di centrodestra, mi occuperei d'altro, ad esempio di centrodestra). Viaggia con difficoltà, insomma, la coabitazione berlinese e le riforme programmate incontrano più opposizione del previsto, sia nella popolazione che fra i politici stessi: nel caso della riforma della sanità, ad esempio, i problemi per la Merkel vengono dai potenti presidenti delle Regioni che appartengono in maggioranza al suo stesso partito. E nonostante gli indubbi risultati positivi che vengono dall'economia (ripresa solida, diminuzione della disoccupazione, rientro nei parametri di Maastricht) i commentatori politici s'interrogano ormai apertamente sulla reale capacità di leadership di Angela Merkel. All'estero, invece, non ci sono dubbi. La Merkel piace, le sue apparizioni sulla scena internazionale sono sempre un successo, anche se sull'impegno nella missione Onu in Libano la linea non è stata molto chiara. L'ultimo riconoscimento viene dalla rivista americana Forbes che la incorona "donna più potente del pianeta". Ha superato anche l'attivissimo segretario di Stato americano Condoleezza Rice, cui devono aver nuociuto le zuccherose telefonate ricevute dalla barca di Massimo D'Alema.