lunedì, ottobre 31, 2011

SALARIO MINIMO, MERKEL APRE IL DIBATTITO

Messe da parte per un attimo le preoccupazioni legate alla crisi dei debiti sovrani e dell'euro, Angela Merkel è tornata a occuparsi di politica interna. E ha giocato di nuovo d'anticipo, decidendo di rompere un altro tabù della lunga storia politica della Cdu: il salario minimo [... continua su East Side Report].

venerdì, ottobre 28, 2011

HANNOVER INGAGGIA L'ISPETTORE FACEBOOK

La polizia di Hannover non brancola su Facebook. Anzi, grazie alle informazioni raccolte attraverso il social network e alle indagini che ne sono scaturite, il comando della capitale della Bassa Sassonia è riuscito negli ultimi tempi a risolvere casi criminali importanti [... continua su Lettera43].

giovedì, ottobre 27, 2011

ELOGIO (TEDESCO) DI ANGELA MERKEL

In tempi di distacco dalla politica come quelli attuali, per di più aggravati da una crisi finanziaria che obbliga i suoi protagonisti a scelte impopolari, è difficile sfuggire alla tendenza, forse un po' populistica, di fare di ogni erba un fascio e voltare le spalle a ogni politico che calca la scena pubblica. Le invettive contro la Casta non sono un esercizio solo italiano. Anche in Germania [... continua su Lettera43].

martedì, ottobre 25, 2011

IL RISO E L'OBLIO

In un primo momento, quei sorrisi beffardi apparsi sul volto di Nicolas Sarkozy e di Angela Merkel all'ormai famosa domanda su Silvio Berlusconi non avevano suscitato né commenti né attenzione. La stampa tedesca si è accorta in ritardo che quella risata appena accennata dalla propria cancelliera, quasi a rimorchio di un ben più ironico Sarkozy, stava creando un fastidioso e (date le circostanze) inopportuno confronto diplomatico. Così sono stati i giornali online, nel pomeriggio del 24 ottobre, a dare conto che in Italia, tra una riunione di governo e l'altra, il dibattito era quasi monopolizzato «dall'affronto» al Paese azzardato dai due leader divisi su tutto ma uniti dalla considerazione che Berlusconi non ha fatto quel che aveva promesso di fare per mettere al riparo l'Italia dalla tempesta finanziaria [... continua su Lettera43].

lunedì, ottobre 24, 2011

SVILUPPO E RICERCA, IL SEGRETO È TUTTO QUI

Uno dei segreti del ritrovato successo dell'industria tedesca nel mondo è rappresentato dagli investimenti che le imprese hanno riservato l'ultimo anno all'innovazione e allo sviluppo. Secondo una ricerca comparata della società di consulenza strategica Booz and Company [... continua su Lettera43].

domenica, ottobre 23, 2011

LE ELEZIONI BULGARE

Il ventaglio dei candidati alle elezioni presidenziali bulgare di domenica 23 ottobre sembra preso dal casting di un reality-show. Ci sono un musicista rock e un investigatore privato, un ex consigliere dell'agenzia statale per la sicurezza nazionale sospettato di essere un boss della mafia e l'ex capo della prima banca privata del Paese, funzione che di questi tempi non gode di grande popolarità. In 17 si sono presentati ai nastri di partenza, uno solo giungerà all'arrivo, ma la partita vera se la giocano in tre [... continua su Lettera43].

sabato, ottobre 22, 2011

TUTTI A BRUXELLES, SCONSIDERATAMENTE

Settimana dominata dalla ricerca (vana) da parte dei Paesi europei, e di Francia e Germania in particolare, dell'accordo sui meccanismi del fondo salva Stati Efsf. Ora, i capi di Stato e di governo europei vanno al vertice di Bruxelles per guardarsi in faccia, prendere tempo e sperare che gli sherpa trovino la soluzione entro la prossima settimana. Un fine settimana di melina, nel quale la scena potrà essere occupata dai comprimari. Tra gli addetti ai lavori italiani, si dice che Berlusconi racconterà ai partner europei un decreto sviluppo che non esiste, nessuno gli crederà ma i quotidiani italiani ne riporteranno i contenuti per giorni. I giochi veri si svolgeranno dietro le quinte, tra gli esperti che parlano francese e tedesco. A seguire le vicende degli ultimi giorni, non c'è da star tranquilli neppure di questo.

Qui di seguito la cronaca degli ultimi giorni vista dall'osservatorio della stampa tedesca (i titoli sono modificati rispetto alla versione originale):

- Il mistero della leva moltiplicatrice
- UE, prove di bavaglio alle agenzie di rating
- Il vertice dei senza potere

martedì, ottobre 18, 2011

FRANCIA (E GERMANIA), RATING A RISCHIO

La pellicola proiettata dall'Istituto di ricerca economica tedesco (Diw) sul futuro dell'euro sembra un film dell'orrore: i salvatori della moneta unica lavorano fino allo sfinimento per trovare la soluzione ai problemi del debito dei propri partner e alla fine dimenticano di salvare se stessi. Una corsa senza vincitori, dalla quale escono anzi tutti sconfitti, compreso l'euro destinato a frantumarsi [... continua su Lettera43].

lunedì, ottobre 17, 2011

NIENTE MOLOTOV, SIAMO TEDESCHI

Sul versante tedesco, le manifestazioni di protesta si sono svolte sostanzialmente senza disordini, a parte qualche tafferuglio nella notte fra sabato 15 e domenica 16 ottobre a Berlino di fronte al Bundestag, dove un centinaio di giovani che volevano issare le tende sul prato di fronte al parlamento si sono scontrati con la polizia. Il bilancio, confrontato con la violenza degli avvenimenti romani, è stato poca cosa: 11 feriti leggeri fra le forze dell'ordine, 12 manifestanti fermati e poi rilasciati il giorno dopo [... continua su Lettera43].

venerdì, ottobre 14, 2011

IL BOOM È FINITO, ANDATE IN PACE

Ora rischia di farsi dura anche per la Germania. Il rapporto autunnale redatto dai principali istituti di ricerca economica tedeschi per il governo, presentato il 13 ottobre a Berlino, annuncia tempi difficili, una brusca frenata della crescita e rischi di recessione se la crisi dei debiti sovrani dovesse trascinare la Grecia e altri Paesi a rischio verso insolvenze incontrollate. L'unica buona notizia ha riguardato il mercato del lavoro, che dovrebbe rimanere stabile anche in caso di tempesta. La speranza di evitare un tracollo come quello di tre anni fa c'è, ma tocca alla politica prendere le giuste misure per evitarlo [... continua su Lettera43].

giovedì, ottobre 13, 2011

BERLINE È MILLE CULURE


Un'eccezione allo stile bianco e nero di questo blog per l'inaugurazione del Festival of Lights di Berlino, giunto alla settima edizione. I principali monumenti sono colorati da proiezioni artistiche e lo resteranno fino al 23 ottobre. L'immagine si riferisce alla torre della televisione sull'Alexanderplatz. Qui invece il link al reportage fotografico dello scorso anno su East Side Report.

BUCAREST MEGLIO DI ROMA

In Europa non c'è posto migliore di Londra per far mettere radici a un'attività imprenditoriale. Da evitare, invece, Roma e Atene, che risentono evidentemente della crisi finanziaria che sta investendo Italia e Grecia. Questo è quel che pensano 500 manager di grandi imprese internazionali, interpellati dagli esperti del gigante del settore immobiliare Cushman&Wakefield [... continua su Lettera43].

mercoledì, ottobre 12, 2011

MERCANTI (DEL LIBRO) IN FIERA

Il grande e il piccolo si incontrano quest’anno alla Fiera del libro di Francoforte, che ha aperto i battenti il 12 ottobre. Piccolo è il Paese ospite, l'Islanda che, con i suoi 320 mila abitanti, è la nazione meno popolata e meno estesa d'Europa alla quale sia mai stata dedicata una edizione della Buchmesse. E grandi, se non iperbolici, sono i numeri del più importante appuntamento mondiale dell'editoria mondiale [... continua su Lettera43].

SLOVACCHIA, ANCHE LE FORMICHE S'INCAZZANO

Forse George Papandreou si salverà, e con lui anche l'euro, ma nel frattempo sotto l'aumento del fondo salva Stati Efsf è caduta il premier della Slovacchia Iveta Radicova. Il parlamento di Bratislava non ha votato il via libera nella drammatica seduta dell'11 ottobre per l'opposizione di uno dei partiti della maggioranza, Libertà e solidarietà di Richard Sulik, aprendo così la strada alla crisi di governo [... continua su Lettera43].

martedì, ottobre 11, 2011

A LEZIONE DI SISTEMA PAESE

Per scoprire il segreto del successo economico della Germania, basta prestare attenzione alla sofisticata strategia diplomatica con la quale il sistema Paese si muove alla scoperta e alla conquista dei nuovi mercati mondiali. Un'agenda fitta che non lascia nulla al caso. Si tratti di Paesi in difficoltà della Vecchia Europa o di nazioni emergenti nel lontano Oriente, i tedeschi sono dappertutto. Con i loro imprenditori, i loro lobbisti e i loro politici [... continua su Lettera43].

HAUPTBAHNHOF ORE 12, SUL LUOGO DEL DELITTO


L'amico cui non si può negare compagnia per tre ore, il tempo (per lui) di attendere la coincidenza per Bonn, ti chiede di passare dall'Hauptbahnhof di Berlino. Il suo treno arriva da Minsk, via Varsavia, motivo in più per non perdere l'occasione di confrontare subito le impressioni di viaggio, di capire se le sue visioni della Bielorussia coincidono con le mie di sei mesi fa, senza aspettare di scambiarsele per telefono. Allora mi sveglio presto, sbrigo i compiti del corrispondente diligente e, (quasi) puntuale, mi imbuco nei vagoni della metro che portano alla stazione centrale.

Un sms mi comunica che il treno viaggia con 40 minuti di ritardo. Allora perdo tempo dalle parti di Friedrichstrasse, fumo una sigaretta sotto la pioggia sottile dell'autunno finalmente arrivato, premo il naso sulle vetrate del nuovo museo del Tränenpalast, dove i berlinesi dell'est e dell'ovest consumavano gli ultimi sospiri prima di saltare legalmente dall'altra parte e pure io ci transitai pieno di emozione e circospezione in quel marzo del 1990, quando il muro era ufficiosamente caduto ma ufficialmente ancora in piedi e per passare dall'altra parte dovevi mostrare al soldatino passaporto e faccia intimorita e cambiare marchi della Bundesrepublik con marchi della Ddr, che poi non sapevi che farci. Tranquilli, non vi parlo del museo: anzi annotatevelo, il lunedì è chiuso.

Così riprendo le scale della stazione di Friedrichstrasse, mi pigio nel vagone della S-Bahn tanto è una sola fermata e arrivo sotto il tunnel di vetro e acciaio della Hauptbahnhof. Sono passati 15 minuti da mezzogiorno, quando secondo le agenzie di stampa un solerte impiegato delle ferrovie ha scovato sette ordigni incendiari che da lì a qualche minuto avrebbero dovuto fare un po' di fuochi d'artificio nel tunnel della stazione. L'allarme è scattato, ma nessuno s'accorge di niente. La stazione è aperta come sempre, c'è un sacco di gente che percorre i corridoi interni, affolla i caffè e i ristoranti e anche i bagni pubblici, pulitissimi ma cari: 1 euro a bisogno. Viaggiatori trascinano i trolley su per le scale mobili che conducono ai binari, sbandati di ogni genere sbandano da un'entrata all'altra dell'enorme cuore ferroviario della capitale: entrano da Europaplatz, escono su Washingtonplatz, prendono una boccata d'aria, chiedono qualche cent o una sigaretta e tornano indietro, percorrendo l'illusione di camminare fra le due sponde dell'Atlantico.

Non c'è un poliziotto, solo i soliti omini della sicurezza interna, non c'è segnale di agitazione, non c'è un'area chiusa da nastri biancorossi, l'unica stranezza è quella dei ritardi segnalati dal tabellone luminoso delle partenze e degli arrivi. Ma non ci faccio troppo caso, se non per guardare quanto ritardo ha ancora il treno da Varsavia. E poi si sa, la Deutsche Bahn non è più puntuale come una volta, ai ritardi ci abbiamo fatto l'abitudine e noi italiani ci sentiamo un po' più a casa nostra e sorridiamo beffardi per i disagi degli indigeni. In mattinata poi, e questo si sapeva, qualche cosa aveva fatto saltare una centralina sulla linea per Amburgo, un attentato dicevano e quindi quella mezzora di ritardo sui treni per il nord era più che giustificata: «Wir bitten um Ihr verständnis», e noi comprendiamo.

Facciamola breve. L'amico arriva, ha fame (io pure) e ci raccontiamo le facce di Minsk addentando baguette in un fast-food della stazione. Poi è l'ora del caffè e per quello bisogna andare al locale italiano, un Segafredo in franchising che dà l'illusione di una moka trangugiabile. E ancora niente e nessuno: agitazione, controllo, sbarramento, allarme. Eppure, da qualche parte laggiù in fondo al tunnel dei binari inferiori, ci deve essere un bel po' di agitazione. C'è una troupe della rete all-news n-tv, il conduttore prende posizione di fronte alle scale mobili che portano ai binari del piano superiore, orologio della Bahn ben visibile sullo sfondo, tutto in ordine, ciack-si-gira. E chissà che dice. È solo sorseggiando il caffè, che sullo schermo televisivo al plasma incastonato nell'angolo del franchising compare il collegamento in diretta con la stazione e la breaking news: «Sventato attacco all'Hauptbahnhof».

Alla fine erano sette ordigni incendiari innescati e non sarebbero scoppiati solo per pochi minuti. Terrorismo di sinistra, dice la polizia. E la Bild calca la mano: siamo di fronte a un pericolo come quello dei tempi della Raf. Ci mancavano i Raffini, dopo i terroristi islamici che hanno fatto sbarrare tutta l'area attorno al Bundestag (e per passare da una parte all'altra meglio prendere l'autobus: consiglio l'85, ma scendete al Kanzleramt, se no finite diritto sull'altra sponda della Sprea), i naziskin e i disadattati che scotennano ignari passanti serali e notturni nelle stazioni della metropolitana. Berlino sta diventando nervosa. Ma non la polizia. Se mai un giorno dovesse accadere che qualche bombarolo riesca a bucare la fitta rete di intelligence, poliziotti e solerti addetti della Bahn, ho l'impressione che non ci accorgeremmo di nulla. A meno di non essere seduti sopra il pacco esplosivo: ma allora che sfiga!

lunedì, ottobre 10, 2011

FRATTINI: NON PERVENUTO

Ho il dito anchilosato che pigia da qualche ora sul mouse all'infantile ricerca sui quotidiani online tedeschi di una eco, anche piccolissima, del ruggito del ministro degli Esteri italiano contro l'asse Berlino-Parigi. Eppure la Repubblica titola, ancora adesso in apertura, che in Europa sarebbe scoppiato il caso Frattini. Magari. Qua non è scoppiato proprio nulla. Il caso è, semplicemente, non pervenuto. E resta a uso e consumo dell'inutile, infruttuoso dibattito politico interno all'Italia. Serve altro per contare in Europa. Oggi qui si attende solo qualche misura, più o meno decente, per affrontare il problema della crescita dell'economia italiana. Altro non interessa.

BERLINO SORRIDE A VARSAVIA

Il primo commento tedesco ai risultati elettorali provenienti dalla confinante Polonia è stato in realtà un sospiro di sollievo. La distanza tra i due eterni rivali della destra polacca si è fermata sulla soglia più alta della forbice indicata dai sondaggi e il premier uscente Donald Tusk resterà ancora 4 anni alla guida del governo [... continua su Lettera43].

domenica, ottobre 09, 2011

DONALD TUSK VERSO LA RICONFERMA

Secondo le prime indicazioni il premier polacco Donald Tusk viaggia verso la riconferma. Piattaforma civica avrebbe raggiunto il 39,6% dei voti e sarebbe nettamente in vantaggio rispetto a Diritto e Giustizia (PiS) di Jaroslaw Kaczynski di 9 punti e mezzo percentuali. Al PiS non sarebbe dunque bastato il recupero dell'ultima settimana e si attesterebbe sul 30,1%. Se i primi dati saranno confermati, c'è da registrare due sensazioni: la prima è che i sondaggi, questa volta, ci hanno preso in pieno, la seconda che, per la prima volta dal 1989, un premier polacco ottiene la rielezione. Transizione per transizione, questo in Italia non è ancora avvenuto, segno che la stabilità politica raggiunta da Varsavia è superiore a quella italiana e questo dovrebbe far riflettere i commentatori quando analizzano con vecchi pregiudizi le vicende polacche. Notevole (e segnalato dai sondaggi anche questo) il successo del partito libertario di Palikot, che alla prima uscita otterrebbe il 10,1%. A seguire il partito contadino alleato di Tusk al governo con l'8,2%, mentre si conferma la crisi storica dei socialisti che si piazzerebbero addirittura al quinto posto con il 7,7%. L'andamento dello scrutinio lo potete seguire in diretta sul quotidiano di Varsavia Gazeta Wyborcza.

sabato, ottobre 08, 2011

POLONIA, L'ETERNO DERBY DELLE DESTRE


Sotto un gazebo elettorale di Piattaforma civica, il partito del premier uscente Donald Tusk, Andrzej si agita come un dannato. Distribuisce volantini, ferma i passanti, dialoga con loro, si accalora, talvolta litiga, prova a convincerli: 30 milioni di polacchi sono chiamati alle urne domenica 9 ottobre per rinnovare parlamento e governo e, a questo punto, ogni voto è importante [... il reportage continua su Lettera43].

FORZA GNOCCA C'È GIÀ, IN POLONIA


La Polonia è ormai sempre un passo avanti all'Italia. Due anni e mezzo fa, il candidato di Varsavia alla presidenza del parlamento europeo ebbe la meglio su quello proposto da Roma. E anche sulla boutade del nuovo partito Forza Gnocca, i conservatori polacchi, invece di parlare sono passati velocemente ai fatti. Più che di un partito, si potrebbe parlare di una corrente interna. Fatto è che il super cattolico Jaroslaw Kaczynski, nel tentativo di svecchiare l'immagine del suo movimento populista Diritto e Giustizia (PiS), ha sparpagliato nei collegi elettorali del Paese 7 avvenenti candidate. Le ragazze si presentano assieme in un sito web del partito, al quale ovviamente vi rimando.

Domani in Polonia si vota per rinnovare Sejm (parlamento) e governo. Terzo round del derby di destra fra Piattaforma civica, il partito conservatore liberale del premier uscente Donald Tusk e Jaroslaw Kaczynski, il fratello gemello del presidente scomparso nell'incidente aereo di Smolensk e - a sua volta - ex capo del governo per due anni. Un reportage più approfondito verrà pubblicato fra un po' su Lettera43 e, come sempre, lo riproporrò qui su Walking Class.

venerdì, ottobre 07, 2011

A CACCIA DEL SOLE GRECO

È atterrato all'aeroporto di Atene uno dei politici tedeschi che la Grecia osserva con un atteggiamento misto di speranza e di preoccupazione. Il ministro dell'Economia Philipp Rösler è in visita ufficiale nel Paese sconvolto dalla crisi finanziaria e dalle proteste dei cittadini. È il membro del governo di Berlino che nei giorni passati si è più volte espresso sulla necessità che l'Unione Europea adotti i meccanismi per favorire un'insolvenza controllata della Grecia, suscitando l'orgogliosa indignazione degli stremati abitanti dell'Ellade. Ma porta con sé una folta delegazione di imprenditori, pronti a stringere accordi e fare affari e forse a rimettere in moto gli ingranaggi dell'economia reale [... continua su Lettera43].

mercoledì, ottobre 05, 2011

MORIREMO DEMOCRISTIANI

A Berlino sono falliti i colloqui tra Spd e Verdi per il nuovo governo del Land. L'auto a doppia trazione è sbandata sul rettilineo dell'autostrada A100, il prolungamento che i socialdemocratici considerano irrinunciabile per lo sviluppo della capitale e i Verdi invece no. Ora Klaus Wowereit aprirà il tavolo delle trattative con la Cdu, che quei chilometri di autostrada cittadina li vuole. Se si accorderanno, Berlino tornerà dopo 10 anni a un governo di Große Koalition. Sic transit gloria Grünen.

DEXIA, ARISTERA

Sembrano indicazioni stradali in greco, e invece si tratta della banca franco-belga Dexia, in apnea perché intasata di bond ateniesi. Aveva passato poco tempo fa con successo lo stress-test europeo. Ora è sull'orlo del baratro: è rimasto lo stress, senza test.

martedì, ottobre 04, 2011

NUOVA VESTE PER LA FAZ

La versione online della Frankfurter Allgemeine Zeitung si veste di nuovo. E un po' di antico, riprendendo anche sul web la testata originale della versione cartacea.

lunedì, ottobre 03, 2011

NUOVI LÄNDER, LA SFIDA È SUI SALARI



Germania riunificata, ventunesimo anno. La festa nazionale, fissata nel giorno in cui il Paese tornò ufficialmente unito il 3 ottobre 1990, non fa segnare quest'anno un numero pieno. Così alle celebrazioni, che pure ci saranno, questa volta a Bonn in quella che fu la capitale della Germania Ovest, si sovrappongono le analisi e i bilanci sullo stato della riunificazione a oltre due decenni di distanza