sabato, giugno 23, 2007
South Stream, il gasdotto che venne dal freddo
Il nome non porta molto bene, almeno da noi dove Stream in verità ricorda il più strampalato esperimento di tv satellitare a pagamento (servito solo a Murdoch per mettere un primo piede nell'emittenza italiana). Ma questa è solo una battuta. South Stream è invece il nuovo gasdotto che trasporterà gas dalla Russia all'Europa attraverso il Mar Nero e la Bulgaria. Un terzo braccio che promette di soddisfare le esigenze energetiche del Continente ed evitare una crisi di approvvigionamento nel 2015. Il progetto è firmato Eni-Gazprom, che rafforzano così la loro cooperazione. Francamente siamo diventati molto, molto scettici sui continui allarmismi che si susseguono circa la scarsità degli approvvigionamenti energetici futuri e ci piacerebbe che almeno un po' degli investimenti che vengono fatti sulle risorse tradizionali venissero dirottati per finanziare lo sviluppo delle energie pulite. Però questo progetto ci pare molto importante e, da appassionati di geopolitica, ci divertiamo per il momento a seguire con la mente il percorso dei tubi. Dalla costa russa di Beregovaya si tuffano nel Mar Nero a profondità inaudite (oltre 2mila metri), poi riemergono sulla costa bulgara, immaginiamo dalle parti di Burgas o Varga. Da lì, divisione in due tronconi. Uno verso l'Austria attraverso i Balcani, l'altro verso l'Italia, in direzione Otranto attraverso la Grecia e l'Adriatico. Almeno avremo risparmiato un po' di inutili rigassificatori, navi gasiere e piattaforme logistiche.