domenica, giugno 25, 2006
Mucche pazze teutoniche
Di male in peggio. La follia del tifo ha ormai contagiato tutta la Germania, dando il via a una sorta di emulazione contagiosa e, temo, pericolosissima. Gli intellettuali sono fuori gioco, ormai non provano neppure più a stigmatizzare la ventata di gioioso nazionalismo che investe il paese pallonaro e anzi la raccontano con esplicita simpatia: finalmente ora possiamo sventolare i nostri vessilli senza più complessi di colpa. Di più. Al bando gli stereotipi del popolo grigio e triste: da una piazza all'altra del paese impazza il carnevale del Mondiale e quasi quasi vale la pena di andare lì anche solo per partecipare a questa festa continua, alcolica e spensierata, questa Bewegung che è una sorta di movida in salsa tedesca che sorprende solo chi i tedeschi non li frequenta da un pezzo. Tanto più che di biglietti, ormai, neppure l'ombra. Via il ricordo dei panzer, dentro i siluri di Podolsky o le craniate di Klose, i gemelli del gol prestati dai vicini polacchi ai "bianchi" di Germania. Qualcuno esagera, ovvio, con il virus che si estende di partita in partita, di vittoria in vittoria. Dopo le case adesso tocca alle mucche, pazze sì ma di nero-rosso-oro (un ringraziamento a GermanyNews per la foto, con un in bocca al lupo per la sua maturità). Chissà cosa diranno gli ecologisti, che in Germania sono una forza. E chissà cosa troveremo noi quando, fra due giorni, raggiungeremo Berlino. Il 30 giugno si preannuncia un quarto di finale di fuoco all'Olympiastadion, Germania-Argentina, un classico che sa già di finale. Se avremo tempo, vi racconteremo volentieri il contorno (in gergo si chiama colore).