martedì, ottobre 31, 2006
Contro il rigassificatore a Brindisi
Da Reporter il servizio definitivo. In Germania le nuove tecnologie servono a ridurre i consumi di energia del 30 per cento. In Italia le politiche di risparmio energetico sono talmente ecologiste che la destra se ne frega e la sinistra pure. Quanto ai verdi... lasciamo perdere. Così è stata montata la favola dei rigassificatori che servono a rimpinguare le casse dei sultani del gas e dei mediatori traffichini italiani. Il programmato impianto di rigassificazione della British Gas a Brindisi puzza di corruzione lontano un miglio. E' esattamente il miglio che separa il sito del previsto impianto dal centro cittadino e da una selva di installazioni industriali ed energetiche di cui la città è già piena. Ecco perché continuiamo ad essere contro il rigassificatore a Brindisi.
Ceausescu
Siccome dicono che sia banale scomodare i padri (e le madri) che mangiano i figli a proposito del siluramento di Daniele Capezzone dalla guida di Radicali Italiani, ci siamo andati a guardare il video della seduta notturna, nella quale le controfigure di Marco Pannella ed Emma Bonino (con la livida partecipazione della controfigura di Maurizio Turco) hanno processato in puro stile rumeno il presidente della commissione Attività produttive della Camera. L'accusa, non confessata dagli inquisitori, è di essere bravino e di avere meno di quarant'anni. Pare che in Italia sia colpa grave. Così i radicali dimostrano di essere esattamente come gli altri. Qui il commento politico dall'interno di Jim Momo.
Rocca racconta come cambia l'America
Dovreste comprarvi il Foglio, di questi tempi, soltanto per leggere i reportage dall'America di Christian Rocca. Ufficialmente Rocca è negli Usa per seguire le elezioni di mid-term. In realtà, con la scusa di descriverci la politica, ci sta raccontando come cambia l'America dopo sei anni di bushismo. Politica, certo. Ma soprattutto nomi e personaggi nuovi e poi fatti, ambienti, atmosfere, curiosità, mondanità. E non solo sul Foglio ma anche sul suo blog, Camillo. Il posto migliore, di questi tempi, per capire come si muove il mondo a stelle e strisce.
venerdì, ottobre 27, 2006
Qui si parla di Giappone
Da quando in Asia è scoppiata la crisi nucleare in seguito agli esperimenti atomici realizzati dalla Corea del Nord, Tokio è tornata al centro delle relazioni internazionali. Il Giappone è preoccupato e non fa nulla per dissimulare irritazione e rabbia. Anzi, è ben deciso a non delegare ad altri la gestione della crisi. Il suo ministro degli Esteri è volato prima in Cina, per avviare una nuova stagione di collaborazione con il vecchio nemico ora in fase di grande crescita; poi ha ricevuto la visita del segretario di Stato americano con il quale ha saldato un asse di fermezza – per il momento sul versante della pressione diplomatica – nei confronti delle passioni nucleari di Kim Jong Il. Sulla stampa, inoltre, è stato avviato un dibattito pubblico sull’opportunità [... continua su Emporion].
Romania, Bulgaria e la persecuzione dei Rom
Molti sono i lati oscuri di Romania e Bulgaria, i due paesi balcanici che entreranno a far parte dell'Unione Europea dal prossimo gennaio. I vari governi dei due paesi hanno molto lavorato per raggiungere almeno gli standard minimi di ingresso. E la distanza dalla quale partivano, anche per il modo tartufesco con cui è stato vissuto il cambio di regime alla fine degli anni Ottanta, era enorme: dunque, ampia comprensione, anche se rispetto ai nuovi Stati membri dell'Europa centro-orientale, a Bucarest e a Sofia c'è ancora molto da lavorare. Qui crediamo che l'ingresso nell'Ue, comunque, avrà un influsso positivo e che il "sì" finalmente pronunciato dalle autorità di Bruxelles sia stata cosa buona e giusta. Ma tra i tanti lati oscuri c'è quello del trattamento riservato dai politici, dai media e dalla gente comune alla minoranza Rom. Ostracismo, marginalizzazione, razzismo. I Rom sono parte costitutiva della storia di Romania e Bulgaria, viaggiando in quelle contrade ci è capitato frequentemente di incrociare le loro carovane in eterno cammino. Ci sono difficoltà di integrazione, accresciute però da un sistema sbrigativo e irresponsabile di trattare l'argomento. Su questo punto l'Unione Europea mantiene gli occhi ben aperti. E la rivista Transition on Line ci racconta lo stato dell'arte in questo ampio reportage.
mercoledì, ottobre 25, 2006
Ungheria, la memoria tradita
Un gran peccato che la commemorazione dei cinquant'anni della rivolta ungherese del 1956 si stia consumando in un clima di menzogne, violenza e teppismo (qui dall'Economist). L'Europa avrebbe bisogno di ricordare, piangere, meditare, riflettere, discutere e pentirsi. E invece da un lato si ascolta la presunzione di un premier che mente e se ne frega, dall'altro si assiste alla tracotanza coatta di un manipolo di estremisti. Strumentalizzare la storia è sempre segno di debolezza politica e i disordini attuali non hanno nulla a che fare con l'epopea del 1956. Anzi, le vicende di questi giorni confermano che, nonostante le bugie di governo, in Ungheria persistono una sinistra riformista e una destra reazionaria. E' così dalla caduta del regime comunista: i liberali stanno di là, di qua solo teppaglia. Da sinistra sono venute riforme liberiste, da destra solo nostalgia contadina di protezionismo e anti-europeismo. Un bel problema per i conservatori magiari. Sullo stesso argomento l'opinione di 1972.
Chi vuole invece rileggersi delle pagine di storia sulla rivoluzione ungherese del 1956 può accedere al numero speciale di Ideazione.com che riproduce online una sezione che la rivista cartacea aveva pubblicato a marzo. Tra i saggi, lo straordinario documento di Raymond Aron, per la prima volta tradotto in lingua italiana.
Chi vuole invece rileggersi delle pagine di storia sulla rivoluzione ungherese del 1956 può accedere al numero speciale di Ideazione.com che riproduce online una sezione che la rivista cartacea aveva pubblicato a marzo. Tra i saggi, lo straordinario documento di Raymond Aron, per la prima volta tradotto in lingua italiana.
Emporion, on line numero sul Giappone
Negli ultimi anni gli osservatori si erano affrettati ad intonare il de profundis per l’economia nipponica, schiacciata fra i colossi emergenti dell’area asiatica, Cina e India. Ma il paese del Sol Levante è riuscito a raccogliere la sfida e a sfruttare a suo favore il trend positivo della regione, proponendosi come guida e modello tanto in campo economico che in quello politico. Ora che gli occhi e le preoccupazioni di tutto il mondo sono rivolte a questo angolo di Asia, il Giappone è tornato ad essere il punto di riferimento per i paesi occidentali. Tutti gli articoli online cliccando qui.
E' morto Bruno Lauzi
Cantautore inserito nella migliore tradizione genovese, quella dei Tenco e De André, dei Paolo Conte e Gino Paoli, Bruno Lauzi era anche uno dei pochi liberali veri del mondo artistico italiano. Ha combattuto contro il parkinson una battaglia impossibile. Musicista raffinato e paroliere geniale, se n'è andato questa notte, nel buio di una clinica milanese, lontano dalla sua città e dal suo mare, come sempre in punta di piedi. Dal sito del Corriere della Sera la notizia e la sua amara lettera a Mr. Parkinson: «Siamo in tanti, tante mani si leveranno contro di lei e cercheranno di restituirle colpo su colpo fino a quando non riusciranno ad acchiapparla per la collottola e mandarla all’Inferno cui appartiene, bestiaccia immonda, sterco del demonio, nostra croce senza delizie». Dal sito di Repubblica, la ricostruzione della sua carriera e alcune delle sue canzoni più belle, da Onda su onda a L'ufficio in riva al mare.
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