martedì, dicembre 02, 2008

Contrordine compagni (rumeni)

(Oradea, statua di Matteo Corvino, fotowalkingclass)

La notte porta scompiglio. Non cambia la forma, cambia la sostanza. La forma: la Romania è proprio come l'Italia, cioè gli exit poll giocano brutti scherzi. La sostanza: i socialisti si svegliano l'indomani senza la vittoria annunciata (anche se la formazione del governo sarebbe stata comunque difficile). Quando alle domande si sono sostituite le schede, il quadro è cambiato, le distanze tra socialisti e conservatori si sono riavvicinate e gli equilibri potrebbero riportare al governo il centrodestra. La chiave del nuovo esecutivo è infatti in mano ai liberali del Pnl che con il loro 18 per cento decideranno le nuove alleanze. A sinistra Pds e Pc si sono attestati al 33 per cento, appena mezzo punto avanti ai conservatori del Pd-l (il trattino non è un errore). Rispetto ai larghi dati della sera precedente, si deve parlare di un testa a testa. E il confronto con la tornata precedente ora addirittura penalizza la sinistra. La delusione del suo leader Mircea Geoana, è palpabile, anche perché gli exit poll seguivano una sgriscia di sondaggi tutta favorevole al suo partito.

Nella legislatura uscente, liberali e conservatori hanno governato assieme, per poi dividersi alle elezioni. La cosa più probabile ora è che tornino assieme: divisi hanno preso ancora più voti. Ora il pallino passa nelle mani del presidente della Repubblica Badescu, che avrà sessanta giorni per sbrogliare la matassa, incaricando il premier in pectore che dovrà avviare le trattative. Tariceanu, leader dei liberali, spera tocchi ancora a lui. La costituzione stabilisce modi e tempi: sessanta giorni e due tentativi. Se lo stallo permane si torna al voto. Potrebbe quindi fermarsi il pendolo della politica rumena dopo anni di continue alternanze, questa volta a destra. Se questo significherà anche stabilità e progresso, saranno i prossimi mesi a dircelo. Approfondimento da: Faz, Nine o' clock, The Right Nation.