Questo post riguarda quello strano paese che sta diventando la Polonia sotto la guida, verrebbe da dire sotto la morsa, dei due gemelli Kaczynski. Prima ce li togliamo di torno, quei due e i loro alleati dei partiti del tredicesimo secolo, e meglio è. La regina di questi giorni è una tale Ewa Sowinska, nota all'anagrafe sociale come portavoce dei diritti dei bambini (avete notato la proliferazione di queste cariche di portavoce, dietro le quali, ad ogni latitudine, si nascondono mezze calzette a caccia di notorietà?).
La Sowinska ha ovviamente ambizioni politiche. Un giornale conservatore (e dunque al di sopra di ogni sospetto) come la Frankfurter Allgemeine la considera legata al "nazionalclericale" partito della Lega polacca delle Famiglie, formazione governativa dalle "larghe vedute" che qualche tempo fa aveva addirittura imbarazzato il Vaticano per le sue posizioni reazionarie e xenofobe. Bene, neppure tanto originale, la Sowinska ha ripreso una polemica statunitense accusando Tinky Winky, popolare personaggio della trasmissione Teletubbies, di diffondere subdolamente la cultura omosessuale. Porta una borsetta femminile, ha dichiarato la Nostra, e io stessa non avevo capito in un primo momento che si trattava di un uomo.
Magari si tratta di un pupazzo, ma la cosa non è finita qui. Ora un'equipe di psicologi sta valutando con attenzione le attitudini sessuali del pupazzo, pronta a decretarne l'ostracismo se risulterà che il pelo di Tinky Winky si elettrizza al contatto con altro pelo di peluche maschile. La psicosi dilaga: alcune radio avrebbero lanciato una sorta di sondaggio per scoprire quali altri personaggi dei cartoni nascondono il destabilizzante virus dell'omosessualità e qualcuno avrebbe già puntato i sospetti sulle amicizie solo maschili di Winnie the Pooh. Unite con un filo rosso questa notizia a quella della circolare del ministro dell'Educazione (e segretario della Lega delle Famiglie) che obbligherà al licenziamento i professori accusati di favorire l'omosessualità e avrete la misura della deriva polacca. Almeno a livello politico, perché poi la Polonia reale è, per fortuna, tutta un'altra musica.