domenica, ottobre 05, 2008
Il riscatto degli albanesi
A quasi diciotto anni dalla prima ondata migratoria (Brindisi, marzo 1991) la comunità albanese in Italia ha trovato il suo posto di rispetto nella nostra società. Lo certifica il Rapporto sugli albanesi in Italia, stilato da Caritas-Migrantes, di cui Maria Antonietta Calabrò offre un ampio riassunto sul Corriere della Sera. I risultati sono sorprendenti solo per chi non conosce le mille sfaccettature degli albanesi in Italia e si lascia condizionare dai fatti di cronaca nera che, naturalmente, impressionano maggiormente l'opinione pubblica, complice anche un'informazione incapace di dosare anche le notizie positive che riguardano la difficile vita degli immigrati (quando non interessata per fini politici a soffiare sul fuoco delle paure). Per quanto riguarda gli albanesi, comunque, sarebbe ora che gli italiani modificassero i loro stereotipi e magari fossero anche un po' orgogliosi di aver evidentemente in qualche modo contribuito alla loro integrazione. Va da sé che l'esperienza albanese lascia ben sperare anche riguardo a quella che sembra essere diventata la nuova fobia degli italiani, i rumeni. Già oggi, a leggere con la dovuta attenzione dentro la comunità rumena, è possibile rintracciare quegli stessi semi che hanno consentito agli albanesi di superare emergenze e difficoltà. E' una questione di tempo ma anche di tolleranza e opportunità offerte da parte delle istituzioni, delle popolazioni e delle economie italiane, che possono accorciare questo tempo. Il risultato sarà a somma positiva per tutti. Avendo seguito fin dall'inizio la lunga vicenda degli albanesi e dell'Albania, fin da quel lontano sbarco nel porto di Brindisi del 1991, il rapporto Caritas-Migrantes è la conferma di una speranza a lungo coltivata. Una speranza su cui sarebbe il caso che qualcuno avesse il coraggio di spendersi anche politicamente.