giovedì, maggio 03, 2007
Tu chiamale se vuoi, derive
Insomma, alla fine siamo arrivati a Berlino e da cinque giorni vi abbiamo piazzato le tende. Questo blog mantiene sempre un taglio giornalistico, dunque abbiamo preferito qualche giorno di pausa piuttosto che tediare i lettori con le emozioni personali legate, da un lato, al distacco da persone e luoghi cari, dall'altro all'entusiasmo per la nuova avventura. Insomma, si sappia che da oggi, da questo momento, ogni post avrà l'imprinting del made in Germany. In questi giorni, tuttavia, non abbiamo smesso di osservare la realtà italiana attraverso le pagine web dei giornali. E ci è sembrato di aver fatto un viaggio lungo un secolo. Opinionisti (anche un tempo a noi vicini) sembrano ormai aver preso una strada senza ritorno (si chiama deriva) e rischiano di chiudere il dibattito culturale italiano nel retrobottega della storia. Mi fa fatica anche citare nomi e articoli e testate, tanto paiono fuori dal tempo e (se posso permettermi) guidati da interessi strumentali e personali. Eppure, per respirare un po' d'aria sana, qualche volta, basta alzare il naso all'insù. Anche a costo di sembrare un po' snob. Che è sempre meglio che essere ex di tutto, a cinquant'anni.