(ANSA) - MOSCA, 30 GIU - Tra Eni e Gazprom si sta negoziando un accordo di "nuova generazione" che avrà un grande "valore strategico". Lo ha detto il ministro degli Esteri D'Alema al termine di un colloquio con il collega russo Lavrov.
Dopo esser stati gelosi dei rapporti del Cav con il danaroso bel mondo russo, adesso D'Alema e i suoi ci si buttano a pesce e con profitto. Gazprom è meglio di una coop, meglio di Unipol... vedrete, dategli tempo, e questi ingaggeranno anche Apicella per le serate in riva al mare. Intanto, da Irkutsk, Julia Yazovskaya ci racconta la storia della lotta fra la pipeline pacifico-siberiana e il lago Baikal: una straordinaria battaglia fra geopolitica ed ecologia nel cuore del Far East.
venerdì, giugno 30, 2006
Banderuole
Berlusconi s'è ricordato di far politica e ha tirato fuori una mozione sull'Afghanistan per sparigliare il giochetto tra D'Alema e Casini. Era ora. La banderuola di Casini s'è mossa alla prima bava di vento: ora si dice d'accordo con Berlusconi. Deve esserci molta consapevolezza dei propri mezzi nel formicaio di Casini e Follini: certo, il populismo berlusconiano mostra ormai la corda. Ma se il futuro dei conservatori è quello che ci offre il duo-monnezza dell'Udc, meglio chiudere baracca, prendere un paio di biglietti, e andare là dove ci porta il cuore.
Nonsolocalcio/2. Il barocco dei Papi
Seconda mostra, sempre nel Martin Gropius Bau: "Il barocco in Vaticano. Arte e cultura nella Roma dei Papi". Ora, ovvio che se uno vive a Roma, fa prima a fare un salto negli straordinari musei vaticani. Se però non vive a Roma, o a Roma ci lavora e in Vaticano ci va per le messe o per gli Angelus di Papa Ratzinger, allora un salto al primo piano del Gropius Bau è cosa buona e giusta. Anche perché i quadri barocchi dei Papi sono più o meno belli, ma i disegni, gli schizzi, le bozze architettoniche e, infine, i filmati (il museo è multimediale, siamo sempre in Germania) sulla storia della costruzione della basilica e di piazza San Pietro sono straordinari. Sono circa 300 le opere d'arte esposte, alcune di esse messe a disposizione per la prima volta. La mostra è itinerante: a Berlino è giunta dopo il grande successo di Bonn.
Nonsolocalcio/1. Tesori egizi
Se capitate a Berlino e il Mondiale di calcio vi concede una pausa, approfittate dell'offerta: due mostre con un biglietto (il "combi" costa solo 14 euro). Il luogo è il Martin Gropius Bau, a due passi dalla commercialissima Potsdamer Platz, uno splendido palazzo un tempo lambito dal muro di Berlino, da sempre centro delle esposizioni più belle che arrivano in città. In questi giorni l'occasione è ghiotta. La prima riguarda la mostra "I tesori sommersi dell'Egitto", una serie di pezzi straordinari recuperati dai fondali antistanti al porto di Alessandria d'Egitto. Una mostra in collaborazione con il ministero della cultura del Cairo. Se poi vi avanza del tempo, non perdete il ritorno "pubblico" della Nefertite all'Ägyptisches Museum und Papyrussammlung, al Museuminsel.
giovedì, giugno 29, 2006
In lettura: Daniel Kehlmann
E' uno scrittore bipartisan, premiato dalla conservatrice Konrad Adenauer Stiftung come scrittore tedesco dell'anno e portato in visita ufficiale in Sud America dal ministro socialdemocratico degli Esteri. Daniel Kehlmann ha solo trentuno anni e in Germania è già considerato un grande scrittore. Il suo ultimo libro, "La misura del mondo" (quello che lo ha lanciato nell'Olimpo dei romanzieri) è stato appena tradotto in italiano da Feltrinelli. Noi lo stiamo divorando e ve lo consigliamo. Così lo presenta Internet Bookshop: "Immaginate che due dei più grandi scienziati del passato, Alexander von Humboldt e Carl Friederich Gauss, si incontrino in un giorno di settembre del 1828 a Berlino e che per alcuni giorni le loro vite di geni ormai attempati, ma con tutte le loro debolezze e aspirazioni, timori e goffaggini, glorie e insuccessi, si intreccino sullo sfondo del caos politico e sociale della Germania postnapoleonica. E' quello che ha fatto lo scrittore tedesco Daniel Kehlmann, autore di questo romanzo che si potrebbe definire d’avventura filosofico scientifica e che coniuga sapientemente e con grande ironia, storia e invenzione narrativa. L’incontro è lo spunto per raccontare le vite e le imprese di due luminari che hanno inaugurato la scienza moderna in un raffinato gioco di fatti e finzioni, che ne evidenzi la personalità e l’umanità oltre ai meriti scientifici". Buona lettura.
Italia-Ucraina
Diciamola tutta, quella rivoluzione arancione era una sola, la Julia Timoschenko non ce la racconta tanto giusta e pure quello "Scheschenko lì" segnava solo grazie al favore degli arbitri. Insomma, per l'Ucraina oggi non è aria: in fondo è sempre stata un pezzo di Unione Sovietica.
Il tallone di Achilles
Quando si parla di calcio, inutile andare troppo per il sottile: lo scivolone è sempre in agguato. Se poi si è dei neofiti, impegnati a inseguire un paese impazzito per il suo Mondiale, allora quello scivolone è garantito. E così, se lo Spiegel si mette a fare la Bild, la frittata è certa. Sfuggita alle briglie, la penna imbizzarrita di Achim Achilles - il fantasioso columnist del settimanale - si è avviluppata in un articolo pieno di luoghi comuni, che al confronto le scemenze pronunciate tre anni fa dal sottosegretario italiano Stefano Stefani sui turisti tedeschi a Rimini erano acqua fresca. Tutta colpa di Achim, dunque, e lo Spiegel fa ammenda pubblica, in due lingue. E tuttavia, noi abbiamo trovato alla Germania il tallone di Achilles: sono convinti di aver già vinto. Dicono: se lo abbiamo organizzato così bene, questo Mondiale, avremo previsto anche la vittoria finale, no? Gli argentini che incontro per strada in queste ore a Berlino, però, la pensano diversamente: e hanno in serbo uno scherzo, o una mano de Dios.
Afghanistan (in brodetto italiano)
Votando con Prodi l'Udc esce dalla coalizione di centrodestra, e probabilmente è un bene. Casini, il migliore dei suoi, è certamente un politico sopravvalutato, o meglio valutato solo in forza del sostegno mediatico-cementoso dei suoi nuovi familiari. Ora, però, sarebbe bene ritrovare il centrodestra. Perché anche gli altri, non è che stanno tanto bene.
martedì, giugno 27, 2006
Assi
Dalla Germania nuove sollecitazioni a un asse con l'Italia di Prodi. In nome dell'Europa unita e della fratellanza sportiva. Deve essere la strada giusta per la nostra politica estera.
lunedì, giugno 26, 2006
Fra le prime otto del mondo
Il rigore l'abbiamo rubacchiato, per dirla tutta. L'Italia dei furbetti approda ai quarti con un rigore all'ultimo secondo. Ma l'espulsione di Materazzi era esagerata e abbiamo giocato in dieci per mezzo tempo. Squadra tosta, non bella, un po' truffaldina. Ma si fa festa e si fila ai quarti. Siamo tra le otto migliori squadre del mondo. Il resto, si vedrà. Noi da domani siamo a Berlino. Ci tuffiamo nel carnevale mundial.
Referendum, vincono gli Scalfari
Vince nettamente il no al referendum sulla riforma federalista. Le ultime proiezioni danno i contrari al 61 per cento circa. I favorevoli si fermano al 39. La vittoria dei reazionari guidati dal duo Scalfaro-Scalfari è ottima e abbondante. Interessante il dato disaggregato per aree geografiche. Ha votato il 53 per cento, un'affluenza di rilievo per una consultazione referendaria a fine giugno. Al Nord vince il sì con il 51 per cento circa, al Centro il no con il 67, al Sud il no con il 73 per cento. Non c'è dubbio che vi sia un problema per il Nord nel nostro paese. Ognuno la vede a modo suo: qui si è convinti che non si tratti tanto di una questione settentrionale, quanto di una questione centro-meridionale per l'Italia. Ma questo è un discorso geopolitico più che ideologico. Per il momento, una contrapposizione politica fra destra e sinistra ha bloccato l'avvio di una riforma federalista per il nostro paese. Gli Scalfari e questo centrosinistra chiudono il ciclo post-tangentopoli ricollegandosi con il clima immobile della fine della prima repubblica. La "rivoluzione" è finita, andate in pace.
UPDATED. Risultati aggiornati rafforzano ulteriormente la vittoria del no, che prevale anche nel Nord che così si affianca alle altre due parti del paese con il 53 per cento di voti contrari. Il sì sta finora prevalendo solo in 2 regioni ed in 23 province del Nord. Le regioni sono Lombardia e Veneto. Le province sono: Biella, Novara, Cuneo, Vercelli, Verbania Cusio Ossola, Monza, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Pavia, Sondrio, Varese, Lecco, Lodi, Belluno, Padova, Treviso, Verona, Vicenza, Udine, Pordenone, Imperia. Il dato, ovviamente, rimette in discussione l'analisi "geopolitica" del voto espressa qui sopra.
UPDATED. Risultati aggiornati rafforzano ulteriormente la vittoria del no, che prevale anche nel Nord che così si affianca alle altre due parti del paese con il 53 per cento di voti contrari. Il sì sta finora prevalendo solo in 2 regioni ed in 23 province del Nord. Le regioni sono Lombardia e Veneto. Le province sono: Biella, Novara, Cuneo, Vercelli, Verbania Cusio Ossola, Monza, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Pavia, Sondrio, Varese, Lecco, Lodi, Belluno, Padova, Treviso, Verona, Vicenza, Udine, Pordenone, Imperia. Il dato, ovviamente, rimette in discussione l'analisi "geopolitica" del voto espressa qui sopra.
Si scrive TPS si pronuncia RR
Un mio amico che di politica ne capisce parecchio ha previsto per Tommaso Padoa Schioppa la stessa fine che fece Renato Ruggiero nel governo precedente. Qui sono cominciate le prove di logoramento.
domenica, giugno 25, 2006
Mucche pazze teutoniche
Di male in peggio. La follia del tifo ha ormai contagiato tutta la Germania, dando il via a una sorta di emulazione contagiosa e, temo, pericolosissima. Gli intellettuali sono fuori gioco, ormai non provano neppure più a stigmatizzare la ventata di gioioso nazionalismo che investe il paese pallonaro e anzi la raccontano con esplicita simpatia: finalmente ora possiamo sventolare i nostri vessilli senza più complessi di colpa. Di più. Al bando gli stereotipi del popolo grigio e triste: da una piazza all'altra del paese impazza il carnevale del Mondiale e quasi quasi vale la pena di andare lì anche solo per partecipare a questa festa continua, alcolica e spensierata, questa Bewegung che è una sorta di movida in salsa tedesca che sorprende solo chi i tedeschi non li frequenta da un pezzo. Tanto più che di biglietti, ormai, neppure l'ombra. Via il ricordo dei panzer, dentro i siluri di Podolsky o le craniate di Klose, i gemelli del gol prestati dai vicini polacchi ai "bianchi" di Germania. Qualcuno esagera, ovvio, con il virus che si estende di partita in partita, di vittoria in vittoria. Dopo le case adesso tocca alle mucche, pazze sì ma di nero-rosso-oro (un ringraziamento a GermanyNews per la foto, con un in bocca al lupo per la sua maturità). Chissà cosa diranno gli ecologisti, che in Germania sono una forza. E chissà cosa troveremo noi quando, fra due giorni, raggiungeremo Berlino. Il 30 giugno si preannuncia un quarto di finale di fuoco all'Olympiastadion, Germania-Argentina, un classico che sa già di finale. Se avremo tempo, vi racconteremo volentieri il contorno (in gergo si chiama colore).
Moralizzatori
Non me ne vogliano gli amici interisti di Tocqueville, io non ce l'ho con loro. L'Inter mi stava anche simpatica prima di cadere nella spirale morattiana del vittimismo e in quella terzomondista di Emergency e del Subcomandante. Ora Moratti, eccitato dal clima di Tangentopoli che rivive nelle forme di Francesco Saverio Borrelli e nel motto "retrocedere, retrocedere, retrocedere", s'è lasciato scappare in un'intervista la trovata degli scudetti degli onesti, rimasticazione calcistica del partito degli onesti di giorgiolamalfiana memoria. Tanto figo, quel partito, che poi Giorgiolamalfa ha dovuto trovare riparo nell'ecumenismo di Berlusconi per tutto quello che sapeva di prima repubblica. Bene, la squadra degli onesti (che presumo sia l'Inter) ha un programma ben chiaro: gli scudetti eventualmente tolti alla Juventus non vanno annullati e non attribuiti, ma riassegnati scalando i colpevoli fino a trovare gli onesti. Manco a Di Pietro sarebbe venuta in mente una cosa del genere. Risultato: due scudetti all'Inter, che solo qualche giorno fa dichiarava per bocca di dirigenti e giocatori di voler vincere i titoli solo sul campo. E Moratti come chiude l'intervista? "Penso che lo scudetto tocchi alla prima squadra che resta dopo aver tolto dalla classifica chi non si è comportato correttamente. Se tocca alla terza o alla quinta, non importa. Il fatto che negli ultimi due campionati l'Inter sia arrivata terza è solo una combinazione". Presidente, ma ci faccia il piacere!
Referendum, un sì contro le mummie
Abbattuti dai trentadue gradi afosi di oggi, ci siamo recati al seggio elettorale con rassegnata passione civica: un sì un po' svogliato. Più che altro la speranza che adesso ci lascino in pace con voti e campagne elettorali o referendarie e con tribune politiche sempre più spente, sempre più parodia di una classe dirigente che si dispone a fare ogni volta l'esatto contrario di quello che promette. Poi abbiamo acquistato la nostra solita mazzetta dei giornali, arricchita la domenica dei quotidiani del nuovo regime, per sapere meglio che aria tira. E ci siamo imbattuti nell'editorialessa di Eugenio Scalfari, che potete leggere anche on line qui (nel link quelli di Rep lo chiamano "commentone", minchia, manco Bondi col Berlusca).
Nel primo capoverso, il Fondatore riassume in sei punti la summa del no elaborata da Lui Medesimo e da una ristretta compagnia di reazionari doc (Zagrebelsky, Scoppola, Manzella) tutti autorevoli amici di Lui Medesimo, che in prima persona si pronuncia Io. Lui e gli amici di Io descrivono in sei punti il Manifesto della Restaurazione Continua. Ed è tutto quello contro cui abbiamo lottato dal 1992 in poi. Sì, intendo proprio dal 1992, da quando cioè Tangentopoli (che si sarebbe poi dimostrata più semplicemente una rivoluzione tradita e radiocomandata) sembrava aver aperto qualche speranza di cambiamento (ah, che errore di valutazione!). Mai così esplicita, sino ad oggi, era stata la posizione dei "signorno". Scalfari e i suoi vecchietti bocciano la riforma semplicemente perché bocciano qualsiasi possibile cambiamento. Vogliono mummificare il paese e le istituzioni per mummificare anche il suo futuro, il nostro futuro. L'Italia del dopoguerra, per sempre, finché morte non sopraggiunga. Per questo abbiamo perso la svogliatezza e, nonostante l'afa, vi invitiamo ad andare al seggio e votare sì.
Nel primo capoverso, il Fondatore riassume in sei punti la summa del no elaborata da Lui Medesimo e da una ristretta compagnia di reazionari doc (Zagrebelsky, Scoppola, Manzella) tutti autorevoli amici di Lui Medesimo, che in prima persona si pronuncia Io. Lui e gli amici di Io descrivono in sei punti il Manifesto della Restaurazione Continua. Ed è tutto quello contro cui abbiamo lottato dal 1992 in poi. Sì, intendo proprio dal 1992, da quando cioè Tangentopoli (che si sarebbe poi dimostrata più semplicemente una rivoluzione tradita e radiocomandata) sembrava aver aperto qualche speranza di cambiamento (ah, che errore di valutazione!). Mai così esplicita, sino ad oggi, era stata la posizione dei "signorno". Scalfari e i suoi vecchietti bocciano la riforma semplicemente perché bocciano qualsiasi possibile cambiamento. Vogliono mummificare il paese e le istituzioni per mummificare anche il suo futuro, il nostro futuro. L'Italia del dopoguerra, per sempre, finché morte non sopraggiunga. Per questo abbiamo perso la svogliatezza e, nonostante l'afa, vi invitiamo ad andare al seggio e votare sì.
venerdì, giugno 23, 2006
La Terra dei cachi
Inciucio sì, inciucio no... tutti dal Riformista (anche Gianniletta a braccetto col Capezza).
Reporter svedese ucciso a Mogadiscio
Lavorava per la televisione britannica «Channel Four» il cameramen svedese ucciso a Mogadiscio, in Somalia, da un colpo di arma da fuoco. Martin Adler, che stava assistendo a una manifestazione organizzata dalle Corti islamiche, è stato freddato da sconosciuti che gli hanno sparato a distanza ravvicinata prima di sparire confondendosi nella folla. Qui il seguito della notizia e le foto dell'assassinio.
Referendum, SI vota SI'/2
La opinione di molti osservatori politici è che la tanto evocata riforma federalista dello Stato sia giunta al giorno del giudizio elettorale svuotata d’interesse, negletta persino dalla famiglia politica che l’ha sostenuta e votata in Parlamento. In verità sul sostegno strenuo di molti padri la legge non ha mai potuto far conto: l’iter parlamentare, infatti, si è svolto fra pause e spintoni, con la Lega minacciosa a rivendicare il valore essenziale della riforma e gli alleati, tiepidi, impegnati ad azionare il freno su alcune norme e preoccupati soprattutto di salvaguardare governo e maggioranza dal “risentimento padano”. L’opposizione ha di fatto rinunziato a partecipare al dibattito, limitandosi ad una propaganda terroristica fondata sul principio della difesa dell’unità nazionale.
Acquisiti i risultati di due competizioni elettorali, ora gli oppositori della riforma hanno il morale alto ed i sostenitori battono la fiacca. Conclusione: l’argomento più evocato degli ultimi quindici anni, lo scoglio sul quale è naufragata la prima repubblica, la grande speranza di rinnovare le istituzioni e di rigenerare la politica, insomma quella che ai primi anni Novanta si rappresentava come l’aspirazione più forte degli italiani potrà evitare la figuraccia della inutilità del passaggio elettorale solo perché per questo tipo di referendum non è prescritto il quorum... [è il Senior e continua su Ideazione.com].
Acquisiti i risultati di due competizioni elettorali, ora gli oppositori della riforma hanno il morale alto ed i sostenitori battono la fiacca. Conclusione: l’argomento più evocato degli ultimi quindici anni, lo scoglio sul quale è naufragata la prima repubblica, la grande speranza di rinnovare le istituzioni e di rigenerare la politica, insomma quella che ai primi anni Novanta si rappresentava come l’aspirazione più forte degli italiani potrà evitare la figuraccia della inutilità del passaggio elettorale solo perché per questo tipo di referendum non è prescritto il quorum... [è il Senior e continua su Ideazione.com].
Contro il rigassificatore a Brindisi
Molti i motivi del NO al rigassificatore nel mezzo del porto di Brindisi, tra cui anche questo.
Stante di cui
AVVISO
Scusandoci per il disagio, non si assicura il regolare funzionamento degli uffici stante impegni del personale di cui alle operazioni elettorali.
(Cartello esposto oggi di fronte all'ufficio dell'Anagrafe di Roma letto con i miei occhi e da me medesimo riportato di cui lo pubblico).
Scusandoci per il disagio, non si assicura il regolare funzionamento degli uffici stante impegni del personale di cui alle operazioni elettorali.
La Direzione
(Cartello esposto oggi di fronte all'ufficio dell'Anagrafe di Roma letto con i miei occhi e da me medesimo riportato di cui lo pubblico).
Oliva mondiale
Ogni tanto ci chiediamo quanto il professor Fisichella si trovi a suo agio nel ruolo della piccola oliva del grande ulivo mondiale.
Senatore avvisato, mezzo salvato
Siccome il colabrodo unionista rischia di essere salvato dal colabrodo cidiellista, noi firmiamo questo appello di Krillix (che non guida una commissione parlamentare) e siamo pronti a pubblicare le liste dei senatori cdl che diserteranno le prossime votazioni in aula. Bisogna solo organizzarsi per recuperare i presenti e gli assenti. Poi fuoco e fiamme. Ammesso che questi senatori (mirabilmente scelti dalle impotenti segreterie partitiche grazie alla legge porcata) siano qualcosa più che ologrammi.
Attività produttive: le firme
Quelle poche volte che non s'incrocia l'intervista a Luciano Violante, Radio Radicale ci insegue con l'ultima, mirabolante iniziativa di Daniele Capezzone, da poco insediato alla guida della commissione Attività Produttive della Camera. Un appello giavazziano con una lista di adesioni (per ora un migliaio, neppure tanto). Il punto non è il numero esiguo di firmatari e neppure il contenuto dell'appello, per molti versi condivisibile. Il punto è che per fare un appello e raccogliere le firme non c'è bisogno di insediarsi alla guida di una commissione parlamentare. Lì bisogna fare. Agire. Produrre. Assieme alla maggioranza alla quale ci si è legati e della quale, evidentemente, si condividono le linee guida. Fatti non parole. Altrimenti è tutta fuffa.
ps. Tra gli aderenti all'appello: Follini, Tabacci, Messa...
ps. Tra gli aderenti all'appello: Follini, Tabacci, Messa...
Romanisti
Ci dovrebbero spiegare, mentre gli altri se ne vanno mesti mesti in serie B grazie alle acrobazie di un vecchietto che di calcio non ne capisce nulla, cosa ci fanno loro in serie A con quella serie di calciatori bolliti coi quali hanno infestato la nostra Nazionale. De Rossi, Totti, Perrotta... per fortuna che ogni tanto entra in campo Pippo Inzaghi.
giovedì, giugno 22, 2006
Uno scioglilingua: andiamo a Kaiserslautern
Si va a Kaiserslautern per l'ottavo di finale: si gioca lunedì 26, alle 17. Iniziate a familiarizzare con il nome della città. Per la prima fase, primi nel nostro girone, 7 punti e due gol rifilati ai cechi. A memoria, poche volte ci era capitato di non passare per il rotto della cuffia con 4 punti stentati o corrompendo i poveri camerunensi.
mercoledì, giugno 21, 2006
Tocquevillers dopo Sestri
Non me ne vogliano gli altri, ma mi trovo in sintonia con tre post tra i tanti che ho letto sul convegno di Sestri. Enzo Reale per il taglio dato alla discussione sul futuro (e se riuscissimo a goderci anche il presente per quello che ci offre, sarebbe già una gran cosa, quel che verrà, verrà: Enzo centra perfettamente il mio stato d'animo). Cuore Ribelle per la questione dei circoli/cenacoli (che poi al massimo potrebbero essere di Tocqueville, certamente non di Ideazione: ma anche qui siamo molto scettici). Wind Rose Hotel per l'analisi sul deficit di cultura politica: ma appunto il problema è epocale per l'Italia politica e io non credo che un aggregatore di blog debba caricarsi di troppi problemi e di speranze eccessive. E' solo uno strumento che, accanto ad altri, può aiutare un ambiente culturale e umano a crescere. L'impressione che ho dopo Sestri, è semmai che questo Tocqueville stia diventando maturo per camminare con le proprie gambe, prendersi le proprie autonomie e anche le proprie responsabilità pure rispetto a Ideazione che l'ha fatto nascere. E' un'impressione positiva e spero che maturi ancora. Ma aspettiamo di leggere le considerazioni di Andrea: siamo tutti molto curiosi.
Solstizi e sole di mezzanotte
A Stonehenge c'è folla fin dalla notte scorsa. Migliaia di persone si sono radunate sotto i megaliti per celebrare il solstizio d'estate: un party lungo l'intera giornata. Oggi è il 21 giugno, l'inizio dell'estate, il giorno più lungo dell'anno. Quello in cui raggiunge il suo culmine il sole di mezzanotte, che nel periodo tra la primavera e l'estate splende su tutta la calotta artica, regalando luce per 24 ore ininterrotte. Uno spettacolo affascinante, facilmente osservabile con un viaggio nel nord della Scandinavia. Un'esperienza straordinaria al pari di quella di un solstizio trascorso a Stonehenge.
Cosa resterà di An?
Per quanto riguarda la politica culturale applicata alla Rai, credo poco e niente. Ne parla Aldo Grasso sul Corriere, facendo il paragone tra la stagione di nani e ballerine di craxiana memoria e quella odierna. Un paragone improponibile, tutto sbilanciato a favore della stagione craxiana. E noi che non siamo socialisti, la pensiamo come Grasso. Il fallimento del progetto culturale della destra è tutto nella miseria televisiva di questa stagione Rai targata (in gran parte) An. Nel Polo resta solo l'ormai vecchio modello commerciale anni Ottanta di Berlusconi. Un po' poco per il nuovo secolo dei canali tematici satellitari, delle specializzazioni, dell'informazione 24 ore su 24. E questo a prescindere da intercettazioni o altre storie.
Non vorrei poi sembrare qualunquista: ma anche a sinistra la tv è morta. Rai Tre aveva rappresentato nel suo kabulismo militante almeno qualcosa di sinistramente nuovo: comunismo televisivo, modello Tirana con qualche spiffero passato attraverso le crepe del Muro di Berlino. Il curzismo come collettivismo all'amatriciana, una continua festa dell'Unità a Caracalla con in più la diretta televisiva. Poca roba, certo, ma almeno qualcosa, con in più qualche buona eccezione targata Angelo Guglielmi. Oggi si replica con i cloni, se Ballarò è il più bel fico del bigoncio. E quando è toccato a loro, ci hanno addormentato con Siciliano o imbarbarito con Zaccaria. Che tutte le Rai s'è portato via. Adieu, il futuro è altrove. Magari, finalmente, lontano dalla politica. Ma ci credo poco, almeno in Italia.
Non vorrei poi sembrare qualunquista: ma anche a sinistra la tv è morta. Rai Tre aveva rappresentato nel suo kabulismo militante almeno qualcosa di sinistramente nuovo: comunismo televisivo, modello Tirana con qualche spiffero passato attraverso le crepe del Muro di Berlino. Il curzismo come collettivismo all'amatriciana, una continua festa dell'Unità a Caracalla con in più la diretta televisiva. Poca roba, certo, ma almeno qualcosa, con in più qualche buona eccezione targata Angelo Guglielmi. Oggi si replica con i cloni, se Ballarò è il più bel fico del bigoncio. E quando è toccato a loro, ci hanno addormentato con Siciliano o imbarbarito con Zaccaria. Che tutte le Rai s'è portato via. Adieu, il futuro è altrove. Magari, finalmente, lontano dalla politica. Ma ci credo poco, almeno in Italia.
Google Cina censura una parola ogni dieci
Ci si è messo di mezzo un tipo cocciuto come solo un tedesco sa essere. E s'è preso la briga di contare la percentuale di parole censurate dal sito Google cinese: una su dieci. Niente male. I risultati li ha riportati sul suo blog (in inglese la lista completa delle parole senza ricerca). In italiano ne parla oggi Repubblica. Su Cina e Dintorni la censura di Google Cina è monitorata da tempo. Sullo stesso argomento, invece, Liberali per Israele ci racconta le difficoltà in cui operano due motori di ricerca cinese - Sina e Sohu - che non riescono a mantenere gli standard di censura imposti dal governo.
martedì, giugno 20, 2006
lunedì, giugno 19, 2006
Ritorna la via della Seta
Vorrà forse dire qualcosa il fatto che, proprio pochi giorni fa, sia giunta la notizia della riapertura del passo Nathula, l’unico confine naturale fra India e Cina, chiuso dal 1962. E’ uno dei passaggi che resero famosa la Via della Seta, l’arteria simbolo di scambi e commerci, lungo la quale sono transitati per secoli merci e mercanti, spezie e uomini, carri e lama. Ogni sorta di sistema di trasporto ha segnato un momento nella storia del commercio mondiale lungo questo asse storico. E storica è dunque la decisione di riaprirlo e di rimettere in moto una relazione sull’onda di una straordinaria crescita economica: India e Cina, 3 miliardi di nuovi capitalisti si affacciano sulla scena del mondo. Con tutto quello che ne consegue, per l’economia, per la società, per la democrazia e dei diritti. Emergenze queste ultime di cui ci parla ogni giorno il blog Cina e dintorni.
Le intercettazioni di Alleanza Nazionale
Chi ha ridotto Alleanza Nazionale a questa cosa qui? Quale sarà, alla fine, il bilancio di quindici anni di transizione dal post-fascismo alla destra moderna? Sarà un bilancio politico? Su quali basi la destra potrà rappresentare una solida forza per il centrodestra che verrà? Di chi è la colpa? Ne discuteranno? Prevarrà la difesa di parte? Lo scempio delle intercettazioni spiattellate sui quotidiani è il contorno sudicio di una politica sudicia. Sia detto senza moralismo. A quelli che facevano i moralisti. Ora chissà: ci sarà una generazione nuova in An? E, soprattutto, saprà essere diversa?
venerdì, giugno 16, 2006
giovedì, giugno 15, 2006
Ritiro all'olandese: la submission di Prodi
Basta
Basta, smettetela. Magari, invece, andate al Senato a votare. Alla prima votazione sul caso-Mussi, assenteismo a gogò negli scranni del centrodestra. Poi non lamentatevi se l'Unione regge sul voto dei senatori a vita. Se foste stati tutti in aula, se aveste semplicemente fatto il vostro dovere, il dovere per il quale vi abbiamo votato e vi paghiamo con le tasse, allora l'Unione sarebbe andata in minoranza. Allora, o andate a votare, o la smettete di menarcela con questa storia del recount. O magari, fatele tutte e due 'ste cose.
mercoledì, giugno 14, 2006
Walking Class
Da oggi, Walking Class viaggerà nel mondo della blogosfera senza i commenti. Da alcune settimane, non ero in grado di seguire con la costanza necessaria le tante sollecitazioni che venivano dai lettori di questo blog. E siccome le cose che non riesco a far bene preferisco abbandonarle, meglio chiudere. Il blog sarà dunque una collezione di opinioni, reportage, foto, pensieri, sfoghi del titolare. Quello che era all'origine. Non darà più luogo a discussioni sui temi trattati. Da un lato mi dispiace, ovvio. Con molti dei commentatori, anche con quelli critici, si era stabilito un rapporto quasi fraterno. Vi ringrazio tutti, di cuore, per aver speso il vostro tempo a dialogare con me: in molti casi mi è servito per affinare idee, correggere opinioni, a volte rafforzarle. Sempre mi è stato utile per avere il polso della situazione e il gradimento o meno dei miei lettori. Non mi era mai capitato di avere un sito quotidiano che superasse, in molti giorni, il migliaio di lettori. Credo che questa decisione diminuirà il traffico dei visitatori: pazienza. A volte i post venivano interpretati come prese di posizione ufficiali riguardo all'aggregatore TocqueVille. Altre volte, il ruolo di direttore di una rivista come Ideazione creava equivoci. Walking Class, per quanto mi riguarda, è soprattutto il mezzo attraverso il quale prendere gli argomenti del giorno in maniera più diretta e meno paludata di quanto non accada con una rivista in qualche modo più istituzionale come Ideazione. E anche con TocqueVille.
I commenti, con la passione che ci si mette, amplificano i fraintendimenti. E francamente, l'ultima cosa che mi interessa, è quella di litigare con amici sui frantendimenti. Oggi è stato un giorno di quelli: Walking Class è tornato a viaggiare verso quota mille perché una polemica scappata di mano attirava visitatori come mosche: è il tipo di pubblicità che non mi interessa. Torniamo dunque all'origine. Non potendo essere quotidianamente sul blog per spiegare, discutere, smussare, contrattaccare, preferisco limitarmi ai post. Parleremo ancora di politica. Ma torneremo a interessarci di viaggi, calcio mondiale, reportage, paesi vicini e lontani, cose che ci appassionano e allo studio delle quali dedichiamo il poco tempo libero a disposizione: il blog vuol essere soprattutto questo.
I commenti, con la passione che ci si mette, amplificano i fraintendimenti. E francamente, l'ultima cosa che mi interessa, è quella di litigare con amici sui frantendimenti. Oggi è stato un giorno di quelli: Walking Class è tornato a viaggiare verso quota mille perché una polemica scappata di mano attirava visitatori come mosche: è il tipo di pubblicità che non mi interessa. Torniamo dunque all'origine. Non potendo essere quotidianamente sul blog per spiegare, discutere, smussare, contrattaccare, preferisco limitarmi ai post. Parleremo ancora di politica. Ma torneremo a interessarci di viaggi, calcio mondiale, reportage, paesi vicini e lontani, cose che ci appassionano e allo studio delle quali dedichiamo il poco tempo libero a disposizione: il blog vuol essere soprattutto questo.
S'è sparsa la voce
Ormai è una mania: s'è sparsa la voce (e la foto) e sono tutti impazziti a dipingere la propria casa. E i fotografi sono ormai partiti alla ricerca delle case-bandiere in tutta la Germania. Ci vanno col sole e con la pioggia, col vento e con la bonaccia. Allora, se lo sapete dove abitano, perché non li arrestate tutti sti matti dei condomini-bandiera?
Quattro righe di rettifica
La strage in spiaggia che ha spazzato via una famiglia palestinese era dunque opera di Hamas? Ne parla il Corriere della Sera, citando fonti investigative israeliane (ma ai complottisti di quarta serie le fonti israeliane puzzano lontano cento miglia mentre quelle di Hamas sono profumate come la lavanda). Il probblema è che Repubblica non ne parla e la rettifica, sulla stampa europea, si restringe al massimo a quattro righe in cronaca. Quando la notizia era quell'altra, non si sono sprecate le aperture. Così si costruiscono le teorie del complotto: notizie false e rettifiche da leggere con la lente d'ingrandimento.
Un SI' al referendum per il federalismo
Da Radioradicale, intervista a Renato Brunetta sulle ragioni del sì al referendum sulla riforma federalista (con un piccolo spot su un libro che vi inviatiamo a comprare e a leggere). A noi, più che mandare a casa Prodi, in questo momento interessa vincere il referendum e sconfiggere la vocazione conservatrice e anti-riformista di questo centrosinistra balordamente sbilanciato sulle estreme.
martedì, giugno 13, 2006
Da più di un quarto di secolo
"Seguo il calcio da più di un quarto di secolo, e solo poche stagioni hanno una vita, un cuore e una personalità propri. Naturalinente l’anno della doppietta dell’Arsenal; i recenti trionfi in campionato; l’annata in cui iniziai ad andare allo stadio; quella in cui disputammo quasi settanta partite, arrivammo in due finali di Coppa e non vincemmo niente; e la stagione 1983/84 del Cambridge United, da record e fusione cerebrale, quando la squadra inanellò una serie sbalorditiva di trentuno partite senza vittorie nella Second Division (all’epoca lavoravo a Cambridge, e dividevo schizofrenicamente le mie passioni fra la reggia di Highbury e il tugurio di Abbey — cioè lo stadio del Cambridge). In un certo senso, mi gustai la catastrofe cantabrigense non meno dell’imbattibiità di ventitré partite dell’Arsenal all’inizio della stagione '90/91: entrambe le sequenze ebbero un pathos, una tensione e un’atmosfera che i tifosi non scorderanno mai."
Nick Hornby, Il vizio di Abbey, 2006
Nick Hornby, Il vizio di Abbey, 2006
Arrestatelo: è un pazzo!
Questo signore vive a Steinen, nel sud della Foresta Nera (Carletto, ne sai qualcosa?). Per come ha conciato la sua casa, andrebbe arrestato. O no? Tutto l'anno è un fan dello Steinen-Höllstein, adesso ha negli occhi solo la sua Germania.
lunedì, giugno 12, 2006
Fra poco tocca a noi: Forza Azzurri!
Una foto di buon augurio per l'inizio dell'avventura. Al diavolo guitti e saltimbanco, buoni solo a farsi pubblicità sulle spalle del tifo della gente. In campo scende l'Italia e non si discute. Chi frequenta questo blog avrà capito quanto il titolare sia un esterofilo. Walking Class vorrebbe stare sempre in giro, con una valigia in mano, sulle strade del mondo. Ma ovunque sia, sarà sempre capace di trovare un televisore, o un collegamento internet, per seguire la sua Nazionale (magari in cinese... grazie Dom!). Per l'analisi tecnica della partita, ci siamo imbattuti in questo insuperabile post di Herakleitos.
www.beppegrillo.gha: se questo è un blog
Non ci voleva un blog per esprimere un'idea tanto banale. Tifare contro l'Italia è una cosa che hanno già detto e fatto in tanti e il buon Beppegrillo giunge per ultimo. Senza originalità. Peccato che un mezzo tanto innovativo, il blog appunto, venga utilizzato per una provocazione tanto scontata. Si tifa per il Ghana, dalle parti di Genova: dev'essere che le fesserie non costano nulla e anche un genovese può permettersele senza dover mettere mano al portafoglio. Ma dopo Beppegrillo arriva anche Donvitaliano, il parroco campano barricadero. Il comico tifa Ghana perché così i calciopolisti se ne vanno a casa senza approfittare dell'eventuale euforia popolare che obnubila i peccati. Il secondo, credo, perché noi siamo ricchi e sporchi e loro sono poveri ma belli. Snobismo a fette. Dunque: Forza Azzurri!!!
Io sto con le Forze Armate
Riceviamo, pubblichiamo e aderiamo.
[da 2twins]
Le forze armate rappresentano l'unità di un Paese. Ne sono motivo di orgoglio, e fedeli servitori. Perchè le forze armate agiscano con serenità a professionalità, perchè siano quindi efficaci è assolutamente necessario che godano della più assoluta fiducia. Fiducia che deve essere manifestata in primo luogo dalle altre istituzioni. Se però ciò non accade, e anzi si assiste ad atti irresponsabili come quelli a cui abbiamo assistito in questi giorni, la situazione è molto grave.
Quale attaccante continuerebbe a cercare a tutti i costi il goal, se sapesse che lo si vuole sostituire da un momento all'altro, al di là della sua prestazione sul campo? Questa è la situazione in cui sono messe le nostre forze armate. Situazione incresciosa perchè non si tratta di una partita, ma di vita e di morte. Le nostre istituzioni sono indegne e lo sconforto che circola negli ambienti militari ne è la prova. Lo stesso Capo dello Stato continua ad usare frasi troppo di circostanza, ma d'altronde dal Napoletano non ci aspettavamo molto di più.
Poichè dunque le nostre forze armate continuano ad essere umiliate, bistrattate e avversate dalle stesse istituzioni della Repubblica Italiana (fatto di gravità inaudita), riteniamo necessario agire. Il primo passo non può che consistere nel mostrare in prima persona il nostro sostegno nei loro confronti. Mettendo i loro stemmi sul blog. Ciao ragazzi, siete grandi!
[da 2twins]
Le forze armate rappresentano l'unità di un Paese. Ne sono motivo di orgoglio, e fedeli servitori. Perchè le forze armate agiscano con serenità a professionalità, perchè siano quindi efficaci è assolutamente necessario che godano della più assoluta fiducia. Fiducia che deve essere manifestata in primo luogo dalle altre istituzioni. Se però ciò non accade, e anzi si assiste ad atti irresponsabili come quelli a cui abbiamo assistito in questi giorni, la situazione è molto grave.
Quale attaccante continuerebbe a cercare a tutti i costi il goal, se sapesse che lo si vuole sostituire da un momento all'altro, al di là della sua prestazione sul campo? Questa è la situazione in cui sono messe le nostre forze armate. Situazione incresciosa perchè non si tratta di una partita, ma di vita e di morte. Le nostre istituzioni sono indegne e lo sconforto che circola negli ambienti militari ne è la prova. Lo stesso Capo dello Stato continua ad usare frasi troppo di circostanza, ma d'altronde dal Napoletano non ci aspettavamo molto di più.
Poichè dunque le nostre forze armate continuano ad essere umiliate, bistrattate e avversate dalle stesse istituzioni della Repubblica Italiana (fatto di gravità inaudita), riteniamo necessario agire. Il primo passo non può che consistere nel mostrare in prima persona il nostro sostegno nei loro confronti. Mettendo i loro stemmi sul blog. Ciao ragazzi, siete grandi!
domenica, giugno 11, 2006
WM06. L'ultima volta di Serbia e Montenegro
Sono ormai due stati ma, almeno per il momento, almeno per il Mondiale, è una squadra sola. Quanto compatta, lo vedremo questo pomeriggio alle 15, quando nell'unico stadio della Germania Est, Lipsia, scenderanno in campo Serbia e Montenegro contro i favoritissimi olandesi. Ci sono molti tifosi serbi e montenegrini in Germania, figli della fitta emigrazione degli anni Novanta, quando in patria c'era la guerra civile scatenata proprio da Milosevic. Ma tanti, tantissimi, saranno anche i tifosi "orange", tra i sostenitori più caldi e appassionati della nazionale. Sul lato serbo-montenegrino, Stankovic e Kezman sono le stelle della squadra, dall'altra parte, come nomi, c'è solo l'imbarazzo della scelta. L'unica speranza della ex Repubblica di Serbia e Montenegro è l'inossidabile portiere olandese van der Sar: se imbrocca la giornata sbagliata, può uscirci la sorpresa. Pomeriggio ad alta tensione a Norimberga, dove alle 18 è di scena l'Iran contro il Messico. Chissà se la squadra iraniana avrà scelto per allenarsi il vecchio campo del Reichsparteitage, ridotto in rovina dalle bombe alleate ma ancora buono per fare quattro salti respirando aria anti-ebraica. Certo, è l'ironia della storia che la squadra di calcio del paese il cui presidente è il politico più antisemita che ci sia, debba esordire proprio nella città eletta del nazionalsocialismo. Forza Messico, ça va sans dire. Finale di serata con il derby coloniale tra Portogallo e Angola. La battuta è più fessacchiotta ma almeno meno tragica: si gioca, per l'appunto, a Colonia. Mi perdonerete. Dell'Angola si ricorda la ruota dentata, il macete e la stella che "impreziosiscono" il vessillo nazionale: una versione militaresca del vecchio buon comunismo. I bambini, lì, li bolliscono nel pentolone. Del Portogallo si ricorda l'amara delusione nella finale europea di due anni fa: è tempo di riscatto. Stadi della giornata (è un mio punto fisso). Lipsia, Zentralstadion, inaugurato nel marzo 2004. Norimberga, Frankenstadion, è la struttura più vecchia, inaugurato nel 1928 e ristrutturato un anno fa. Colonia, Rhein Energie Stadion, inaugurato nel marzo 2004. Ah, l'architettura moderna! Pensate che all'Olimpico di Roma ci sono ancora i bagni alla turca: ma chi ci fa partecipare alle coppe europee?!?
Per le curiosità di oggi dovremmo spostarci a Duisburg e raccontarvi una conferenza stampa surreale di Alessandro Del Piero novello filosofo. Speriamo la smettano, i nostri, di provare altri, pensosi mestieri e si mettano a giocare a pallone. A cominciare da lunedì sera.
Per le curiosità di oggi dovremmo spostarci a Duisburg e raccontarvi una conferenza stampa surreale di Alessandro Del Piero novello filosofo. Speriamo la smettano, i nostri, di provare altri, pensosi mestieri e si mettano a giocare a pallone. A cominciare da lunedì sera.
sabato, giugno 10, 2006
Mondiali Germania 2006, il blog (e i suoi fratelli)
A TocqueVille inizia la valanga mondiale, confinata con un po' di giusto snobismo nella sezione "apolitica", che adesso vivrà il suo mese di gloria. Walking Class ne sarà ospite fisso per tre motivi: la passione per il calcio, la passione per il Mondiale in particolare, la passione per la Germania (paese ospitante) ancor più in particolare. Se butta bene, chissà che qualche post, nella fase finale, non giunga direttamente da Berlino, qualunque squadra arrivi fino in fondo. Vedremo. Intanto, però, un blog è stato creato appositamente per l'evento: MondialiGermania 2006, realizzato dall'amico Riccardo (coautore anche di un altro blog su TocqueVille). Il blog è fatto molto bene, con vera passione calcistica: risultati, classifiche, voti ai giocatori, commenti della stampa, analisi, interviste. Diciamo che si tratta ufficialmente della nostra pagina sportiva tocquevilliana, almeno per il mese del Mondiale.
Ma la passione per l'evento comincia a prendere anche altri blog. Qui ci limitiamo a una prima selezione, presa dalla home page di TocqueVille, sezione "apolitica". Se qualcuno vuole segnalare blog sfuggiti al radar di Walking Class, aggiunga il suo link nei commenti. Watergate ci regala in due puntate la guida galattica per il mondiale, con previsioni, auspici, divinazioni sulle squadre favorite. Nessun dubbio (e come poteva essere, dato il nome) per Germany News: lì si tifa Deutschland, senza se e senza ma. A Barcellona si sono rasserenati: la cerimonia di apertura è stata inferiore rispetto a quella delle olimpiadi di Torino, dunque da 1972 sguardo senza più complessi verso il mondiale tedesco. Dal calcio alla tv che trasmette il calcio, Mascalzonelatino 47 ne dice quattro alla Rai che s'è fatta sfuggire i diritti: noi abbiamo Sky e da oggi è cominciata la migrazione degli amici in cerca del nostro schermo televisivo. Un po' di intellettualismo non guasta, anzi con il calcio adesso va di moda: su Psicocafè, pillole di psicologia applicate alla sfera di cuoio. Il risultato finale? Già scontato per Calimero che ci fornisce la sua personale classifica delle qualificate al secondo turno: ma, forse, ha già toppato la Polonia. Gioca con le parole Torre di Babele e invita i sinistri a tifare insieme a noi: in vista delle partite degli Azzurri, grosse Koalition del tifo, noi Forza Italia, voi Avanti Popolo. Alla fine, tanto, la buttiamo in rissa.
Ma la passione per l'evento comincia a prendere anche altri blog. Qui ci limitiamo a una prima selezione, presa dalla home page di TocqueVille, sezione "apolitica". Se qualcuno vuole segnalare blog sfuggiti al radar di Walking Class, aggiunga il suo link nei commenti. Watergate ci regala in due puntate la guida galattica per il mondiale, con previsioni, auspici, divinazioni sulle squadre favorite. Nessun dubbio (e come poteva essere, dato il nome) per Germany News: lì si tifa Deutschland, senza se e senza ma. A Barcellona si sono rasserenati: la cerimonia di apertura è stata inferiore rispetto a quella delle olimpiadi di Torino, dunque da 1972 sguardo senza più complessi verso il mondiale tedesco. Dal calcio alla tv che trasmette il calcio, Mascalzonelatino 47 ne dice quattro alla Rai che s'è fatta sfuggire i diritti: noi abbiamo Sky e da oggi è cominciata la migrazione degli amici in cerca del nostro schermo televisivo. Un po' di intellettualismo non guasta, anzi con il calcio adesso va di moda: su Psicocafè, pillole di psicologia applicate alla sfera di cuoio. Il risultato finale? Già scontato per Calimero che ci fornisce la sua personale classifica delle qualificate al secondo turno: ma, forse, ha già toppato la Polonia. Gioca con le parole Torre di Babele e invita i sinistri a tifare insieme a noi: in vista delle partite degli Azzurri, grosse Koalition del tifo, noi Forza Italia, voi Avanti Popolo. Alla fine, tanto, la buttiamo in rissa.
Iraq, le ragioni di una missione
Una differenza tra la decisione del governo Berlusconi di ritirare le truppe dall'Iraq entro la fine del 2006 e quella del governo Prodi di farlo entro il settembre 2006 c'è, e non sta nei mesi di anticipo e nell'accelerazione che il ministro D'Alema ha voluto dare. La differenza sta nella valutazione di quella missione, e non è da poco. Per Berlusconi, con tutti i limiti, con tutti gli errori, la missione italiana è stata utile e opportuna. Per Prodi quella missione è stata un errore e l'Italia non avrebbe dovuto farla. Sulla questione un commento di Angelo Panebianco dal Corriere della Sera e un'analisi a quattro mani (Mauro Gilli e Daniele Sfregola) da Ideazione.
Mondiale: Inghilterra, Svezia e Argentina
Se le sono già date di santa ragione nella notte di Francoforte i tifosi inglesi e quelli tedeschi, rovinando l'atmosfera di festa che finora aveva accompagnato vigilia e apertura del Mondiale di calcio. Alle 15, intanto, i leoni inglesi scendono in campo contro il Paraguay, con i favori del pronostico che si allungano dalla gara di apertura fino alla fine del torneo: stavolta, sotto la guida dello svedese Eriksson, potrebbero farcela. Svennis, in genere, alla terza non fa cilecca (un saluto, Mister, la foto è d'obbligo!). Quote: Inghilterra 1.45, pareggio 3.80, Paraguay 7.75. Sembra tutto molto scontato, ma ricordate che se ieri sera qualcuno avesse scommesso sull'Ecuador avrebbe comunque dormito un sonno felice.
Occasione del colpo grosso con il secondo incontro delle 18. Trinidad e Tobago esordisce con undici uomini del suo milione totale di abitanti: più o meno quasi ogni tifoso avrà almeno un parente o un conoscente sul terreno di gioco. Sarà comunque una festa, contro la più quotata Svezia. Se poi dovessero vincere, quelli di Betandwin andranno in rovina. Ecco le quote: Trinidad e Tobago 12.00, pareggio 6.00, Svezia 1.20. Occhio alle tifose svedesi sugli spalti.
Serata esotica con Argentina e Costa d'Avorio, che in tedesco si scrive Elfenbeinküste (a me sa un po' di safari). Ieri Maradona era stato invitato alla cerimonia di apertura assieme ai suoi ex compagni vincitori del Mondiale. Era in un albergo di Monaco. Dormiva e s'è dimenticato dell'appuntamento. Ovviamente non ha avvertito. C'è molta curiosità invece per i suoi discepoli, giacché l'Argentina pare molto accreditata. Così come siamo curiosi di vedere all'opera la nuova leva del calcio africano che presenta a questo Mondiale squadre nuove rispetto agli appuntamenti passati. Quote: Argentina 1.50, pareggio 3.70, Costa d'Avorio 7.00.
Qualche curiosità. Gli azzurri hanno capito che fare i fighetti fuori dal beota e dorato calcio nazionale non paga. Altrove i giocatori si mescolano ai fan. E così hanno fatto finta di voler bene ai propri tifosi e hanno giocato una partitella riparatoria a cancelli aperti con l'under 21 di Duisburg: per fare un mezzo giro di campo e applaudire gli spettatori (nonostante tutto accorsi numerosi). Dobbiamo dire che abbiamo particolarmente gioito con il giovane duisburghese quando ha segnato il gol della bandiera (finale: 5-1). Lo Stato del Togo è in bolletta. E invece di nominare 102 sottosegretari, il capo del governo ha fatto sapere ai suoi uomini impegnati in Germania che di premi partita non se ne parla. L'allenatore ha dunque fatto fagotto, lasciando la squadra senza guida alla vigilia dell'esordio. Un cuor di leone. Sarà la prima squadra anarchica del Mondiale: chissà che l'autogestione non paghi. Gli stadi: ieri noi italiani ci siamo accorti di avere probabilmente i peggiori stadi d'Europa (ma adesso che entrano nell'Ue Romania e Bulgaria, miglioreremo le posizioni). Le partite di oggi si giocano in stadi più umani: in ordine di orario si scende in campo a Francoforte, Dortmund e Amburgo. Si tratta di due stadi nuovi (Francoforte, inaugurato nel giugno 2005 e Amburgo, inaugurato nel settembre 2000) e di uno ristrutturato (Dortmund, inaugurato nel 1974 e ristrutturato nel 2003). Lezioni di architettura moderna, ad uso (temo inutile) di politici, urbanisti e architetti italiani.
Occasione del colpo grosso con il secondo incontro delle 18. Trinidad e Tobago esordisce con undici uomini del suo milione totale di abitanti: più o meno quasi ogni tifoso avrà almeno un parente o un conoscente sul terreno di gioco. Sarà comunque una festa, contro la più quotata Svezia. Se poi dovessero vincere, quelli di Betandwin andranno in rovina. Ecco le quote: Trinidad e Tobago 12.00, pareggio 6.00, Svezia 1.20. Occhio alle tifose svedesi sugli spalti.
Serata esotica con Argentina e Costa d'Avorio, che in tedesco si scrive Elfenbeinküste (a me sa un po' di safari). Ieri Maradona era stato invitato alla cerimonia di apertura assieme ai suoi ex compagni vincitori del Mondiale. Era in un albergo di Monaco. Dormiva e s'è dimenticato dell'appuntamento. Ovviamente non ha avvertito. C'è molta curiosità invece per i suoi discepoli, giacché l'Argentina pare molto accreditata. Così come siamo curiosi di vedere all'opera la nuova leva del calcio africano che presenta a questo Mondiale squadre nuove rispetto agli appuntamenti passati. Quote: Argentina 1.50, pareggio 3.70, Costa d'Avorio 7.00.
Qualche curiosità. Gli azzurri hanno capito che fare i fighetti fuori dal beota e dorato calcio nazionale non paga. Altrove i giocatori si mescolano ai fan. E così hanno fatto finta di voler bene ai propri tifosi e hanno giocato una partitella riparatoria a cancelli aperti con l'under 21 di Duisburg: per fare un mezzo giro di campo e applaudire gli spettatori (nonostante tutto accorsi numerosi). Dobbiamo dire che abbiamo particolarmente gioito con il giovane duisburghese quando ha segnato il gol della bandiera (finale: 5-1). Lo Stato del Togo è in bolletta. E invece di nominare 102 sottosegretari, il capo del governo ha fatto sapere ai suoi uomini impegnati in Germania che di premi partita non se ne parla. L'allenatore ha dunque fatto fagotto, lasciando la squadra senza guida alla vigilia dell'esordio. Un cuor di leone. Sarà la prima squadra anarchica del Mondiale: chissà che l'autogestione non paghi. Gli stadi: ieri noi italiani ci siamo accorti di avere probabilmente i peggiori stadi d'Europa (ma adesso che entrano nell'Ue Romania e Bulgaria, miglioreremo le posizioni). Le partite di oggi si giocano in stadi più umani: in ordine di orario si scende in campo a Francoforte, Dortmund e Amburgo. Si tratta di due stadi nuovi (Francoforte, inaugurato nel giugno 2005 e Amburgo, inaugurato nel settembre 2000) e di uno ristrutturato (Dortmund, inaugurato nel 1974 e ristrutturato nel 2003). Lezioni di architettura moderna, ad uso (temo inutile) di politici, urbanisti e architetti italiani.
Prodi e la carica dei 102
Ottimo inizio del nuovo governo. Appena si sono riallacciate le cravatte e sono usciti dal convento di clausura, quelli del "domani è un altro giorno" si sono accorti che nella loro smania cencellosa di spartirsi il sotto-potere dei ministeri s'erano scordati di mettere uno che fosse uno in grado di scrivere una traccia di legge finanziaria che non sapesse del cacio e pepe di Paolo Cento. Così, sono tornati a Palazzo Chigi e hanno rimediato. Abbondando. Insomma, a microfoni aperti tutti dicono che ora bisogna risparmiare, che i conti fanno talmente schifo che si comincerà a stringere la cinghia (più o meno quello che aveva detto e fatto il governo Berlusconi cominciando a tagliare le spese inutili degli enti locali). A microfoni chiusi si nominano altri tre sottosegretari, segnando il record dei record in termini di poltrone ministeriali: tutti compresi fanno 102, quattro in più del pur abbondante governo Berlusconi, uno in più del tanto vituperato Andreotti VII, un governo considerato il padre di tutte le clientele. In più ci giunge voce che, in nome del risparmio, il viceministro Visco s'è già nominato uno staff (li chiamano così) di 20 - venti - consulenti tutti a carico dei soldi dello Stato. Chiaro poi che in vista ci sia il ritorno dei superbolli, non solo per i Suv ma, probabilmente, anche per le auto diesel. Si parte con il nuovo film: la carica dei 102 a suon di tasse.
venerdì, giugno 09, 2006
Germania-Costa Rica: le quote
Quote popolari per chi scommette sulla vittoria della Germania, nella partita inaugurale contro il Costa Rica. Betandwin.de, il sito on line più famoso per le scommesse legali, permette di giocare praticamente su tutto: risultato della partita, numero dei gol fatti e subiti, ammonizioni, espulsioni eccetera, eccetera. Le quote ufficiali per la partita delle 18 sono le seguenti: Germania 1.20, pareggio 6.00, Costa Rica 13.00. Il sondaggio on line dà ancora meno chance ai costaricani: la vittoria dei "bianchi" raccoglie il 94 per cento dei favori, mentre il 3 per cento sceglie il pareggio e un altro 3 per cento punta sulla sorpresa centro-americana. La partita di inaugurazione è sempre una sfida aperta: l'emozione, la pressione del tifo di casa... ma ci sembra davvero che le forze in campo questo pomeriggio siano del tutto sproporzionate. Appena più equilibrata la partita della sera, Polonia-Ecuador delle 21. La vittoria della Polonia quota 1.85, il pareggio 3.20, la vittoria dell'Ecuador 4.40.
Fussballweltmeisterschaft, ovvero il Mondiale
Speciali su tutta la stampa tedesca per seguire in ogni dettaglio il Mondiale teutonico. Si parte dal sito ufficiale della Fifa che, per cattiveria, vi abbiamo linkato nella sua versione tedesca. Più sociologia che sport nello speciale del settimanale Rheinischer Merkur mentre altri due periodici "pesanti" cedono più al fascino del pallone di cuoio: Die Zeit e Der Spiegel. Anche i siti dei quotidiani d'informazione non mancano all'appuntamento: dall'austera Frankfurter Allgemeine Zeitung alla bavarese Süddeutsche Zeitung, che oggi si sofferma sulla partita d'inaugurazione, all'autorevole quotidiano finanziario di Amburgo, Handelsblatt, al berlinese Tagesspiegel. C'è poco Est in questo Mondiale, ma tutto quello che c'è si trova sulle pagine della Leipziger Zeitung il quotidiano dell'unica città orientale che ospita un girone. Veniamo ai fogli popolari. Come poteva chiamarsi il sito della Bild? Wir sind Fussball, ovviamente dedicato ai tifosi, accanto a quello ufficiale dedicato alle partite. All'appuntamento non poteva mancare il periodico di calcio più famoso, Kicker: Jetzt, geht's los!
Germania 2006: auf die Plätze, fertig... los!
Si parte. Oggi comincia il Mondiale 2006, ospitato dalla Germania. Inizio alle 18, a Monaco di Baviera, con la squadra di casa che incontra il Costa Rica. E a seguire, a Gelsenkirchen, Polonia-Ecuador. Due stadi bellissimi, la nuovissima Allianz Arena di Monaco e l'altrettanto recente Schalke Arena di Gelsenkirchen. Una boccata di modernità in prima serata, tanto per non rimpiangere lo squallore dei nostri stadi. L'Italia arriva a questo appuntamento tanto atteso con il fardello di un brutto scandalo, le cui indagini sono tuttora in corso. Sarà: quando vedo che a rappresentarci nelle conferenze stampa c'è un certo Cannavaro, con quella furba aria spaccona, quello che s'infilava le flebo sorridendo davanti alle telecamere o che non trovava nulla di strano nella rete di complicità camorristica che aveva avvolto il calcio nazionale negli ultimi anni, faccio fatica anch'io ad appassionarmi ai colori azzurri. Ma il calcio è magia e almeno per novanta minuti tutto svanirà quando toccherà a noi scendere in campo. Oggi invece è il momento di Germania e Polonia. Il Mondiale in Europa vede favorite le principali squadre europee, più il solito Brasile, oggi forse la squadra più forte che ci sia. Però il campionato si gioca in questo emisfero e le sudamericane non hanno grandi tradizioni di vittoria in Europa. Vedremo. Intanto, prima di entrare completamente nel pallone, leggetevi lo speciale di Emporion a cavallo tra calcio, economia e cultura.
Dottrina Bush: il dibattito on line su Ideazione
E' on line la sezione dedicata al dibattito sulla dottrina Bush pubblicato nel numero cartaceo di inizio anno di Ideazione. Curata da Andrea Mancia, la sezione raccoglie l'opinione di alcuni intellettuali statunitensi che con maggiore sensibilità avevano seguito le vicende legate alla lotta al terrorismo internazionale e alle linee di politica estera dell'amministrazione Bush. Un bilancio non univoco, dopo quattro anni di azione a tutto campo e due guerre in Afghanistan e Iraq. Gli interventi facevano parte di una più ampia sezione pubblicata sulla rivista di cultura politica statunitense Commentary. L'intero dibattito verrà pubblicato in italiano nei prossimi mesi in un libro dell'editore Rubettino, curato da Flavio Felice. Dopo l'introduzione di Andrea Mancia, Esportare la democrazia, le risposte dell’America ecco la successione degli articoli: Un futuro di democrazia di Nathan Sharansky; L’idealismo muscolare è il nuovo realismo di Victor Davis Hanson; Non credo nella Dottrina, ma sostengo il presidente di William F. Buckley Jr.; La democrazia va conquistata di Edward N. Luttwak; Più spazio al soft-power di Francis Fukuyama; Un successo su tutta la linea di Norman Podhoretz.
giovedì, giugno 08, 2006
Prodi, prima trasferta, prima gaffe
Gioca la prima partita in trasferta, Romano Prodi, rilasciando una lunga intervista al bel settimanale liberal tedesco Die Zeit. La convinzione di giocare in casa (i tedeschi detestano Berlusconi e credono che Prodi sia uno statista) gli fa scivolare la lingua. Usa nei confronti del suo avversario politico frasi pesanti, che possono stare legittimamente in bocca a un commentatore o, meglio, a un militante politico al bar con gli amici, meno legittimamente in bocca al capo di un governo. Tanto è vero che, appena il settimanale tedesco anticipa l'intervista, Prodi è costretto a ritrattare, a correggere, a rettificare. Tanto ha la lingua sciolta, e tanto crede di poterla dare a bere ai lettori tedeschi, che Prodi riscivola sui suoi alleati: Rifondazione? Comunisti italiani? Roba folkloristica, niente di incisivo. Folklore la presidenza della Camera. Folklore i ministeri assegnati a questi due partiti. Folklore la decisione di bloccare il ponte di Messina. Folklore la gestione del sottosegretariato alla Farnesina. Tanto folkloristica era la candidatura della Menapace alla presidenza della Commissione Difesa del Senato, che un altro folkloristico personaggio gliel'ha soffiata con grande sollievo dei militari stessi. Dalle parti di Rifondazione e del Comunisti italiani non l'hanno presa bene. E di nuovo il povero Prodi a ritrattare, correggere e rettificare. Senonché il direttore del settimanale Die Zeit non è solo tedesco, è un tedesco-italiano, si chiama Giovanni di Lorenzo, ha meno di 50 anni, mamma tedesca e papà italiano, nato a Stoccolma, cresciuto a Roma e vissuto in Germania, è uno dei giornalisti più famosi e bravi di tutta la Germania, è perfettamente bilingue, non corre rischi di inciampare in traduzioni avventate, è pure di sinistra, tesi di laurea sull'ascesa mediatica di Berlusconi, con una fulminea e brillante carriera giornalistica nei principali quotidiani del paese, uno charme tutto latino che inchioda i telespettatori al video ogni qualvolta viene ospitato in una trasmissione televisiva. Se per un giornalista è corretto usare questo termine, di Lorenzo è diventato una vera star in Germania. Bene, di Lorenzo ha confermato per filo e per segno tutte le parole di Prodi riportate nell'edizione odierna del suo giornale. Compresa questa: "Se cado io, Unione all'opposizione 60 anni". Tutti sanno che se non ci fosse stato lui, ma magari un Veltroni o anche un Rutelli, l'Unione questa volta avrebbe vinto in carrozza. E comunque, 60 anni di governo unico, potrebbero esserci solo in un paese dittatoriale. Dunque Prodi si considera il salvatore, unico e insostituibile, della democrazia italiana. Comunque la pensiate, quest'uomo è fuori controllo e assomiglia ogni giorno di più alla caricatura di Berlusconi che ne facevano i suoi avversari (e Prodi stesso). Repubblica ci fornisce con qualche imbarazzo l'intervista in italiano. Quella in tedesco potrete leggerla acquistando, fra qualche giorno, il settimanale nelle principali edicole delle grandi città italiane o sbirciando sul sito internet di Die Zeit.
Ucciso il terrorista Al Zarqawi
La guerra al terrorismo è assai dura e molte valutazioni strategiche richiedono una rimodulazione delle politiche diplomatiche e militari da parte delle forze in campo. Oggi però la notizia che giunge dall'Iraq è molto importante: il terrorista giordano Al Zarqawi è stato ucciso in un'azione militare delle forze statunitensi. E' considerato il numero 2 di Al Qaeda, di fatto si tratta del numero 1 sul piano operativo e dell'uomo che ha teso su tutto il paese iracheno una rete di guerriglia micidiale. Mentre le forze talebane si prendono la Somalia, provando a spostare in Africa la base operativa delle forze terroristiche, gli Stati Uniti infliggono sul terreno di scontro principale - quello iracheno - un duro colpo ai nostri avversari. Le truppe italiane, lo ha ribadito D'Alema, si stanno affrettando a finire i bagagli. Non si capisce se più in fretta di quanto gli avesse chiesto Berlusconi.
mercoledì, giugno 07, 2006
La deriva talebana della Somalia
Mogadiscio è caduta nelle mani delle corti islamiche e molti autorevoli osservatori temono che per il Corno d'Africa si apra un futuro talebanizzato. In Italia se ne parla poco o punto. Le uniche notizie degne di considerazione vengono dall'inviato in Africa del Corriere della Sera, il bravo Massimo Alberizzi che con i suoi reportage tiene informati gli italiani su quanto accade nella ex colonia. Per la verità oggi Avvenire offre anche un commento sulla vicenda, ma sul web hanno sbagliato il link. In Francia l'attenzione è più marcata: ecco un reportage odierno da Le Figaro, che parla dei tentativi di resistenza all'avanzata degli integralisti islamici. Per chi capisce il tedesco, un'analisi storica anche sugli ultimi anni della Somalia è pubblicata dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung. Su TocqueVille, invece, se ne parla. Un breve corsivo di JimMomo, una polemica libertaria di Oggettivista.
Frecce tricolori
Diciamola tutta: abbiamo una grandissima stima delle Forze armate del nostro paese, anche se la sfilata del 2 giugno con tutto quel po' po' di sfoggio militaresco ci lascia alquanto indifferenti. Gusti personali. Sono invitato ogni anno alla cerimonia ufficiale, ma ci sono andato solo la prima volta, per cortesia e per curiosità. Però tutte queste polemiche stucchevoli sull'opportunità della parata ci sembrano fuori luogo. Una disputa ideologica che, in quanto tale, non ci appassiona. Ci appassionano solo le frecce tricolori, che tanto infastidiscono la senatrice Lidia Menapace, che forse proprio per le sue improvvide dichiarazioni apparse sul Corsera di oggi è stata trombata alla guida della commissione Difesa del Senato a vantaggio di Sergio De Gregorio (Italia dei Valori). Ci pianse il cuore quando uno spettacolo delle Frecce, anni fa, si trasformò in tragedia. Eppure, ogni volta che si presentano per un'esibizione, la folla accorre per guardarle. Piacciono proprio perché fanno baccano. Perché fanno colore. Perché fanno allegria. E perché sparano strisce di fumo invece di bombe. Sono aerei pacifisti. Manco quelli vanno bene?
venerdì, giugno 02, 2006
giovedì, giugno 01, 2006
Ideazione, 7 giugno a Roma convegno su energia
“Le grandi infrastrutture dell’energia” è il titolo del convegno organizzato a Roma per mercoledì 7 giugno, alle ore 17, dalla Fondazione Ideazione nelle sale della splendida cornice dell’Hotel de Russie, in via del Babuino 9. L’invito è libero ed esteso a tutti gli interessati. Il convegno segna il ritorno della Fondazione Ideazione sui temi legati alle risorse energetiche, sui quali l’Osservatorio sull’Energia della Fondazione ha a lungo lavorato specialmente nel biennio 2002-2003. Questi temi, che il lavoro dell’Osservatorio aveva riportato negli scorsi anni al centro del dibattito politico e industriale italiano sono oggi sempre più decisivi per le politiche di sviluppo del nostro paese, e rivestono una serie di implicazioni che vanno dalle politiche nazionali alle strategie globali. Ideazione ha continuato a seguirne gli sviluppi attraverso le sue pubblicazioni periodiche, dal bimestrale di cultura politica Ideazione al quindicinale di geoeconomia on line Emporion che ai diversi aspetti dell’energia ha dedicato tra il 2004 e il 2006 alcuni numeri monografici.
Questo convegno romano, realizzato in collaborazione con Energia SpA, è di fatto la prima tappa di due incontri: il primo, mercoledì prossimo, verterà su aspetti più tecnici e raccoglierà i suggerimenti degli esperti che operano nei diversi settori dell’energia. Subito dopo la pausa estiva, un secondo appuntamento sarà rivolto principalmente alla classe politica e vedrà coinvolti i rappresentanti del governo e dell’opposizione nazionali, delle amministrazioni regionali e locali che saranno chiamati a discutere i punti sollevati nel primo appuntamento e a tracciare linee strategiche in campo energetico che possano essere applicate nei mesi futuri.
Il primo appuntamento di mercoledì 7 si aprirà, come già scritto, alle ore 17 con i saluti del presidente della Fondazione Ideazione Domenico Mennitti. I lavori verranno invece introdotti da una relazione di Paola Liberace, neo-direttore generale della Fondazione. A seguire gli interventi e i contributi degli esperti provenienti dalle principali realtà italiane del settore: in successione prenderanno la parola Giulio Del Ninno, amministratore delegato di Edipower; Sandro Fontecedro, presidente di Enel Produzione; Massimo Orlandi, amministratore delegato di Energia S.p.A. La relazione conclusiva sarà tenuta da Massimo Lo Cicero, docente di economia presso l’Università di Roma Tor Vergata, collaboratore delle riviste Emporion e Ideazione.
Questo convegno romano, realizzato in collaborazione con Energia SpA, è di fatto la prima tappa di due incontri: il primo, mercoledì prossimo, verterà su aspetti più tecnici e raccoglierà i suggerimenti degli esperti che operano nei diversi settori dell’energia. Subito dopo la pausa estiva, un secondo appuntamento sarà rivolto principalmente alla classe politica e vedrà coinvolti i rappresentanti del governo e dell’opposizione nazionali, delle amministrazioni regionali e locali che saranno chiamati a discutere i punti sollevati nel primo appuntamento e a tracciare linee strategiche in campo energetico che possano essere applicate nei mesi futuri.
Il primo appuntamento di mercoledì 7 si aprirà, come già scritto, alle ore 17 con i saluti del presidente della Fondazione Ideazione Domenico Mennitti. I lavori verranno invece introdotti da una relazione di Paola Liberace, neo-direttore generale della Fondazione. A seguire gli interventi e i contributi degli esperti provenienti dalle principali realtà italiane del settore: in successione prenderanno la parola Giulio Del Ninno, amministratore delegato di Edipower; Sandro Fontecedro, presidente di Enel Produzione; Massimo Orlandi, amministratore delegato di Energia S.p.A. La relazione conclusiva sarà tenuta da Massimo Lo Cicero, docente di economia presso l’Università di Roma Tor Vergata, collaboratore delle riviste Emporion e Ideazione.
Le ultime propaggini dei monti Velebit
"Fino a qualche anno fa, percorrere in automobile la strada lunare che da Zaton va a Svet Rok, valicando il passo di Halanmali, a 1.045 metri di altezza, era impresa di qualche rispetto. Lasciato il tratto di magistrala Zara-Obrovac, si attaccavano le ultime propaggini dei monti Velebit, apparentemente deserti, iniziando così l'ascesa verso una terra incognita senza acqua e senza benzina fino alla strada di valle tra Gospic e Gracac. Cartelli in più lingue raccomandavano di non fermarsi incrociando carovane di nomadi e di fermarsi, restando sul luogo, se l'automobile si fosse rotta, perché ogni 24 ore passava un mezzo del soccorso stradale".
Sergio Anselmi, Ultime storie di Adriatico, 1997
Sergio Anselmi, Ultime storie di Adriatico, 1997
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