Abbiamo atteso un giorno per esprimere la nostra opinione sulla vicenda Fisichella, il senatore-professore di An che ha lasciato il partito dopo il voto favorevole alla devolution. E c'è un motivo. Il professor Fisichella è stato il relatore della tesi con il quale il titolare di questo blog si è immeritatamente laureato ormai troppi anni fa all'Università di Roma. Per il professore di tesi si porta una venerazione a prescindere. E per Fisichella una venerazione speciale, perché essere un professore di destra non era semplice all'università statale. Però.
Però la parabola politica del professore Fisichella evidenzia due aspetti. Il primo è stato rilevato da molti commentatori di oggi. L'addio del professore è solo l'ultimo di coloro che, nel 1994, fondarono Alleanza Nazionale integrando il gruppo storico missino e avviando il processo che nel congresso di Fiuggi (1995) sancì la definitiva fine dell'MSI e la definitiva nascita di AN. Prima di lui, nei mesi scorsi, avevano tagliato i ponti Fiori e Rebecchini, in polemica con le posizioni di Fini sul referendum sulla fecondazione assistita. Pur non potendo mettere sullo stesso piano la personalità e il valore del professor Fisichella con quella di Publio Fiori, è evidente che il progetto di Alleanza Nazionale si riduce oggi ai passi in avanti sulla via della democratizzazione, del rifiuto della tradizione fascista, del rifiuto del sistema economico corporativo, dell'accettazione di un libero sistema di mercato, del riequilibrio delle alleanze di politica estera che l'intero gruppo missino ha compiuto. Passi in avanti che ogni elettore può valutare con serenità di giudizio: per qualcuno saranno troppo pochi, per altri più che sufficienti.
Ma qui s'innesca un secondo aspetto. Da molto tempo, infatti, non si capiva più quale fosse il contributo specifico dei "non ex-missini" allo sviluppo di Alleanza Nazionale verso i lidi di una destra moderna. Nel 1994, in piena fase di sdoganamento, l'adesione singola di uomini come Fisichella o Fiori o Selva poteva avere un valore simbolico. Dodici anni dopo non è più sufficiente a determinare un percorso politico. Tanto più che nessuno di loro ha portato in AN altri uomini, altre forze, altri voti. Questi uomini, anzi, hanno usufruito del lavoro degli attivisti di partito e sono stati candidati in collegi sicuri: insomma, sono stati eletti grazie ad AN.
Ora abbiamo ascoltato le frasi con cui il senatore Fisichella ha abbandonato AN. Sono, ovviamente, del tutto legittime. Se però il professore vuole sottolineare l'alto profilo morale e ideale della sua decisione, il professor Fisichella dovrebbe dimettersi da vice-presidente del Senato e anche dal Senato stesso, restituendo agli elettori che lo hanno votato il mandato parlamentare. Solo così la sua battaglia assumerebbe il valore morale che oggi pretende di avere. Altrimenti si confermerebbe la solita tendenza a non assumere mai fino in fondo la responsabilità delle proprie scelte e a sfuggire alla gravità e alla solennità di certe decisioni. L'idealismo, che è sentimento nobile in politica specie di questi tempi, non va dichiarato, va praticato. Di politici che restano sempre e comunque attaccati alla poltrona, questo paese ne ha conosciuti e ne conosce a bizeffe. Se anche Fisichella facesse lo stesso, non avremmo proprio capito la specificità del suo contributo alla politica.