giovedì, ottobre 13, 2005

Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco

Soprattutto se il gatto è Silvio Berlusconi. Qui non si sostiene la bontà di una legge elettorale contro un'altra, né altre questioni di filosofia politica. Qui si parla di politica. Si osserva e si giudica come la politica si sta svolgendo, adesso, in queste ore, in questi giorni dentro il Parlamento, in quell'aula di Montecitorio che alla fine, nonostante tutto il degrado della politica italiana, resta il palcoscenico supremo delle battaglie campali. Lì, in quell'aula, nel centro dell'arena vociante e urlante, il Cavaliere ha ritrovato la sua forza, in uno scontro frontale e vincente contro l'opposizione. Ha inventato una legge che non piace a nessuno ma non dispiace a troppi, che serve a lui e interessa anche ad altri, che punta il dito sul fallimento del maggioritario all'italiana e di fatto chiude in parentesi il decennio della Seconda Repubblica nel quale è stato protagonista. Berlusconi serra il sipario alla stagione che lui stesso ha interpretato come primo attore, ma si rinnova a guidare anche la stagione successiva. Vede e misura la crisi del berlusconismo ma si adopera per non finirne sotto le macerie. Anzi, cavalca questa crisi e con un temperamento formidabile la gestisce come un cavaliere da rodeo, la doma. Rinasce proporzionalista per recuperare la manciata di voti necessaria a riaprire la partita, ma ci mette del suo, del suo temperamento, per ribaltare l'impressione generale di una CDL declinante e di un'Unione trionfante. Lì, in quell'aula di Montecitorio, la sinistra batte in rotta divisa tra Fassino che medita sulla strategia sbagliata e Violante che dà di matto e inalbera patetici cartelli. Lì, in quell'aula di Montecitorio, la destra riparte galvanizzata nel momento in cui affossa la sua stessa ragione di esistere, la legge maggioritaria, per trovarne un'altra all'ombra del partitismo e del proporzionale. A sinistra s'insinua lentamente il veleno della paura: il flop della manifestazione di domenica scorsa, la disfatta parlamentare, Prodi spaesato, le primarie derubricate a dovere di partito. Che la rimonta sia cominciata? Che Berlusconi sia capace di scrivere la sceneggiatura della crisi del berlusconismo e farsene interprete meglio di chiunque altro? Nella politica spettacolo non c'è ancora un attore migliore di lui? Domande, dubbi, inquietudini a sinistra. Speranze, suggestioni, sorprese in una destra galvanizzata. Qui non si giudica, si osserva. Vale anche per Walking Class, analista del giorno dopo: non dire gatto se non ce l'hai nel sacco. Soprattutto se il gatto è Silvio Berlusconi.