domenica, aprile 19, 2009

Quei confini dove la storia non rimargina le ferite

Szczecin (Stettin), il porto fluviale, fotowalkingclass

Il muro in testa è stata una fortunata definizione con cui lo scrittore tedesco Peter Schneider ha rappresentato quel particolare stato psicologico attraversato dai tedeschi dopo la caduta del muro: svanita la barriera che divideva l’est dall’ovest ed evaporate le bollicine dei festeggiamenti, gli uni e gli altri, i tedeschi dell’est e i tedeschi dell’ovest si sono ritrovati di fronte con i pregiudizi e le diffidenze reciproche, maturate in quarant’anni di divisione. Nel frattempo altri muri sono caduti lungo la frontiera orientale d’Europa, ma il muro in testa, quello mentale che resiste anche quando quello fisico si sgretola, descrive con efficacia altre storie e altri incontri. Ad esempio, quelli tra tedeschi e polacchi [... continua su Ff Web Magazine].