martedì, marzo 21, 2006

Concilium "comprende" i kamikaze

Sul suo blog Settimo Cielo, Sandro Magister l'aveva già evidenziato qualche giorno fa. Ma siccome la cosa non mi sembra abbia avuto molta eco su Tocqueville, riprendiamo la questione. La questione è l'editoriale della rivista internazionale di teologia Concilium, numero di grazia 5-2005. Un numero interamente dedicato all'Islam con articoli di Hans Kung, del gesuita Thomas Michel, segretario per il dialogo interreligioso della Compagnia di Gesù, e di altri studiosi per la maggior parte olandesi, a cominciare dai curatori del quaderno, Erik Borgman e Pim Valkenberg. L'editoriale è scritto proprio da loro. E contiene affermazioni che Magister riporta passo per passo nel suo blog. Ne tiriamo fuori un paio:

"Paesi come l'Iraq o la Palestina non possono combattere una guerra convenzionale contro forze enormemente superiori. Ovunque, in simili contesti, i popoli sottomessi o oppressi ricorrono a forme non convenzionali di guerra - le bombe umane sono uno dei tipi di armi usate in questi casi - ed etichettare tutti questi popoli come terroristi è assolutamente privo di validità";

"Si può quindi guardare con comprensione ai kamikaze che hanno realizzato gli attacchi contro Israele e contro la coalizione delle nazioni occidentali in Iraq".

Se pensate che queste frasi siano state estrapolate da un contesto che rendeva l'argomentazione più articolata, non avete che da andare a leggere l'intero articolo qui. E pensare che razza di dialogo interreligioso sia possibile intavolare se gli interlocutori sono (da un lato e dall'altro) di questa pasta qua. Come segnalato nei commenti, ne aveva parlato anche Kattoliko Pensiero.