Nonostante il binomio Cdu-Csu stia inanellando una sconfitta dietro l'altra nelle elezioni locali (comunali o regionali) che si vanno succedendo, e nonostante la nuova leadership dell'Spd abbia rimescolato le carte in casa socialdemocratica, Angela Merkel resrta saldamente in testa a tutti i sondaggi d'opinione che vengono realizzati in questo periodo. Oggi, giorno simbolico perché è la festa della riunificazione tedesca, giungono i risultati del "Deutschland Trend" dell'ARD, il primo canale pubblico tedesco. Messi a confronto i due candidati alla Cancelleria, Angela Merkel stacca Frank-Walter Steinmeier di ventuno punti nel gradimento degli elettori: 53 per cento per la cancelliera uscente, 32 per cento per lo sfidante. Due cose possono al momento consolare il ministro degli Esteri. La prima: nella soddisfazione per il lavoro svolto, la sua percentuale è praticamente identica a quella lusinghiera della cancelliera (68 a 69). La seconda: punto più punto meno, questa era la stessa distanza di partenza di Gerhard Schröder dalla Merkel nelle elezioni precedenti, distanza che poi l'ex cancelliere riuscì quasi completamente a recuperare. Di contro, questa volta i ruoli sono invertiti, e sarà la Merkel a potersi giovare del "bonus del cancelliere".
Ancora più netti i risultati se si guardano le singole questioni (a questo si riferisce il grafico riportato dall'ARD in apertura del post). Merkel batte 57 a 25 Steinmeier come capacità di leadership, 45 a 19 come percezione di vicinanza ai problemi dei cittadini, addirittura 34 a 29 come attenzione ai diritti sociali, campo tradizionalmente favorevole ai socialdemocratici. Se è lecito interpretare qualcosa, la cancelliera è percepita come una leader capace di guidare il paese e allo stesso tempo attenta alle questioni che preoccuopano i cittadini, una sorta di politico della porta accanto. Mentre Steinmeier, complice anche il suo ruolo di "diplomatico con la valigia" appare più distante e distaccato.
Interessanti poi altri spunti forniti dal "Deutschland Trend". Come il sondaggio sui partiti. In calo - ma ormai questo sembra il leit motiv di questi anni - i due partiti di massa: 35 per cento per Cdu-Csu e addirittura ritorno al 25 per cento per l'Spd. Nessun beneficio dal cambio di guida, per il momento. Crescono invece ancora i liberali (13 per cento) e si mantengono a buon livello anche la Linke e i verdi (con l'11 per cento). Ormai non si può più parlare di piccoli partiti, riferendosi ai tre gruppi minori e la Germania è entrata a pieno titolo in un sistema a cinque partiti, che pone problemi inediti di stabilità. Tuttavia si delinea interessante il ruolo dell'Fdp, dei liberali, che stanno vivendo una nuova giovinezza e che potrebbero anche diventare l'ago della bilancia per un governo che eviti la replica della Grosse Koalition. Mancano pochi punti percentuali, ma l'Fdp potrebbe trovarsi nella condizione di essere determinante sia per un governo di centrodestra con la Cdu-Csu, che per la riedizione di un centrosinistra (stile anni Settanta) con l'Spd e l'aggiunta dei verdi (Ampelkoalition).
Sviluppo curioso, visto che fino a questo momento l'attenzione di tutti gli osservatori si era concentrata sul nuovo fenomeno della Linke. Che conferma tuttavia la sua inevitabile spinta orientale. Nelle regioni dell'ex Germania Est, infatti, il sondaggio dell'ARD la piazza come primo partito, con il 29 per cento, un filo davanti alla Cdu e all'Spd. I risultati in dettaglio del "Deutschland Trend" di ottobre li trovate nella riproduzione in flash qui.