Brema (una delle tre "città regione" con Amburgo e Berlino) ha votato. E come accade quasi ogni volta che ai sondaggi si sostituiscono gli elettori veri, la Grosse Koalition prende le sberle. L'economia tira, l'ottimismo prevale, i posti di lavoro aumentano. Però gli elettori non premiano i partiti al governo. O almeno, nelle elezioni locali non c'è alcun riflesso positivo. In Germania è molto forte la differenza tra voto locale e voto federale: con le ideologie più friabili, gli elettori prediligono il voto alla persona. Una buona candidatura può risultare decisiva a livello locale. Tuttavia è un fatto che dal giorno delle elezioni per il Bundestag, ogni volta che una regione è andata alle urne, i grandi partiti si sono leccati le ferite e i piccoli hanno trionfato. Anche se all'estero sembrano non accorgersene, l'alleanza tra Cdu e Spd è tutt'altro che solida: molti sono i punti di conflitto, si litiga un giorno sì e l'altro pure, i socialdemocratici soffrono il presenzialismo della Merkel e l'offensiva della nuova sinistra. E' inevitabile che i dati di Brema (dove, appunto, negli ultimi 12 anni ha governato una Grosse Koalition) accentuino nei prossimi giorni i motivi di conflitto.
Dal punto di vista del governo locale, a Brema le novità non saranno sconvolgenti. Nonostante la sconfitta, l'Spd resta di gran lunga il primo partito, mantenendosi forte nella tradizionale roccaforte anseatica (la governa ininterrottamente dal 1946). Ma perde oltre il 5 per cento. Nessun effetto Merkel per la Cdu che perde oltre il 4 per cento. Successo, invece, per il nuovo partito della sinistra, la Linke, che guadagna il 7 per cento ed entra per la prima volta in un parlamento di un Land occidentale. Balzo in avanti per i verdi (3,7 per cento, sono ora al 16,5) e crescono anche i liberali di oltre un punto e mezzo superando la soglia del 5 per cento e quindi entrando in parlamento. Dal punto di vista della maggioranza, tocca dunque all'Spd fare la prima mossa: seguire in parte le indicazioni del voto e svoltare verso un governo rosso-verde o mantenere la Grosse Koalition in riva al Weser, nonostante la sconfitta?
Come avevamo sottolineato nel post di presentazione del voto di Brema, il dato più interessante riguarda il confronto a sinistra fra i socialdemocratici in crisi di leadership, di ruolo e di programma e la Linke, la nuova formazione politica che unisce i dissidenti della sinistra socialdemocratica di Oskar Lafontaine e i postcomunisti di Gregor Gysi. Questa formazione ha già dato buona prova elettorale di sé nelle ultime elezioni legislative. E dopo alcuni mesi di incomprensioni e dibattiti interni, i due partiti hanno deciso in due congressi contemporanei (e nella stessa sede) di sciogliersi per dar vita non più a un cartello elettorale ma a un partito vero e proprio. Obiettivo: fare concorrenza all'Spd, contestandone la deriva centrista e creare una sinistra nuova, moderna, socialista. L'ottimo risultato ottenuto a Brema, in un'elezione all'Ovest, apre scenari inediti, finora, nella politica tedesca. E nell'Spd (che peraltro vede erodere anche il consenso giovanile e borghese a favore dei verdi). Dietro le quinte di un partito inquieto, spunta la figura del sindaco di Berlino, Klaus Wowereit, che non a caso regge un governo Spd-Linke (ma ne riparleremo più approfonditamente).
A qualcuno (dalle parti del costituendo partito democratico) potrebbero fischiare le orecchie. Fatta la tara (situazione tedesca, voto locale, eccetera eccetera) non andrebbe sottovalutato il vuoto che si apre a sinistra nel momento in cui si abbandona (perché non la si sa rinnovare o non la si conosce) una tradizione come quella del socialismo. Musica, invece, per le orecchie dei vari Mussi e Angius e di tutti coloro che sono all'opera per realizzare, a sinistra, un'iniziativa che richiama quella di Lafontaine e Gysi.
(post aggiornato con le ultime reazioni politiche del 14/5/07)