Domenica elettorale in Sassonia-Anhalt per la prima delle tre elezioni previste a cavallo di due settimane. Si tratta del voto meno rilevante sul piano nazionale, trattandosi di un Land con un peso relativo, nel quale peraltro i sondaggi non segnalavano spostamenti di rilievo. Tuttavia, è il primo appuntamento dopo le vicende del Giappone e della Libia: era interessante vedere se, rispetto ai temi classici di questa regione orientale (disoccupazione, abbandono della popolazione, estremismo di destra, emarginazione) i temi di politica nazionale e internazionale avessero giocato un qualche ruolo. Sembrerebbe di no.
Le prime proiezioni confermano che grandi novità non ce ne sono state. La Cdu mantiene il primo posto (32-33%, in calo), la Linke si piazza al secondo posto (23%, in calo), l'Spd al terzo (21%, stabile). Con questo scenario, si ripropone la Große Koalition fra Cdu e Spd, la coalizione di governo uscente, giacché la piccola apertura dei socialdemocratici a un eventuale governo di sinistra (rosso-rosso) era legata al fatto che l'Spd arrivasse prima della Linke e quindi guidasse la coalizione esprimendo il Ministerpräsident. Cosa che non è avvenuta.
Le vicende giapponesi e il conseguente dibattito sul nucleare in Germania hanno invece probabilmente determinato l'unica novità di questo voto, e cioè il superamento da parte dei Verdi della soglia del 5%, con il conseguente ingresso nell'assemblea regionale: il dato delle proiezioni consegna loro un 6,5% (in aumento). Nessun'altra formazione politica sarà invece presente nel Landtag: né i liberali (4%, in calo), né l'estrema destra dell'Npd (4,5%).
Superato il piccolo scoglio di Magdeburgo, i partiti si concentrano sui più rilevanti appuntamenti della prossima domenica, in Renania-Palatinato e, soprattutto, in Baden-Württemberg. Quest'ultima è la sfida più importante, dal cui esito potrebbero scaturire conseguenze anche per gli equilibri del governo federale. Si tratta di una regione roccaforte per Cdu e Fdp: qui le polemiche dei mesi scorsi per il contestato progetto della nuova stazione ferroviaria Stuttgart 21 e quelle legate alla politica nucleare, potrebbero sconvolgere il panorama politico di Stoccarda.