venerdì, gennaio 30, 2009

Gennaio amaro per l'occupazione

(Disoccupazione in Germania, gennaio 2009, fonte: SZ)

Alla fine è arrivata. Attesa, temuta, esorcizzata: la mazzata sui disoccupati. Il dato è stato fornito ieri dall'agenzia federale per il lavoro di Norimberga (Bundesagentur für Arbeit): si tratta di un aumento sensibile. In termini assoluti, i disoccupati sono 387mila in più rispetto al mese di dicembre (Handelsblatt), fissando la percentuale all'8,3 per cento. Nel grafico riportato in apertura, ripreso dalla Süddeutsche Zeitung, la distribuzione geografica dei disoccupati: un quadro sempre utile a valutare lo stato della riunificazione per quel che riguarda il mercato del lavoro. Visto che siamo entrati nel "ventennale", il bilancio dell'integrazione fra le due Germanie sarà un leitmotiv di questo blog.

Nella dinamica interna al mercato del lavoro, si registra una massiccia richiesta da parte delle aziende del cosiddetto Kurzarbeit, il lavoro breve (concetto noto in Italia come settimana corta): la possibilità di accedere al meccanismo che consente di ridurre le ore lavorative e di conseguenza il salario dei lavoratori pagato dalle aziende. Per la quota mancante interviene lo Stato, proprio attraverso l'agenzia federale del lavoro. Un meccanismo che riduce il ricorso alla disoccupazione: grazie all'intervento pubblico, l'azienda non riduce i posti di lavoro, nella speranza che la situazione economica riprenda al più presto e consenta i reintegro pieno dei lavoratori (Süddeutsche Zeitung). L'istituto del Kurzarbeit è da tempo presente in Germania (di fatto sostituisce la nostra cassa integrazione), e lo scorso novembre è stato modificato nella durata (da sei a diciotto mesi) per consentire alle aziende di affrontare con strumenti rinforzati la crisi economica. Una crisi che, anche sul piano della forza lavoro, si annuncia ancora molto lunga.

Nel frattempo al Bundestag è in discussione il secondo pacchetto di aiuti e di stimolo all'economia, il Konjunturpaket II. Il parlamento ha rimesso la proposta del governo all'apposita commissione per ulteriori approfondimenti e consigli. L'approvazione è prevista per il 13 febbraio.