Oppure, tanto per rimanere in Italia, fermarsi un migliaio di chilometri più a nord, dalle parti di Gorizia, e attraversare, senza quasi neppure accorgersene, quello che prima era un confine di sangue e di lutti per prendere alla stazione ferroviaria Transalpina (che nei secoli era passata di qua e di là, ballonzolando tra Austria, Italia, Jugoslavia e Slovenia) uno scalcinato treno locale verso Rijeka (una volta Fiume) e Lubiana. Senza neppure mostrare un documento d’identità, da quando la piccola nazione rinata resistendo ai carri armati di Belgrado ha abbandonato il socialismo dal volto titino ed è entrata nella cosiddetta area Schenghen. In vent’anni [... continua su Ff Web Magazine].