mercoledì, ottobre 01, 2008

La storia e la cronaca

Se il risultato delle elezioni bavaresi può essere definito storico senza retorica, non è solo o tanto perché la Csu s'è beccata una batosta peraltro annunciata (anche se le proporzioni sono state superiori). Se si vuol definire storica un'elezione è necessario spingere un po' più in là l'analisi di quanto accaduto e porre l'evento in una prospettiva di lungo periodo, come si è cercato di fare nell'articolo di ieri. Poi c'è la cronaca che si mette in scia della storia e forse, fra qualche tempo, aggiungerà anelli alla lunga catena delle trasformazioni. Sul piano della cronaca, cioè delle conseguenze immediate dell'evento storico, c'è da segnalare l'abbandono del duo che ha trascinato i cristiano-sociali sotto la maggioranza assoluta (il leader del partito Huber ieri, il Ministerpresident uscente Beckstein oggi, che dunque non avrà il compito di tentare il nuovo governo di coalizione). Ad assumere i "pieni poteri" dovrebbe rientrare da Berlino il ministro federale Seehofer, ma la Frankfurter Allgemeine ci informa che la battaglia è assai più ampia.

Intanto in Assia la Ypsilanti (Spd) sblocca la trattativa con Verdi e Linke per un governo di minoranza rosso-verde con l'appoggio esterno della sinistra radicale. E' il primo ingresso (seppur dalla finestra) della Linke nel parlamento di un Land occidentale. Qui si sostiene da tempo la piena legittimità politica della Linke (con tutto il suo carico di ambiguità rispetto al passato, ma il titolare di questo blog viene dall'Italia, dove negli ultimi anni hanno avuto incarichi di governo post-fascisti e post e neo comunisti e dove a capo dell'esecutivo siede un principe del populismo). La vicenda dell'Assia, però, puzza tanto di spasmodica ricerca del potere più che di seria e costruttiva ricerca di nuove alleanze e nuove strategie, come scrive Boggero su Germany News. Tuttavia la politica è anche (talvolta soprattutto) potere, dunque non ci si deve troppo scandalizzare. In tempi di crisi nuove strade vengono intraprese più grazie ai condizionamenti delle contingenze (la cronaca?) che in seguito ad analisi programmatiche (la storia?). Come dimostra anche la travagliata vicenda italiana, le fasi di transizione sono complesse, i percorsi obliqui, le soluzioni incerte.