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D'altro canto la Royal sconterà questa falsa partenza fatta di gaffes internazionali, di approccio errato alla campagna elettorale, di beghe interne al partito e alla sua famiglia. Il dato riportato nel grafico in alto a sinistra (fonte Ipsos-Economist) testimonia lo stacco feroce tra i due candidati nelle intenzioni di voto degli elettori. La nostra impressione è che, per quanto la Francia sia stata rappresentata in questi ultimi anni come un paese molto conservatore, timoroso delle riforme, legato a sicurezze sociali anche difficilmente sostenibili (si pensi alla legge sulle 35 ore), profondamente anti-americano (e quindi anti-capitalista, anti-liberista etc., etc.), la realtà sia ben diversa o almeno molto più variegata rispetto alla rappresentazione mediatica. Probabilmente esiste un'altra Francia che sembra disposta a seguire un programma che si annuncia - almeno nelle intenzioni di Sarkozy - di forte rinnovamento, che non rinnega le tradizioni del paese ma intende svecchiarlo, modernizzarlo, indirizzarlo con ottimismo verso riforme che ne rivoluzioneranno mentalità e struttura. Questa Francia, finora, non aveva trovato una proposta politica che la rappresentasse: né fra i socialisti, lì poco riformisti, né nel centrodestra, appesantito dal conservatorismo d'apparato di Chirac.
Insomma, una Francia reale contrapposta a quella ufficiale descritta dalle élites, dai media e dagli intellettuali. Sull'esistenza di questa "altra Francia" si gioca la scommessa di Sarkozy. Se davvero esiste, come d'altronde i sondaggi sulle intenzioni di voto lascerebbero presumere, allora la partita è aperta e il paese transalpino potrebbe essere la novità più interessante e dirompente dello scenario europeo dei prossimi anni. La Royal, al contrario, e al di là della novità femminile che rappresenta, sembrerebbe più affine a un paese che voglia proseguire sulla strada imboccata nell'ultimo decennio dai governi socialisti o neo-gollisti, che si sono alternati senza grande distinzione: quasi una sorta di grossa coalizione (o coabitazione al governo) spalmata su un lasso di tempo più ampio. Rottura o continuità: questa è la partita politica che si gioca in Francia, e da essa dipenderà il risultato del voto. A prescindere dalle gaffes o dagli inciampi dei singoli candidati.
Come approfondimento, l'articolo dell'Economist sul viaggio di Sarkozy a Londra nel quale si mette bene a fuoco la strategia "calcolata" del candidato del centrodestra verso temi considerati di rottura nella politica francese.
French Corner è la nuova rubrica di analisi di Walking Class attraverso la quale seguiremo i momenti essenziali della campagna presidenziale francese.