martedì, maggio 02, 2006

Uomini, scimmie e la comunità di eguali

La conclusione dell'articolo di Eugenia Roccella su Emporion, che verrà pubblicato nella notte. Insomma, un'anticipazione. L'articolo integrale, potete leggerlo domani.

"Il paradosso è ancora più visibile se si pensa che la Spagna non ha mai risolto l’annosa questione dei tori maltrattati e sacrificati nelle corride; la sensibilità del governo di Zapatero di fronte alle sofferenze e ai diritti degli animali, si dissolve quando si tratta di affrontare un tema impopolare. La sostanza della proposta sui primati sarebbe anche condivisibile: le norme in discussione sono, in realtà, semplici norme di tutela, che vietano di mettere in schiavitù, uccidere o maltrattare le grandi scimmie. Ma è la costruzione ideologica che c’è dietro a distorcere le intenzioni e rendere assurdo l’intero progetto. Lo scopo fondamentale, infatti, non è proteggere gli animali, ma equipararli, in linea di principio, all’uomo, togliendo a quest’ultimo lo statuto di esclusivo detentore dei diritti umani. E’ chiaro che un animale, per quanto intelligente, adorabile, intuitivo e simile all’uomo possa essere, non riuscirà mai a esercitare effettivamente un diritto. E’ chiaro che è responsabilità dell’uomo tutelare chi è inerme, innocente, chi non può ribellarsi ad angherie e soprusi. Gli animali, naturalmente, sono tra questi: ma questo atteggiamento responsabile degli umani si chiama protezione, e presuppone una disuguaglianza, uno squilibrio di potere, non una “comunità di eguali”. Se non vogliamo mentire, ma vogliamo chiamare le cose con il loro nome, dobbiamo ammettere che la tutela si adotta proprio nei confronti di chi non può avere diritti".