lunedì, maggio 29, 2006

Totò e Peppino divisi a Berlino

Eccoli qua i due eroi della politica italiana. Massimo D'Alema (Peppino) rilascia un'esilarante e abulica intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, nella quale si compiace dei magri risultati istituzionali raggiunti dalla quindicennale transizione politica italiana, si accartoccia sulle prospettive culturali del partito democratico, banalizza il contributo dei comunisti nel nuovo governo Prodi (D'Alema bis), ribalta su Berlusconi le responsabilità dell'arraffa-tutte-le-poltrone in cui si è esercitato il centrosinistra dopo il voto, dice una cosa seria sulla crisi dell'Europa e poi una valanga di fesserie sulle soluzioni possibili, annuncia urbi et orbi la favorita alla vittoria nel mondiale di calcio: non ci crederete, il Brasile! E Giulio Tremonti (Totò) gli fa il verso in un corsivo sul Corriere della Sera nel quale applica al ragionamento dalemiano le tecniche già sperimentate al ministero della finanza creativa. Un commento creativo, mezzo al vetriolo mezzo no, nel quale oltre il cazzeggio evidente risulta chiaro il desiderio di esserci: oggi, sulla prima pagina del Corriere. Totò e Peppino divisi (questa volta) a Berlino. Ma intorno ai "Begriffe" di globalizzazione e telefunken, credo che questo duello proseguirà su altri giornali e su altri fusi orari. Sperando che non divenga un tormentone stucchevole.