mercoledì, febbraio 27, 2008
Tropico del Brandeburgo
Il tempo di uscire dal portone e sembra quasi di essere tornati a Roma. Il vento caldo e umido che spira da occidente ovatta il respiro e lascia senza fiato. Sarà una giornata fiacca, come quando da noi giù arriva l'alito dello scirocco e le gambe si piegano e la volontà si appanna. Solo che qui siamo a Berlino ed è fine febbraio. Quando l'inverno era inverno, di questi tempi ci si metteva i mutandoni lunghi sotto i pantaloni e il cappellone di lana e le sciarpe, due o tre, e i guanti e tutto quello che potesse coprire ogni centimetro di pelle scoperta. Quando l'inverno era inverno, si usciva dal portone di casa con l'unico obbiettivo di infilarsi il più presto possibile nel tunnel della metropolitana per riscaldarsi al caldo artificiale della sotterranea. Oggi la colonnina di mercurio ha segnato quattordici gradi di massima e undici di minima. Se non è global warming, è almeno Berlin warming. E neppure c'è il sole. E' proprio caldo di suo. E' la nuova vita all'ombra del Tropico del Brandeburgo.