mercoledì, febbraio 18, 2009

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Un fantasma si aggira per il settore bancario della Germania ed è quello della nazionalizzazione. Una misura estrema che il governo ha approvato oggi, imprimendo una marcia drammatica alle misure adottate in questi mesi per affrontare la crisi economica e finanziaria che sta aggredendo con particolare veemenza la prima economia d’Europa. E’ la prima volta dal dopoguerra che un governo permette la possibilità di espropriare, in casi specifici, gli azionisti degli istituti di credito. Il disegno di legge prevede delle condizioni. L’eventualità è derubricata come ultima ratio: devono cioè risultare inefficaci tutte le altre opzioni a disposizione. Poi c’è un limite temporale: l’esecutivo ha tempo fino al 30 giugno per avviare una procedura di espropriazione. Scaduto questo termine, la misura estrema non potrà più essere varata.

“Nessuna banca di interesse strategico può essere lasciata fallire”, ha dichiarato il ministro delle finanze della Grossa Coalizione, il socialdemocratico Peer Steinbrück, nella conferenza stampa di questa mattina, presentando il disegno di legge del governo, “pena un drammatico effetto domino sull’intero sistema finanziario internazionale”. E la cancelliera Angela Merkel ha aggiunto sconsolata: “Non c’era altra soluzione”.

La legge è fatta apposta per prevenire il fallimento della banca immobiliare Hypo Real Estate, che vive da molti mesi sull’orlo del collasso, ma ha subito scatenato il dibattito fra le forze politiche e gli esperti. Molti temono che il percorso imboccato dal governo con i due pacchetti di stimolo all’economia (l’ultimo dei quali in turbolenta discussione nel Bundesrat, la Camera delle Regioni), con l’intervento dello Stato nel capitale bancario (è stato il caso della Commerzbank, la seconda banca del paese) e con le misure a tutela di chi perde il lavoro, preconizzino un prepotente ritorno del sistema pubblico nell’arena economica. Per quel che riguarda la Hypo Real Estate le opzioni alternative sembrano già tutte consumate e la nazionalizzazione è data ormai per certa: secondo indiscrezioni, al massimo entro il prossimo autunno l’istituto immobiliare sarà di proprietà del governo.

L’associazione che tutela gli interessi degli azionisti ha rispolverato un concetto che pareva passato di moda, accusando di “socialismo” il disegno di legge appena approvato. La cancelliera rispedisce le accuse al mittente, sostenendo che tali misure sono dettate dalla volontà “di difendere il libero mercato, non di affossarlo”. La stabilità del sistema finanziario è la linea d’ombra dietro la quale si barrica la Grossa Coalizione, mentre i dati forniti dagli istituti segnano ogni mese preoccupanti cifre in rosso. Di ieri sono ad esempio anche i risultati della più grande banca regionale della Germania, la Landesbank della regione Baden-Württemberg, il Land di Stoccarda, che denuncia per l’anno passato una perdita di 2,1 miliardi di euro: un dato catastrofico determinato in gran parte dal fallimento dell’americana Lehman Brothers. Problemi simili vivono in questi giorni due altre solide banche regionali, la bavarese BayernLB e l’anseatica HBH Nordbank. E di nuovo la Commerzbank, che tra le varie vicissitudini ha sofferto anche per l’esposizione verso la quasi bancarotta dell’Islanda, annuncia l’azzeramento dei dividendi per dirigenti e dipendenti.

Tuttavia, al di là di cifre e grafici, è l’accusa di “socialismo” a scatenare il confronto. Sulla nazionalizzazione il governo parla di “un tabù da infrangere”, data la gravità della situazione: Steinbrück invita tutti i politici al pragmatismo e al realismo, lasciando perdere battaglie di tipo ideologico. L’opposizione liberale invece insorge, forte anche dei recenti successi elettorali, a detta di molti dovuti proprio allo scivolamento delle posizioni della Cdu di Merkel verso un più deciso interventismo in economia. Tutto ruota attorno al concetto di economia sociale di mercato, il mantra che ha accompagnato la storia di successo della Repubblica Federale dal dopoguerra ad oggi. Per i liberali, leggi come questa sulla nazionalizzazione delle banche ne prefigurano la fine. Per la cancelliera sono un mezzo per difenderla. L’impressione è che la coperta, anche quella di un paese solido come la Germania, si sia fatta troppo corta.