Il governo svizzero ha realizzato uno spot tanto di cattivo gusto quanto ingannevole che ha fatto trasmettere in tv durante l'intervallo dell'amichevole di calcio Svizzera-Nigeria, ad uso e consumo dei telespettatori nigeriani. Lo spot è un po' surreale. Il figlio telefona da una cabina telefonica svizzera e si spaccia per una sorta di benestante che ha già trovato alloggio e lavoro. Il padre, comodamente seduto su una poltrona di casa, si presume a Lagos, in un appartamento che potrebbe trovarsi sulla Fifth Avenue di New York o in un quartiere residenziale di Londra, si beve la storiella. In realtà il figlio dorme nei cartoni per strada e nel paese delle mucche e della cioccolata se la passa piuttosto male, al contrario del padre sicuro e sereno nelle sue confortevoli quattro mura di Lagos (qui il video). Lo spot avrebbe la pretesa di aiutare i nigeriani a capire le reali condizioni di chi emigra credendo di trovare il paradiso tra i monti alpini e di scoraggiare l'immigrazione irregolare. In realtà pesca a mani basse negli stereotipi che ormai accompagnano il dibattito sull'immigrazione in Europa, specie in quei paesi come la Svizzera che una volta erano il rifugio di tutti gli esiliati del mondo e oggi ama rinchiudersi in se stessa, a riccio e con egoismo. E non è difficile ribaltare le immagini: in realtà il figlio telefona da Lagos al padre che risponde da una casa di Zurigo. Lo spot rappresenta una Svizzera inverosimile, composta da gente brutta e razzista, che maltratta gli immigrati e in particolare gli africani, dove si mangia male e d'inverno fa un freddo siberiano. Un paese inospitale e malvagio, nel quale certamente nessuno straniero vorrebbe recarsi.
Balle. Amici africani, vogliono prendervi per il culo. La Svizzera è un paese bellissimo e molto efficiente. Si lavora bene e la gente, una volta rotto il ghiaccio dei primi giorni, è addirittura allegra e ospitale. Il governo, come avrete potuto capire, lo è un po' meno. E in realtà anche questo spot pare abbia il consenso della maggioranza degli svizzeri: dunque qualche problema c'è anche nella popolazione, che non riesce più a distinguere tra la complessità del problema immigrazione e un filmatino egoista che solletica le paure più oscure e gli istinti peggiori. Ma da queste parti i governi cambiano e magari prima o poi anche questo Blocher ce lo toglieremo dalle palle. Dunque, non fatevi infinocchiare e, se cercate un paese sereno, un buon guadagno, una vita tranquilla, andate senza paura in Svizzera. C'è solo l'imbarazzo della scelta: Basilea o Zurigo, Losanna o Ginevra, Locarno o Lugano. Piste da sci d'inverno, laghi e prati d'estate e fonduta di formaggio tutto l'anno. Non saranno a portata di mano il primo giorno ma con lavoro e fatica tutto questo sarà raggiungibile. E chi emigra, in genere, ha più voglia di lavorare e di integrarsi di quanto non si immagini.