venerdì, novembre 06, 2009

Havel, la dissidenza come scelta morale

Praga vent'anni dopo la rivoluzione di velluto (fotowalkingclass)

Quella di Vaclav Havel è forse la parabola più bella tra quelle che la storia ha saputo scrivere nell’anno fatale del 1989. Il dissidente per eccellenza, l’intellettuale, lo scrittore e il drammaturgo che aveva pagato con il carcere l’iniziativa di Charta ’77 – «l’associazione libera e aperta di persone» che con l’appello al rispetto basilare dei diritti dell’uomo rappresentò una delle iniziative di dissenso più importanti di tutta l’Europa orientale – prese la leadership della rivoluzione di velluto e arrivò fin su al Castello, la splendida cittadella in cima alla collina di Praga, il luogo del potere [pubblicato sul Secolo d'Italia, in lettura su East Side Report].