"Chissà, forse la crisi d’identità che stringe i cuori degli ex tedeschi dell’Est può esser descritta da scene come questa. Stazione di Berlino Friedrichstrasse, nel centrale quartiere Mitte, vecchio settore orientale, una fredda mattina d’inverno. Sul quarto binario scivolano, uno appresso all’altro, i convogli regionali diretti alle città sul confine polacco: Frankfurter an der Oder, Cottbus, Angermünde. Non c’è molta gente sulla piattaforma: questa è soprattutto una stazione metropolitana. Negli anni del Muro, c’era uno dei punti di passaggio tra le due Berlino. Gli occidentali arrivavano, scendevano dai vagoni, s’incolonnavano lungo scale buie e sudicie per essere inghiottiti dai corridoi sotterranei. Laggiù era in funzione un vero e proprio girone dell’inferno burocratico, dominato dalla luce fioca di vecchie lampadine e dal ronzio tecnologico di sofisticatissime telecamere. Ci si stringeva quasi come dentro un rifugio di guerra, stipati e silenziosi, camminando lenti in fila indiana, ammutoliti dallo sgomento per una procedura che ricordava i film di guerra e dalla preoccupazione che il vopos, la guardia di frontiera, trovasse un impedimento, uno qualsiasi, per bloccare il passaggio e rispedirti indietro: un bollo scaduto, una merce proibita, una moneta di troppo, dimenticata in qualche tasca. Oggi, i sotterranei della stazione di Friedrichstrasse sono illuminati da lampade ad alta luminosità e basso consumo, e i lavori degli anni passati hanno trasformato gli stretti corridoi in ampie vasche per lo shopping. A qualsiasi ora ci si può abbuffare di croissant francesi, pizza italiana, sushi giapponese o riso alla cantonese: e se proprio non si resiste al richiamo della cucina di casa, un paio di fast food ricreano l’atmosfera di una birreria bavarese o di un chiosco di pesce fritto amburghese. Ma sopra, sulle piattaforme, non c’è molta gente a quest’ora, e tutti si stringono nei cappotti o nei piumoni per difendersi dal vento tagliente che penetra nel caratteristico tunnel della stazione, aperto alle due estremità...".
E' l'inizio di un mio reportage dalla Germania, scritto un paio di mesi fa per l'edizione cartacea di Ideazione in occasione del quindicesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino. Da qualche giorno è disponibile sul sito on line di Ideazione [Link].