giovedì, ottobre 27, 2005
Veltroni il quaquaraquà dei sampietrini
Caro Sindaco, noi ci eravamo quasi convinti a deporre le armi e a eleggerla nostro idolo incontrastato. Passi per i concerti per sessantenni sfiatati che ci propina ogni estate davanti al Colosseo, tutti quei suoi idoli d'infanzia che ora a stento trattengono la dentiera dal palco, i Bob Dylan, gli Elton John. Passi per lo show appaltato a Sky delle Notti Bianche che è ormai l'unica sera in cui non si può uscire per Roma, non si possono visitare i musei, non si può andare a un caffè, non si può entrare in un ristorante per tutta l'inutile caciara buona solo a fare il ruffiano con Murdoch. E passi per il fatto che tutte queste cose da vetrina che piacciono solo a quelli come lei, alla fine, li paghiamo noi con le nostre tasse. Ma quando lei ha deciso di svellere tutti i sampietrini dalle strade e rimpiazzarli con un sano asfalto moderno, allora sì che ci siamo detti: lei, signor Sindaco, sarà il nostro Führer. Noi che non usiamo le carrozze per muoverci nella città del Ventunesimo secolo ma dei semplici motorini, le cui ruote s'incavano dentro gli avvallamenti prodotti da questi infernali mattonacci del tempo dei romani (e che Giove li abbia in gloria i romani ma incenerisca con le saette chi ha mantenuto i sampietrini secoli e secoli dopo), noi che siamo moderni, dicevo, pensavamo di aver trovato un Sindaco moderno. Moderno come noi. E attento a salvarci la vita, che prima o poi lasceremo su uno spuntone di sampietrino. E noi l'avremmo seguita, signor Sindaco, ovunque, come soldati dietro al loro Führer, difendendola dai radical-chic che il motorino non ce l'hanno perché si pagano il taxi o l'autista privato, l'avremmo osannata dicevo, fino all'ultimo sampietrino. Senonché, signor Sindaco, anche lei è caduto all'ultimo miglio. Ora una cara amica ci ha confidato che lei è ha ceduto proprio sotto il "balcone", proprio lì dove il suo impeto svellatore ci era più caro, in quella Piazza Venezia che ogni mese macina vite umane e vite giovani perché tutto il male dei sampietrini si concentra in quella piazza e si allea con altri grandi lastroni, i sampietroni, e ini e oni congiurano contro noi poveri utenti di motorino. Lei ha ceduto. Ha ascoltato i suoi accusatori, non s'è fidato dei nostri scudi e ha deciso di non percorrere l'ultimo miglio. Lei ha dichiarato, con la stessa solennità con cui ci aveva illuso, che a Piazza Venezia dovremo continuare a cadere e a rischiare la vita, ogni qual volta il destino ci obbligherà a percorrere quell'infinita rotonda. Insomma, signor Sindaco, lei s'è dimostrato un quaquaraquà qualunque, un Tremonti qualsiasi, un Calderoli de' noantri, un Casini in sedicesimo, uno dei tanti politici con la retromarcia inserita. E mi viene spontanea una domanda: ieri ho percorso in lungo e in largo il quartiere Parioli con il mio motorino. Che bell'asfalto, signor Sindaco, che ha regalato ai ricconi dei Parioli! Perché in periferia, a via della Magliana per esempio, la sede stradale sembra ancora una strada di Pristina dopo i bombardamenti di Clinton e D'Alema?