venerdì, febbraio 17, 2006

Il futuro (sopravvalutato) della politica

Uno dei politici più sopravvalutati della scena è, a mio avviso, il giovane Enrico Letta, considerato una sorta di enfant prodige del bigoncio della Margherita. Enfant forse sì. E' il prodigio che non riesco a individuare. Ieri è stato ministro, giovanissimo, nei governi di centrosinistra, oggi è parlamentare europeo, domani - se torna al governo Prodi - si parla di lui come probabile sottosegretario alla presidenza del consiglio. Deve essere nel cognome la sua unica garanzia. In questi giorni lo abbiamo ascoltato arrampicarsi sugli specchi del compromesso sulla direttiva Bolkestein: i Dc doc sapevano fare di meglio. Qualche anno fa, avendo il nostro scritto un paio di cose sui temi dell'allargamento all'Europa dell'Est tanto cari al titolare di questo blog, eravamo andati ad ascoltarlo in un confronto alla Luiss. Il confronto era con Tabacci. Viene da quel giorno il giudizio positivo che ci siamo fatti su Tabacci, sulla sua competenza e sulla sua capacità di analisi, anche se poi su molti altri aspetti politici non ci troviamo d'accordo. E viene da quel giorno l'impressione, poi suffragata nel prosieguo degli anni, che il giovane Letta non sapesse in realtà molto di quello che scriveva. Diede l'impressione, parlando di Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Ungheria (paesi sui quali aveva messo su un librettino) che non ci fosse mai stato e che, nel chiuso dell'associazione di cui oggi è il responsabile, avesse raccolto un po' di dati e rimasticati alla meno peggio. Oggi presta il suo tempo al parlamento europeo e mi pare l'esempio di uno di quei politici acquosi di questa Europa fredda, un'Europa delle cifre raccolte dagli uffici di statistica, che nulla ha a che fare con l'Europa concreta, dei cittadini, dei loro bisogni, delle loro speranze. Un politico da moquette, insomma. Ho sempre l'impressione che quando parla di un argomento, nel migliore dei casi lo conosca poco, nel peggiore segua inconfessabili interessi. In fondo è un peccato, perché risulta davvero difficile trovare buoni politici nella generazione che si affaccia adesso sulla scena politica nazionale.