Se non sbarcano stremati sulle nostre coste non fanno notizia. Specie adesso che gli albanesi sono diventati dei cittadini normali di un paese normale che si avvia lentamente lungo la strada dell'Europa. Eppure, la stabilità di questo paese "confinante di fatto" è assai importante per noi italiani. Peccato che alla nostra stampa non interessi un granché. Neppure quando nel Paese delle Aquile si svolge un voto amministrativo con riflessi importanti sul piano nazionale. E' il primo test elettorale dopo il ritorno al potere del conservatore Sali Berisha ma è anche un banco di prova decisivo per le ambizioni del nuovo leader dei socialisti, il sindaco di Tirana Edi Rama, il giovane architetto che ha ridato colore e vivacità alla capitale. Gran parte dell'attenzione si concentra infatti sulla sfida di Tirana, dove Rama gioca la propria partita in prima persona, inseguendo il terzo mandato e dove Berisha ha lanciato il suo delfino, Sokol Olldashi, l'altrettanto giovane ex ministro dell'Interno, politico emergente nella galassia del centrodestra (anche l'Albania, come si vede, si avvia al ricambio generazionale). Le prime proiezioni (solo il 5 per cento dei seggi scrutinati) danno in vantaggio il sindaco uscente: otto punti sul candidato del centrodestra. Se il dato fosse confermato, per il nuovo leader socialista - che ha preso il posto dell'intramontabile Fatos Nano - sarebbe un ottimo trampolino di lancio. Per il centrodestra, al contrario, una brutta battuta d'arresto, segno che la luna di miele con gli elettori è già finita e l'Albania si attende dal nuovo governo ben altro che una sterile retorica politica. Dati sempre parziali segnalano i socialisti in vantaggio a Valona, Fier, Argirocastro, Rrogozhina e Korcia. Il centrodestra avanti a Durazzo (che si avvia all'alternanza) e nella tradizionale roccaforte settentrionale di Scutari.