venerdì, marzo 07, 2008

Lettera chiusa a Rita Bernardini

Su questo blog scrivo ormai poco di Italia. Quanto sia delicato il momento della presentazione delle liste elettorali è testimoniato dal particolare nervosismo che investe tutti i partiti. Fanno specie le dichiarazioni di candidati e trombati: ho letto quelle di un egregio signore impegnato nell'anti-mafia, e per molte ore in bilico nel pallottoliere dei candidati, che misurava la volontà di lotta alla mafia del Pd dal fatto che lui personalmente fosse in lista (fra i sicuri) o meno. Dichiarazioni roboanti, che non temono il ridicolo, tanto più che con questa legge elettorale i partiti decidono vita, morte e miracoli dei loro candidati. Si sa, più o meno con certezza matematica, chi sarà eletto e chi no. Quindi una certa dose di nervosismo è spiegabile e, in qualche caso, addirittura comprensibile. A noi di Ideazione è capitato di incocciare, in questi giorni, il nervosismo del partito radicale.

Da quelle parti sono però tanto nervosi, che alla segretaria Rita Bernardini è venuto a mancare il tempo per rispondere gentilmente alle domande di un nostro giornalista che stava svolgendo un'inchiesta sui radicali. Ma quel tempo lo ha trovato, il giorno dopo, per inviare una letterina sgarbata nella quale, alla fine, si chiede se la linea del giornale non sia dettata da Daniele Capezzone, nominato lo scorso anno nemico acerrimo di tutta la combriccola che gironzola attorno ai due mostri sacri del partito, Marco ed Emma.

Chi vive male, pensa male e giudica male. Diciamo che la mia impressione è che la Bernardini non viva bene. E quindi non pensi bene e non giudichi bene. Si chiede chi sia a decidere la linea politica del nostro giornale, con l'atteggiamento di chi è abituato ad avere sempre un padrone al quale attaccare le proprie idee e le proprie azioni. Casca male. La linea (editoriale, non politica) di Ideazione la scegliamo noi, noi che la facciamo, noi che ci scriviamo. Di più: Ideazione si è presa da qualche tempo il lusso e la briga di avere una linea editoriale tanto libera da affidarla di volta in volta a chi esprime la propria opinione. L'intento è di dimostrare che si possono dire cose intelligenti senza per forza doversi iscrivere in una qualche casella ideologica o partitica. Una volta i radicali erano maestri in questo.

Scegliamo collaboratori che, secondo noi, hanno cose intelligenti da dire ai lettori. Secondo noi, Daniele Capezzone ha cose intelligenti da dire, per questo è un collaboratore apprezzato e prezioso e quando scrive (il lunedì per l'esattezza) esprime la sua opinione e contribuisce a formare la linea editoriale della rivista. Accade lo stesso con commentatori che hanno opinioni di destra, di sinistra e nessuna opinione. La cosa può apparire un po' eccentrica ma non è difficile da capire.

Pensavamo che anche Rita Bernardini avesse delle cose intelligenti da dire, a noi e ai nostri lettori, in una fase delicata per le trattative del suo partito. E per questo il nostro giornalista l'aveva cercata. Ci hanno insegnato che una buona regola dei politici è quella di farsi trovare sempre pronti, a discutere e se è il caso anche a litigare con i giornalisti. Mai a negarsi. Troppo facile rispondere il giorno dopo, per di più in modo un po' arrogante e assai banale.

Barbara, che adesso dirige Ideazione, fa correttamente il suo lavoro e nel suo articolo la invita a inviarci le sue opinioni non il suo fiele. E' il compito di un direttore quello di mantenere la porta aperta. Io, invece, che me ne sto qui in disparte, felicemente lontano, appollaiato sull'Alexanderplatz, le do un altro consiglio. Non ci scriva. Non ci cerchi. Si tenga stretta il posto sicuro alla Camera che le hanno riservato e provi a svolgere bene il suo futuro lavoro di deputato. Ma a noi non scriva. Se non ha cose intelligenti da dirci su quello che sarà il partito radicale, ci aiuti almeno a mantenere il buon ricordo di quello che fu.