Una silenziosa frenesia, non troppo distante da quella che si può osservare oggi negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie della Germania. Ma non era il silenzio, né la conversazione “ferroviaria” di rondinelle e passerotti ad attirare la rumorosa combriccola dei poeti del futurismo italiano, che negli anni Dieci e Venti elessero Berlino a simbolo dell’ideale futurista europeo. La modernità avanzava [... continua su Ideazione/Alexanderplatz].
Le puntate precedenti di "Viaggiatori italiani in Germania":
1. I barbari di Tacito
2. L'incubo doganale