giovedì, dicembre 27, 2007
Finalmente Brindisi. Arrivederci al 2008
Si torna in Italia, dopo cinque mesi. Si torna a casa, a Brindisi, porta d'Oriente e terra di confine, appollaiata sul mare con i Balcani di fronte e la Grecia nell'aria. Aria di casa. Aria di frontiera. Aria meticcia. Come sempre, i miei posti preferiti. Buon anno a tutti. Le "trasmissioni" riprenderanno fra qualche settimana.
mercoledì, dicembre 26, 2007
Leaving Berlin, never easy
Tre settimane di pausa, un po' di tepore mediterraneo. Non farà male. Ma lasciare questa città diventa ogni volta più difficile.
Berlusarkò
Per convincermi che Nicolas Sarkozy sia proprio uguale identico a Silvio Berlusconi dovete prima convincermi che Michela Brambilla abbia lo stesso fascino di Carla Bruni. Poi iniziamo a discutere.
martedì, dicembre 25, 2007
Oh Tannenbaum
Buon Natale a tutti i lettori.
sabato, dicembre 22, 2007
Parigi-Amsterdam-Roma
Finalmente Air France. Era il piano migliore per salvare Alitalia. Sparisce l'inutile, costoso, idiotissimo hub di Malpensa. Ora la palla passa alla politica. Cioè a quelle specie di centrosinistra, centrodestra e sindacato che ci ritroviamo in Italia. Speriamo bene. Intanto, onore a Filippo Penati, presidente di centrosinistra della Provincia di Milano che ha il coraggio di uscire dal coro dei dolenti lombardi e di affrontare con spirito innovativo le sfide del mercato. Sui Formigoni, i Bossi e i Calderoli, stendiamo veli pietosi.
La Slovenia alla prova di maturità
Non sarà un semestre europeo ordinario, quello che vedrà impegnato la Slovenia a partire dal primo gennaio 2008. Il nostro piccolo vicino di casa ha fatto in questi anni passi da gigante, segnando una serie di record da fare invidia a tutti gli altri paesi est-europei entrati nell'Ue nel 2004. E' da sempre il primo della classe, ha l'economia più stabile, ha già introdotto l'euro senza particolari scossoni, sarà anche il primo a gestire per sei mesi la politica del continente. Ieri notte, la festa europea dell'allargamento di Schengen ha toccato anche l'Italia, proprio nel suo confine nord-orientale, fra Trieste, Gorizia e Nova Gorica: da Venezia a Lubiana senza più frontiere e controlli, lungo un limes che ha raccontato pagine tragiche di storia. Anche così l'Europa cura le ferite del passato e apre nuovi scenari. Da gennaio la Slovenia prende il timone e si troverà a gestire la questione del Kossovo. Come dire, nessuno sconto per i nuovi arrivati: subito la prova più difficile. Ma, ovviamente, per la sua storia recente, la Slovenia ha tutte le carte in regola per gestire la crisi che si aprirà.
venerdì, dicembre 21, 2007
La notte in cui caddero le frontiere
Questa e le altre foto qui documentano le feste di confine tra Est e Ovest, nella notte in cui in Europa caddero altri muri. Come scrive la rivista Transitions Online, la speranza è che questo slittamento dei confini europei ad Est non spinga a creare nuovi muri verso quei paesi (e qui si pensa innanzitutto all'Ucraina ma anche alla Croazia e ai Balcani) che per ora sono rimasti fuori.
Malinconie
Die alten Straßen noch,
die alten Häuser noch,
die alten Freunde aber sind nicht mehr. (*)
(*) dedicata agli amici conosciuti in questi due mesi al Goethe-Institut che hanno lasciato Berlino e con i quali, spero, i contatti proseguiranno sul web. Ai pochissimi che sono rimasti, appuntamento alla ripresa di febbraio.
die alten Häuser noch,
die alten Freunde aber sind nicht mehr. (*)
(*) dedicata agli amici conosciuti in questi due mesi al Goethe-Institut che hanno lasciato Berlino e con i quali, spero, i contatti proseguiranno sul web. Ai pochissimi che sono rimasti, appuntamento alla ripresa di febbraio.
Giù le frontiere, l'Europa è più unita
Non c'è più l'entusiasmo di diciotto anni fa e i giornali dell'Europa occidentale sono ripiegati su se stessi, sulle notizie interne, sui nuovi amori di Sarkozy, sulle raccomandazioni maschiliste di Berlusconi alla Rai, sulle gaffes di Gordon Brown, sugli scioperi minacciati dei macchinisti tedeschi. Eppure questa notte l'Europa si unisce ancora di più. Il trattato di Schengen si allarga ai paesi che sono entrati nell'Ue nel 2004. Qui in Germania si aprono le frontiere con Polonia e Repubblica Ceca. Senza passaporti e controlli si entra da questa notte anche nelle Repubbliche Baltiche. Da Berlino a Tallin senza più frontiere, nel nome di un'unica identità e di un progetto che sessant'anni fa appariva visionario. L'Europa fa sempre fatica ma la sua unità procede, inesorabile, come un diesel. Schengen, la moneta unica, l'allargamento. Nomi burocratici che non scaldano i cuori ma cambiano, lentamente, la nostra vita di tutti i giorni. In meglio. L'Europa racconta oggi una storia di successo. A pochi chilometri da Vienna cadono le frontiere con Slovacchia e Ungheria e Budapest festeggia la caduta di un altro filo spinato, dopo quella di diciotto anni fa che diede il via al gioco del domino. Anche l'Italia vive la sua apertura, a Trieste e Gorizia, dove un confine di conflitti e di sangue viene giù, finalmente, aprendo prospettive nuove. Benvenuti, fratelli ritrovati.
mercoledì, dicembre 19, 2007
Il sesso di Repubblica
Lo toglieranno fra poco, quando qualche redattore sensato leggerà il titolo. Per ora, comunque, sulla homepage di Repubblica, si dà notizia di uno studio sull'ignoranza degli studenti italiani con questo titolo: "Il 60 per cento non sa perché viene di notte". Non è un'indagine sui comportamenti sessuali.
martedì, dicembre 18, 2007
Finalmente Julia
La Tymoshenko ce l'ha fatta, dopo che la scorsa settimana il suo primo tentativo di ottenere dalla Rada (il parlamento ucraino) l'elezione a primo ministro era fallito di un voto. Sono passati quasi tre mesi dalle elezioni politiche e l'Ucraina trova finalmente una soluzione (seppur temporanea) alla sua lunga crisi politica. La Tymoshenko guiderà un governo di coalizione tra il blocco che l'ha sostenuta e quello che si rifà al presidente Viktor Jushenko. La maggioranza resta però strettissima, la rediviva coalizione arancione è già pervasa da contrasti sotterranei, la lunga corsa alle presidenziali del 2009 rischia di minarne l'azione. Viktor Yanukovich, scivolato all'opposizione, promette di raccogliere i frutti della crisi fra due anni. Per l'Ucraina il futuro politico resta ancora incerto.
lunedì, dicembre 17, 2007
Weihnachten
Tutto quello che avreste voluto sapere sul Natale tedesco.
sabato, dicembre 15, 2007
Dragostea din tei
Finalmente sembra essersi placata la stupida ondata anti-rumena che ha invaso l'Italia per due settimane. D'altronde liggiù va così: si tira fuori un caso, si gonfia per quanto regge l'audience, poi velocemente si sgonfia e se ne inventa un altro. Va così un po' dappertutto, bisogna dirlo, anche qui in Germania tirano fuori delle stronzate che manco Calderoli. Però, nella mia difesa dei rumeni devo essermi guadagnato qualche punto. Un paio di amici mi hanno inviato dalla ormai vicina Bucarest un bellissimo video natalizio. Lo hanno girato tutto per me e devo dire che la cosa mi ha commosso. Chiusi nel loro piccolo studio hanno cantato una nota canzone natalizia delle loro terra, con qualche evidente ma comprensibile difficoltà canora. Provo a raccontarvi un po' la scena. Lui (che si chiama Dome Niconasescu) è il meno dotato dal punto di vista dell'intonazione ma è anche quello che ci dà dentro di più (senza doppisensi) cioè si tira appresso tutta la canzone dall'inizio alla fine, azzardando anche un paio di passaggi degni delle voci bianche dei cori bulgari. Lei (all'anagrafe Barba Rescu) potrebbe accompagnare meglio il suo compagno di canto, addolcendo alcuni acuti, ammorbidendo alcuni ottusi. Ma ride tutto il tempo a testimonianza del fatto che anche a Bucarest la vita è bella. Il video è proprio divertente e peccato che non possa farvelo vedere, primo perché non saprei come fare date le mie limitate conoscenze informatiche e secondo perché è un regalo per Walking Class ed è in qualche modo una cosa privata. Comunque regalo migliore non mi avrebbero potuto fare. E tutta la scena, per come è girata e per l'atmosfera da scantinato rock albanese (sembra un po' tipo striscia la berisha, ricordate?) mi conferma del fatto che aver accettato la Romania nell'Unione Europea sia stata cosa buona e giusta.
Berlino-Monaco (quasi un Roma-Milano)
Fra poco si va all'Olympiastadion dove io e Luca Toni ritroviamo lo stadio magico della notte mondiale. Hertha Berlino-Bayern Monaco è una specie di Roma-Milano (Lazio-Milan o Roma-Inter, fate un po' voi). Semplicemente, si detestano, con reciproci ottimi motivi. A me di questa rivalità frega un po' di meno. Spero che l'Hertha si prenda i tre punti (anche se avendola vista quest'anno faccio fatica a capire come) e che Toni faccia una buona partita (le due cose non sono in contraddizione, sanno un po' di democristianeria ma insomma potrebbe finire 3 a 2 per "noi berlinesi" con doppietta di Toni dall'altra parte). In realtà mi frega di più che fa un freddo cane, c'è solo un grado e mi hanno consigliato di portare allo stadio la copertina di lana, come il nonno. Se sopravvivo vi faccio sapere il risultato finale.
Aggiornamento. Sono sopravvissuto, Toni non c'era perché alla fine infortunato, la partita è finita zero a zero ma è stata vivace e la copertina del nonno provvidenziale. I giornali bavaresi si chiedono cosa stia accadendo al Dream Team di Monaco, che nelle ultime settimane s'è fatto risucchiare dal Werder Brema. La risposta è semplice: il Bayern ha un'ottima squadra ma un solo attaccante di razza. Luca Toni. Quando non c'è, vanno in bianco. Ma lì si sono convinti che Miroslav Klose sia un attaccante pure lui. Quanto all'Hertha, vale la prima parte della frase che il sindaco Wowereit aveva lanciato qualche anno fa per l'intera Berlino: povera ma bella. Catenaccio e contropiede. In panchina siede uno svizzero di belle speranze noto per il gioco frizzante. Ma la squadra gioca come se fosse allenata da Carletto Mazzone.
Aggiornamento. Sono sopravvissuto, Toni non c'era perché alla fine infortunato, la partita è finita zero a zero ma è stata vivace e la copertina del nonno provvidenziale. I giornali bavaresi si chiedono cosa stia accadendo al Dream Team di Monaco, che nelle ultime settimane s'è fatto risucchiare dal Werder Brema. La risposta è semplice: il Bayern ha un'ottima squadra ma un solo attaccante di razza. Luca Toni. Quando non c'è, vanno in bianco. Ma lì si sono convinti che Miroslav Klose sia un attaccante pure lui. Quanto all'Hertha, vale la prima parte della frase che il sindaco Wowereit aveva lanciato qualche anno fa per l'intera Berlino: povera ma bella. Catenaccio e contropiede. In panchina siede uno svizzero di belle speranze noto per il gioco frizzante. Ma la squadra gioca come se fosse allenata da Carletto Mazzone.
Un marziano a Roma
Il Dalai Lama se n'è andato a spasso solo soletto per l'Italia. Nè il capo del governo, né il capo del Vaticano lo hanno degnato di un incontro. Italiani e tedeschi brava gente. Qui a Berlino un'altra tedesca, evidentemente di pasta diversa rispetto al Sommo Isolato Bavarese, aveva agito di conseguenza, anche a costo di beccarsi aspre critiche per aver messo a repentaglio le relazioni commerciali fra Germania e Cina. E al presidente del Consiglio Romano Prodi, che evidentemente non ha chiari i principi della Realpolitik, bastano in risposta queste semplici parole del Dalai Lama rilasciate in un'intervista a Repubblica: "La mia opinione è che la Cina non deve essere isolata dalla comunità internazionale. E se guardiamo all'economia, l'integrazione dei cinesi è già nei fatti, ma non è sufficiente. Il mondo libero ha la responsabilità morale di portare la Cina nell'ambito della democrazia. La relazione economica deve essere un'amicizia alla pari, in cui vengono tenuti fermi i valori delle società aperte e democratiche. Se ci si presenta solo per fare affari, ripetendo unicamente 'Sì, ministro', allora si rischia di perdere la faccia, e anche il rispetto dei cinesi".
venerdì, dicembre 14, 2007
L'ultimo volo
Cosa si aspetta a scegliere l'unica offerta sensata per Alitalia, che pare evidente essere quella di Air France? Si aspetta che la nostra (ex) compagnia di bandiera compia l'ultimo volo? Courage, che è già troppo tardi!
lunedì, dicembre 10, 2007
In Italia troppe morti sul lavoro
Oggi Torino si ferma per i morti nell'acciaieria ThyssenKrupp. La dignità del lavoro, nei paesi civili e nelle fabbriche civili, dovrebbe essere associata innanzitutto alla sicurezza. La vicenda di Torino è gravissima perché coinvolge un'azienda tedesca in una città italiana. Due paesi nei quali di questi temi non si dovrebbe neppure parlare, tanto dovrebbero essere scontati. Oggi Torino si ferma. Ci fermiamo anche noi. Un po' di silenzio non fa male. Così come farebbe bene il rispetto delle norme che ci sono e che imporrebbero perfezione nei sistemi di sicurezza. Perché Torino non è diversa da Hannover.
domenica, dicembre 09, 2007
Corvo nero corvo bianco
I liberali hanno combinato un disastro nella Russia eltsiniana. E poi si chiedono perché a Mosca il 62 per cento voti Putin. La cosa divertente è che se lo chiedono. La risposta è affidata a slogan, come avessero un libretto di Mao azzurro cui attingere. E questo è meno divertente. Mosca è lontana. Varrebbe la pena di riaprire la valigia, riempirla di maglioni pesanti e farci un bel viaggio. E chissà che nei prossimi mesi Walking Class non riprenda la strada ferrata verso Est. L'esperienza insegna: conoscere prima di scrivere. Andando sul posto. Altrimenti si scrivono opinioni. Che, quando sono separate dai fatti, valgono come il due di picche.
Hertha sempre più giù (e sabato arriva Luca Toni)
Sembra senza fine la crisi della squadra di calcio della capitale, l'Hertha Berlin. Nel posticipo domenicale i berlinesi sono stati sconfitti 2 a 1 a Norimberga e continuano a scivolare giù in classifica. Sabato prossimo arriva all'Olympiastadion la capolista Bayern München, per quello che qui è considerato quasi un derby, l'incontro che vale una stagione contro gli odiatissimi bavaresi. Per l'occasione il sottoscritto s'è comprato per tempo un biglietto. Il tifo per l'Hertha è noto ai lettori di questo blog. Così come una sorta di venerazione per il centravanti dei bavaresi e della nazionale italiana Luca Toni. Dunque sabato sarà un derby anche per Walking Class.
mercoledì, dicembre 05, 2007
Un anno di Knut
L'orsetto dello zoo di Berlino compie un anno. E non è più un orsetto.
Il deficiente
Ogni tanto la Lega ce ne presenta uno nuovo. Oggi balza al disonore delle cronache tale Giorgio Bettio, oscuro ma aihmé non oscurato consigliere comunale in quel di Treviso. Quasi passa la voglia di stare qui a perdere tempo per chiosare l'ennesima imbecillità del leghista di turno. Anzi, la voglia è già passata. Le sue dichiarazioni sono qua (e visto l'andazzo delle ultime settimane in Italia, temo che tali dichiarazioni siano, sotto sotto, apprezzate da molti). In Germania, nelle regioni orientali, i tristi epigoni di quelle "esse-esse" continuano a funestare i fine settimana degli stranieri (e qualche volta potrebbe capitarci di mezzo anche qualche trevigiano di passaggio). La magistratura fa del suo meglio, ma qui il dibattito è aperto e per fortuna i toni di politici e opinionisti sono di tutt'altro livello. Dispiace solo che nessuno, a Treviso, dai banchi dell'opposizione, abbia trovato il tempo e il coraggio per alzarsi dallo scranno e fare quello che al sottoscritto sarebbe piaciuto fare: prendere a calci nel culo il consigliere Bettio Giorgio. Ah, ci fosse ancora la sinistra di una volta.
lunedì, dicembre 03, 2007
Anch'io l'Adventskalender
Ce l'ho anch'io l'Adventskalender, compagno obbligatorio nella marcia di avvicinamento al Natale tedesco. Da Isa potete leggere tutta la storia.
Giro giro tondo
Vi ricordate questo articolo e le peripezie di un guidatore in Germania? E soprattutto la storia della precedenza alle biciclette? Beh, fate un salto da Carletto Darwin e potrete vedere tutto dal vivo (o quasi).
Am Arsch der Welt
Freitagabend im Regionalexpress nach Lichterfelde. Die Nachbarin im Zug telefoniert: "Ich? Ich bin am Arsch der Welt. Wo?", sie guckt aus dem Fernster, "Potsdamer Platz heißt das hier".
(Der Tagesspiegel, Kleine Geschichten aus Berlin)
(Der Tagesspiegel, Kleine Geschichten aus Berlin)
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