L'incredibile è avvenuto. Traian Basescu, sindaco di Bucarest e leader della coalizione Giustizia e Verità, ha vinto il turno di ballottaggio. L'ex premier, il post-comunista Adrian Nastase, ha riconosciuto la sconfitta, dichiarando di voler collaborare con i nuovi vincitori. Il centrodestra, solo un anno fa ridotto a brandelli, conquista dunque la presidenza della Repubblica e darà vita a un nuovo governo. L'era di Iliescu si chiude con un risultato clamoroso che apre le porte a un rinnovamento radicale della vita politica rumena. Il vento di Kiev ha raggiunto Bucarest, l'ansia di rinnovamento delle città ha travolto il compassato post-comunismo delle campagne. Ora tocca al centrodestra non fallire quest'altra occasione, dopo i disastri del periodo di Costantinescu.
Notizie sulle votazioni da Ansa-Balcani, Nine o' Clock, BBC, Southeast European Times.
Più che una coabitazione (presidenza della Repubblica a destra e governo a sinistra) si profila dunque un completo rinnovamento dello scenario politico rumeno, giacché la legislazione assegna al presidente il diritto di nominare il capo del governo, che a sua volta nomina i ministri. Dunque, la vittoria dei socialdemocratici e dei loro alleati umanisti (Pur) alle elezioni legislative di due settimane fa non assicura loro i futuri quattro anni alla guida del governo, e neanche una maggioranza nelle due camere del Parlamento. Secondo quanto aveva annunciato Basescu durante la campagna elettorale, il prossimo premier dovrebbe essere Calin Popescu Tariceanu, presidente del Partito liberale, e Giustizia e Verità potrebbe cercare di governare da sola, con un gabinetto di minoranza. Un'altra possibilità è quella di un governo composto da rappresentanti dell'alleanza di centrodestra e del Partito degli ungheresi di Romania (Udmr) che hanno ottenuto più del 7% dei voti nelle legislative.