mercoledì, settembre 06, 2006
Francia-Italia
In fondo è solo una partita di calcio. E così, a due mesi dalla notte di Berlino, Francia e Italia si ritrovano di fronte a Parigi per il turno eliminatorio all'Europeo del 2008. Zizou, il colpo di testa, l'insulto di Materazzi, tutto è servito a far da contorno mediatico a una finale tesa e difficile che abbiamo vinto ai rigori. Ora Francia-Italia sembra la madre di tutte le partite e invece non è vero. La Francia, calcisticamente parlando, non è una potenza, la sua forza è molto recente, la storia pallonara non è piena di epiche contrapposizioni tra le due squadre. Fino a un paio di decenni fa a solo sentir parlare di una partita con i transalpini, si tiravano fuori gli sbadigli, certi di morir di noia e di pizzichi. Poi arrivò Platini. Poi arrivò Zidane. E la Francia divenne una squadra temibile e rispettabile. Pure spocchiosa, cosa che dà sempre un certo gusto a metterla sotto. Ma il piacere finisce qui. A rivedere in questi giorni le repliche delle partite mondiali su Sky, ci si emoziona sempre di più a Germania-Italia 0-2, perché quelle sono le vere classiche del calcio mondiale e non c'è montatura mediatica che possa manipolare uno sport che si regge ancora sul sentimento, sulle leggende, sui racconti tramandati. Dunque stasera non sarà una battaglia epica ma una semplice partita di calcio. Se fischieranno l'inno italiano sarà per "rosicamento", come ha detto il nostro nuovo intellettuale di riferimento Gennaro Gattuso (sia detto per inciso, noi italiani invece lo facciamo regolarmente per maleducazione, come accaduto sabato scorso a Napoli contro i poveri lituani: fischiare l'inno della Lituania, vergogna!). Noi, seraficamente, potremo rispondere: poporopopopopo...