C'è una strana sindrome che sembra aver preso i leader della Casa delle Libertà. E' quella della depressione post-elettorale. Una lunga filiera di politici, che fino a ieri ricoprivano posti rilevanti sul piano istituzionale, oggi sembrano una foresta di salici piangenti. Perduti nelle brume del Transatlantico di Montecitorio o nei vellutati saloni di Palazzo Madama, rimuginano sui privilegi perduti e rimpiangono i bei tempi andati, quelli con la macchina di servizio, con gli uffici spaziosi, con le segretarie sull'attenti, con le note spese rimborsate. Laddove c'erano i ristoranti di lusso, oggi al massimo c'è la bouvette del Parlamento. Se prima c'era l'auto blu con l'autista, oggi c'è il taxi pagato con le proprie (pur capienti) tasche. Appena un mese fa i telefoni squillavano in continuazione, oggi il silenzio spinge più alla malinconia che alla meditazione. Si sono seccate le gole, non ci sono più dichiarazioni sparate ai quattro venti. S'è seccato l'inchiostro delle stilografiche, si sono diradati gli articoli o i comunicati ai giornali. A qualcuno sembra si sia staccato anche il collegamento internet, niente più veementi prese di posizione on-line.
Qui vogliamo dire una cosa a tutti questi orfani, ai quali la legge elettorale e il nostro voto obbligato ha comunque concesso uno scranno importante nelle istituzioni italiane. Datevi una mossa. Svegliatevi. La vita politica non è solo velluti e privilegi, si vince e si perde, si sta in maggioranza o all'opposizione. Possiamo concedere qualche malinconia post-elettorale solo a Berlusconi, l'unico che ci ha creduto e s'è battuto come un leone fino all'ultimo. Agli altri no. Riaccendete la luce. Rimettete la benzina nei vostri motori. Smettetela di piangere sul latte versato. La politica aspetta il vostro ritorno in servizio. Ammesso che ne abbiate ancora voglia. Ammesso che abbiate la stoffa dei leader e non quella dei miracolati e dei mantenuti. Ammesso che non abbiate definitivamente scambiato la vita politica per la bambagia. Non staremo ad aspettarvi in eterno. Se fra qualche giorno vi incontreremo ancora come salici piangenti, cominceremo a potare. Non sappiamo che farcene di rami ricurvi come voi. C'è la Right Nation da rappresentare. Sappiate che ogni vuoto, prima o poi, viene riempito.