giovedì, novembre 20, 2008

Cronachette meteo: arriva la prima neve (dicono)

(fotowalkingclass)

In quello zibaldone di notizie, ritagli di giornale, storie e leggende che tutt'assieme costituisce lo straordinario affresco della Berlino anni Venti di Alfred Döblin, e cioè il romanzo Berlin Alexanderplatz, di tanto in tanto compaiono brevi annotazioni meteorologiche. Seguendo una mia antica passione (l'unica volta che ho pensato nella mia vita di non fare il giornalista è stata quando mi era venuta la "fissa" per le previsioni del tempo, una passione curata per tanti anni, fino a quando dovendo decidere se farne davvero la mia professione mi sono imbattuto in due cose che difficilmente si conciliano con il mio carattere: l'abbondanza di matematica e fisica per passare dal dilettantismo al professionismo e - a quei tempi - l'ingresso nell'Aeronautica militare e, se anche a qualche lettore può apparire bizzarro, non c'è nulla più lontano dal mio modo di vita di una divisa militare)... insomma riconciliandomi con quella antica passione (e i miei amici sanno quante volte ho provato a spacciarmi come esperto meteo per scroccare un passaggio in barca a vela altrui da Brindisi alla Grecia, prima che le diavolerie elettroniche mi rovinassero il mercato e rendessero inutili le mie artigianali nozioni)... insomma è per tutti questi motivi che qui, di tanto in tanto, ritorna come una rubrichetta il titolo cronachette meteo.

La faccio lunga per ricapitolare gli avvenimenti degli ultimi mesi, quando non eravamo collegati. Qui a Berlino (e in Germania in generale) abbiamo avuto il settembre più freddo degli ultimi, non so, cinquanta o cento anni. Poi un ottobre grigio e nebbioso. Quindi il novembre più caldo degli ultimi, non so, cinquanta o cento anni. Questo per dire che non è alla meteorologia, che quando va bene azzecca le previsioni per due o tre giorni, ma alla climatologia che bisogna affidarsi per misurare i cambiamenti climatici. E fare i titoli di giornali su quello che accade in questa o in quella settimana, a favore o contro le teorie sul surriscaldamento, è roba che starebbe bene su Novella Tremila, non su quotidiani più o meno autorevoli.

Vabbè, non è neanche di questo che volevo parlarvi. E' che oggi ci sono stati dieci gradi, aria calda e umida, che tirava forte dal sud, vento umido gonfio di pioggia, e tanta acqua è venuta giù da stamattina, nubi basse e dense, atmosfera scura che alle quattro del pomeriggio già viene buio come al circolo polare artico, che però è a tanti chilometri più a nord.

Ma neppure di questo volevo parlarvi. E' che domani, dicono, promettono, giurano, domani il vento cambia e dalla Scandinavia (oh, la Scandinavia) ci invade il generale inverno. Arriva aria fredda, polare dicono, promettono, giurano. Roba da tirarsi su il bavero del cappotto, finalmente, e arrotolarsi ben stretta la sciarpa di lana, che fino a oggi portavamo un po' per scena. Da domani, cari miei, altro che scena. Da domani si comincia. E speriamo che stavolta sia vero. Signori, da domani, domani sera, nevica. Dicono. Promettono. Spero.