Atlantismo trascurato, resa ai massimalisti.
di Angelo Panebianco
Una decina di cartelle del programma (titolo: «Noi e gli altri») è dedicata alla politica estera. Si parla molto di Europa e di Nazioni Unite. Solo nell'ultimo paragrafo si citano Stati Uniti e Alleanza Atlantica. Dei primi si dice che l'Italia sarà «alleato leale». Della seconda, che occorrerà una difesa autonoma europea «pur se in rapporto con l'Alleanza Atlantica». Affermazioni messe lì senza ulteriori elaborazioni: l'atlantismo, cardine della politica di sicurezza dell'Italia per un cinquantennio, non sembra meritare una seria riflessione. Si dice che l'Italia userà la forza militare solo su mandato dell'Onu e della Ue. Ma si dice anche che l'impiego della forza «non può essere mai identificato con l'intervento umanitario e di cooperazione». L'intervento in Kosovo del 1999, deciso dalla Nato, par di capire, fu un errore. Si ribadiscono la condanna della guerra in Iraq e il promesso ritiro delle truppe. Si afferma che il terrorismo islamista va combattuto soprattutto con l'intelligence. Non c'è alcun cenno agli Stati che il terrorismo sostengono. L'impressione è che il tributo pagato per garantire all'Unione il consenso della sinistra massimalista sia davvero elevato.