"Ci sono delle cose che ogni tanto bisognerebbe poter fare: andare a vedere i tulipani a Haarlem, per esempio, il tramonto al Falero, la neve a Davos. Ma ogni tanto bisognerebbe anche poter venire a Danzica a vedere la luna. E' una città che si può amare tutta una notte, come un'amante. Bella di giorno, così nordica e pulita, con quelle strade ben piantate in cui il traffico s'incanala dentro la linea agiata e larga delle case patrizie; bella con quei suoi templi grandiosi, con le sue torri cuspidate, coi suoi canali che portano fin dentro il cuore della città le vele e il barbaglio del mare. Ma quando la sera, la luna, che viene dal Baltico, e che è passata sopra il porto costellato dai lumi degli ancoraggi e velato dal fumo dei cantieri, getta il primo sguardo iridato entro i vicoli fondi della Speicherinsel o sul nastro vitreo della Mottlau; quando i vaporini che sono venuti da Neufahrwasser, allineati davanti alla riva del Ponte Lungo, spengono uno a uno i loro fuochi, e le strade della città vecchia si fanno deserte, allora bisogna lasciarsi prender per mano dallo spirito dell'ore contemplative, e andare con lui".
Filippo Sacchi, Città, 1924