giovedì, novembre 17, 2005
Luci e ombre (letteralmente) di Tirana
Negli anni del cupo comunismo di Enver Hoxha, era facile indovinare il confine fra Albania e Grecia osservando la costa balcanica dall'isola di Corfù. Sul versante greco, una lunga teoria di lucette brillavano in lontananza, più intense a ridosso delle cittadine marittime, più diradate sui monti dell'Epiro che si arrampicavano verso l'entroterra. A un certo punto, di botto, arrivava il buio, non si vedeva più alcuna luce e la costa albanese, semplicemente, potevi immaginarla seguendo le ombre lontane disegnate dalla luce fioca della luna. Lì, in quel punto, correva il confine, la cortina di ferro mediterranea. Poi il regime è crollato, le luci sono comparse anche sul versante albanese ma la fame di energia è rimasta sempre un problema insoluto. Blackout continui hanno puntellato le giornate degli albanesi, alcuni anni fa la capitale Tirana visse molti mesi con le forniture di elettricità razionate e l'oscuramento era diventato parte della quotidianità degli abitanti. Poi l'economia ha cominciato a crescere e con essa l'esigenza di maggiori quantità di energia. Il problema non è ancora stato risolto e rischia di pregiudicare la ripresa economica albanese, così importante anche per il nostro paese che tanto ha dato all'Albania in termini di aiuti economici, sociali, umani. Ce ne parla Artan Puto su Transition On Line.