Questa storia l'abbiamo già vista da un'altra parte. Il calcio è un mondo bruttino e pieno di zozzerie e le curve moraliste che oggi sentenziano dai forum e dalle radio locali sul marciume della consorteria Moggi sono poi quelle che sbandierano falci e martello e svastiche, sollevano pugni chiusi e braccia tese, gridano ebreo infame e sporco negro, ingaggiano guerriglie domenicali con le forze dell'ordine, gettano motorini e razzi e bottiglie e monetine in campo in italo e mondovisione, mettono alla gogna presidenti di calcio che gli tolgono gli introiti del merchandising fatto in casa e altre carinerie con le quali coloriscono i nostri week-end calcistici. Insomma, mi pare che il migliore abbia la rogna, compreso quel ridicolo allenatore dell'Inter che era il miglior figo del bigoncio di casa Gea e oggi s'è cinto di spuma moralista ("Vergogna, Vergogna"). Anche quell'altra volta, da quell'altra parte, si lanciavano le monetine, le manette tintinnavano, le curve rombavano, le procure ghigliottinavano e i giornali pubblicavano. Già visto, già sentito.
Dunque, questa storia finirà così. La Juventus non esisterà più. Si scioglierà in quattro squadre, La Gioventù Operaista e la Juvepopolare che giocheranno sulla sponda sinistra del Po', l'Unione bianconera e la Juvecrociata che giocheranno sulla rive droite. Il Milan si trasformerà in Forza Milan (l'inno è già pronto... alziamoci, e siamo in tanti), mentre la Nuova Fiorentina, ex Florentia, ex Fiorentina, rifluirà nel grande calderone toscano, unendo le forze residue a quelle del Siena: socialdemocrazia tiepida e ininfluente, penseranno di fondare una squadra democratica, vivranno nella nostalgia dei bei tempi di Antonioni, poi ricalzeranno un paio di Tod's senza qualche chiodino e via a godersi di nuovo il derby con il Poggibonsi. Presidente: Giorgio La Malfa. Via libera alla transizione laziale, alle ortiche Di Canio e il bagaglio del post-fascismo, Paoletto non è più il miglior giocatore del Ventesimo Secolo: Alleanza Lazionale è la nuova formazione, il celeste c'è già, la fiamma arderà poco pochino, chi non salta della Roma è. A Milano impera il neroazzurro, quelli del doppio Stato calcistico, Inter tornerà Internazionale, poi per confondere ancor più le acque si chiamerà Ambrosiana, infine vincerà il proprio scudetto eleggendo Massimo Moratti al Quirinale: quando avrà 81 anni. Alla Seconda Repubblica Calcistica non mancherà il suo Leoluca Orlando: si è già proposto Francesco Totti con una dichiarazione che è un programma politico: "Serve una pulizia totale. Bisogna ripartire da zero". Promesso: niente più sputi in eurovisione, il Pupone moralizzerà istinti e saliva. In serie A compariranno squadre peones, l'Albinoleffe e il Moncalieri, il Monopoli e la Solbiatese e alla quindicesima partita ci saremo ammazzati di noia, Sky chiederà di cambiare registro e almeno in una votazione proveremo a rilanciare Moggi, il cui bacio con Dondarini sarà rimasto nelle carte visionarie di qualche pm dello sport. Due indizi che andrà a finire così: oggi Prodi ha lanciato Gianni Letta (non Rivera, Letta) alla poltrona di commissario della Federcalcio; da qualche ora si mormora che Marco Travaglio sia in corsa per la direzione del quotidiano corsaro simbolo della nuova moralizzazione, nientemeno che il famoso Il Romanista. Con Moratti ottantunenne presidente, magari, una coppa Italia, finalmente, toccherà pure alla Roma.