lunedì, febbraio 11, 2008
Toh, un'altra campagna elettorale
Berlusconi vincerà forse le elezioni. Ma Veltroni fa discorsi più belli. Questi i due che seguiremo, di tanto in tanto, fino al voto di aprile. Le altre sono comparse. E per ora dicono un sacco di cazzate. Molti dall'Italia prevedono che sarà una campagna elettorale diversa. L'ultima della seconda repubblica o la prima della terza. Le suggestioni sono tante, il clima sembra diverso. Non tutti gli attori sono diversi, tuttavia. Anche se, pure questo, è tipico delle fasi di transizione. D'altronde è merito della sinistra se può lanciare un altro leader come Veltroni. Ma non è colpa di Berlusconi se le alternative della destra sono due mezze calzette come Fini e Casini. La sinistra ha il vantaggio di avere innescato da qualche tempo un progetto politico che si scrive Partito democratico ma si legge Walter Veltroni: quando i tanti galli del pollaio hanno capito che solo il sindaco di Roma poteva guidare l'avventura, l'eterna Fenice post-comunista ha preso vita. La destra ha il vantaggio che il partito unico esiste già dal 1994 e non è né nelle scartoffie partitocratiche care ad Adornato né nei labirinti di interessi dei vari colonnelli di partito: è negli elettori. La mia impressione è che scalzare dal nuovo partito il delfino di Forlani (e la sua Udc ridotta a Cesa e ai suoi parenti) possa solo giovare alla nuova "intrapresa". Qui, permetteteci di restare scettici in generale: quando il clima si svelenisce per stanchezza, invece che per consapevolezza, la cosa può durare poco. Comunque che le cose si siano rimesse in movimento, pare chiaro. E speriamo, che sperare non costa nulla e a fare i pessimisti ci si avvelena il fegato. A Berlusconi piace recitare più parti in una commedia, anche nella sua, se si convince che deve fare il co-padre della patria, magari ci riesce pure. E Veltroni è uno che di politica ci capisce. Vedrete che, se perderà, non perderà di molto. E poi magari sarà, per un po', grossa coalizione.