Dove vola il soffio del vulcano. Ipotesi dello stato dei cieli europei questa mattina alle 13 (ora di Greenwich). Fonte: Met Office England, via Der Spiegel.
Le polveri generate dal vulcano islandese continuano a vagare per i cieli d'Europa. Mai le previsioni del tempo sono state seguite con tanta attenzione, minuto dopo minuto, per cercare di intuire dove andasse a parare il curioso fronte nuvoloso. Sembra di rivivere, in tono ovviamente meno drammatico, le ore e i giorni successivi all'esplosione della centrale nucleare di Chernobyl (ieri Unione Sovietica, oggi Ucraina), con il fungo - allora atomico - che viaggiava accompagnato da isobare e venti. I disagi riguardano oggi soprattutto il traffico aereo e la funzionalità degli aeroporti, problema di non poco conto dato il volume di mobilità del mondo contemporaneo. E come ormai accade in molti aspetti della nostra vita, un battito di farfalla in Islanda, può provocare catastrofi (o in questo caso inconvenienti) dall'altra parte del globo. La Scandinavia è stata colpita per prima, data la vicinanza geografica a Eyjafjallajökul, questo il bizzarro nome del vulcano: scali aerei bloccati per tutta la giornata di ieri in Norvegia, Svezia e Finlandia. Ma la paralisi del traffico internazionale si è avuta quando, sotto l'attacco delle polveri di lava, sono caduti gli aeroporti londinesi, punto nevralgico delle rotte europee e intercontinentali. L'allarme è scattato anche in America, molti voli per l'Europa sono saltati e la Cnn a tarda notte (europea) monitorava in diretta l'avanzare del fronte, declinando, come tradizione dei media americani, scenari drammatici. Una cronaca serrata, più o meno come quella dei media italiani che seguono oggi le disavventure di Berlusconi e Fini.
Dopo Londra, Bruxelles, poi Parigi, Amsterdam e Francoforte. L'intero sistema di hub europei è andato al tappeto. E in più decine di aeroporti più piccoli in tutta l'Europa settentrionale e centrale. Nel corso della giornata sono stati chiusi gli spazi aerei della Repubblica ceca e della Slovacchia, di gran parte della Polonia, delle Repubbliche baltiche e di parte della Russia. Decine di voli provenienti da tutto il mondo, dall'Asia, dall'Africa e dalle Americhe sono stati cancellati. Qui in Germania, al momento in cui scrivo questo post, si decolla e si atterra solo a Monaco di Baviera. Ma dalla serata - è ufficiale - si chiude anche lì. I due aeroporti berlinesi, Tegel e Schönefeld, già bloccati per qualche ora ieri, sono stati richiusi in mattinata. La lufthansa ha appena comunicato di aver cancellato tutti i voli per l'Europa fino alle 12 di domani. I disagi all'interno sono numerosi, a Francoforte sono state allestite centinaia di brandine per ospitare gli sfortunati viaggiatori che non trovano posto negli alberghi, il conto salato di rimborsi, assistenza e mancati introiti sarà altissimo per le compagnie aeree. Gli esperti paragonano il caos di questi due giorni solo a quello conseguente all'attacco terroristico dell'11 settembre 2001 a New York e Washington.
E nel frattempo si susseguono gli allarmi per la popolazione, chissà, forse pure un po' esagerati. Chi soffre d'asma, ad esempio, farebbe bene a respirare con cautela o, se può, a starsene rintanato in casa. Qui a Berlino, dove la nube insisterebbe già dalla serata di ieri, il cielo è stato nuvoloso per l'intera giornata e da un paio d'ore splende un sole pallidino. Ma è difficile dire che sia colpa della lava, in genere non è che il sole picchi tantissimo se non, quando c'è, in piena estate. Insomma esce più fumo dalla mia Lucky Strike, per dirla tutta.
Oltre ai tanti poveri cristi intrappolati negli androni degli aeroporti, il caos aereo sta bloccando anche tanti cristi meno poveri, i cosiddetti vip. Quelli del pallone, ad esempio: la Bundesliga si giocherà regolarmente, in uno dei sabati di fine campionato con i verdetti per lo scudetto e per le retrocessioni ancora aperti. Ma i giocatori delle squadre impegnate in trasferta sono stati costretti a ripiegare in tutta fretta su treni o autobus per raggiungere le destinazioni previste. A Cracovia sono in dubbio i funerali di Stato di Lech Kaczynski e di sua moglie: l'aeroporto è ancora aperto ma è in zona a rischio e, soprattutto, non si sa se potranno volare i capi di Stato e di governo che erano stati invitati, da Obama alla Merkel, da Berlusconi a Sarkozy. E intanto la cancelliera, in volo dagli Stati Uniti alla volta di Berlino, è stata costretta qualche minuto fa ad atterrare a Lisbona. Secondo le indiscrezioni dei funzionari di governo, trascorrerà lì l'intera notte e, se le previsioni saranno rispettate, potrà fare rientro nella capitale non prima del pomeriggio di domani. Tutto però resta appeso ai capricci dei venti e non è detto che la nube si dissolva del tutto in poche ore: c'è anche chi prospetta uno stop più lungo. Lisbona: sole, mare e una bella cena a base di pesce. Sì, sono i vip, in qualche modo viaggiatori da business class.