Sull'evento raccontato nel post "Arrivano i neo-com" s'è aperto un bel dibattito nella sezione dei commenti. Tutti a discutere ma nessuno aveva poi seguito direttamente il convegno. Nequidnimis lo ha fatto per noi e il suo commento va di diritto nei post perché aiuta a discutere. E' il suo punto di vista, che sia detto per inciso qui condividiamo, ma è soprattutto l'unico di uno che c'era.
"Si si, va tutto bene .... ma l'evento citato nel post, qualcuno l'ha seguito? Io si, grazie a Radio Radicale e a un viaggio in auto reso infinito da vent'anni di non-scelte politiche sulle infrastrutture (tradotto: incidente sulla A4), da parte di politici - sia locali che nazionali - dal membro ancor più corto della loro visione (fu mai concepito un insulto più feroce?), mi riferisco ovviamente a Penati (nomen-omen) e social-margheriti vari in salsa verde. Bene, torniamo al seminario: taccio per carità di patria sugli interventi italiani, ora banali, ora patetici; mi concentro sur fico più intelligente der bigoncio, d'Alema. Il deserto dei tartari pareva un terrazzo romano fiorito al confronto dei farfugliamenti internazionali del sottile politico. Uno che fa finta di non vedere che i primi vagiti di democrazia in Iraq, in Libano, forse in Egitto, insomma in tutta l'area, sono il risultato diretto di quel poderoso calcio al formicaio mediorientale rappresentato dall'attacco a Saddam; uno che si permette di dire che un vantaggio c'è stato, l'eliminazione del dittatore, che se era per lui stava ancora lì a gasare e torturare; uno che collega ancora senza vergogna l'escalation terrorista con l'invasione amerikana, scordandosi bellamente che il terrore viene prima, ed è slegato da ogni logica anti- coalizioni o schieramenti. Uno che ghigna sotto i baffi ogni volta che parla "dell'inganno, diciamo" sulle WMD, propinato a suo dire dai nostri servizi (si vede che non legge Mario Sechi su TocqueVille); beh, uno così fa capire che siamo ancora alla propaganda, al chissenefrega del 9-11, al dittatori non è un problema nostro, al viva l'Onu fucìna di chiacchiere senza costrutto. Perchè quaggiù, par dire, noi stiamo proprio bene se lasciati a gestirci i casi nostri, coi nostri compagni di merende europei, magistratura, saltimbanchi e imbrattacarte a libro paga. Salvo poi, dopo aver bacchettato sulle dita quei fessacchiotti di americani, tentare di accreditarsi ai due allibiti ospiti: ascoltate annoi, che siamo 'politicamente più intelligenti' di voi (sic!). E chi vi appoggia tra gli europei (Berlusca e Blair?), lo fa 'per mancanza di idee' (ri-sic!)Come se quei due 'moralisti' Usa (insulto del pres. regione Toscana Martini) fossero seducibili con le trite solfe sulla forza di lotta e di governo (che ridere!). Siamo insomma critici e ostili, ammiccava d'Alema, ma tutto sommato non del tutto ostili anzi, basta che ci lasciate dirlo, ma poi dài che ci si può mettere d'accordo, come quella volta del Kossovo. Uno sconcio intellettuale. Mi sono sentito umiliato come italiano, ben sapendo per motivi professionali come ragionano oltre Oceano e che opinione abbiano di noi quando facciamo i 'florentine' (come loro chiamano i bizantinismi; il fare i furbetti, come di dice). Se questo è il meglio che sa offrirci la sinistra - tatticismi senza anima - beh, prepariamoci, come disse Pannella (proprio lui!!!), a dare le dimissioni da italiani. O meglio a far vincere un'altra volta il Centro-Destra, per manifesta 'antropologica superiorità florentina' degli avversari".
Ciao, Abr.