A leggere i fatti con la lente delle posizioni precostituite, si rischia di non capire più la realtà e di costruirsene una propria. Così, insistere a considerare la Grosse Koalition come la formula magica per i governi nazionali europei, è una scorrettezza verso i propri lettori. Per il momento, non è ancora così. E in Germania, patria della Grosse Koalition più famosa, c'è una difficoltà enorme a coordinare le riforme previste che, peraltro, l'elettorato dimostra pervicacemente di non volere.
Tutto è molto più complesso e si fa bene il proprio lavoro di giornalisti se la complessità la si racconta e non la si comprime nelle griglie della propria ideologia. Per venire al fatto, attraverso le cronache della FAZ, adesso Edmund Stoiber e la sua Csu riportano la Gesundheitsreform, la riforma della sanità, alla casella di partenza. Mesi di litigi, conflitti, discussioni, rielaborazioni, compromessi, scioperi, agitazioni, dibattiti televisivi, editoriali, commenti, interviste eccetera eccetera, alla fine dei quali sembrava che la Grosse Koalition avesse trovato "la quadra" del progetto, vanno a farsi benedire.
Analizzando lo stallo politico di Berlino, commentavo sull'ultimo numero di Ideazione: «Osservando lo spettacolo del litigio sulla riforma sanitaria, viene da chiedersi di cosa abbiano parlato per due mesi gli sherpa della Cdu e della Spd quando, all’indomani delle elezioni, hanno stilato il lungo programma di governo. Una coalizione straordinaria sta producendo uno stallo straordinario, puntualmente registrato dalla disaffezione degli elettori nelle elezioni locali più recenti e negli ultimi sondaggi d’opinione. Ne fanno le spese i due partiti maggiori ma soprattutto la Cdu e Angela Merkel che hanno assunto la guida di questa strampalata avventura governativa». Questo è, per ora, lo stato dell'arte in un paese molto più ricco ed efficiente del nostro.