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giovedì, aprile 01, 2010

Mosca e Caucaso su East Side Report


La ripresa del terrorismo in Russia, i rapporti fra Mosca e le regioni caucasiche, le politiche di Putin, l'obra di al-Qaeda. Gli articoli di Stefano Grazioli su East Side Report. In alto la mappa del Caucaso (fonte: Frankfurter Allgemeine Zeitung).

mercoledì, agosto 20, 2008

Non solo Caucaso

Profughi georgiani in fuga dalla loro casa in fiamme (fonte: Der Spiegel).

Analisi e commenti dalla stampa e dai blog italiani e internazionali sulle conseguenze della guerra nel Caucaso, le ipotesi di una nuova guerra fredda, le conseguenze sullo scenario europeo, le relazioni fra le parti in causa.

Le paure di uno Zar
di Sergio Romano, Corriere della Sera

Die Als-ob-Strategen
di Christoph Bertram, Die Zeit

Osteuropa wird aufgerüstet
Redazionale, Die Zeit

Polen riskiert scharfe Konfrontation mit Russland
di Jan Puhl, Der Spiegel

Myth of the new cold war
di Stephen Kotkin, Prospect

Solving the Crisis in the Caucasus
Tavola rotonda, Council on Foreign Relations

Europe's Eastern Promise
di Ronald D. Asmus, Foreign Policy

Il Putin bifronte
di Alberto Ronchey, Corriere della Sera

Kampfansage der Kalten Krieger
di Hans-Jürgen Schlamp, Der Spiegel

In Russia-Georgia Conflict, Balkan Shadows
di Robert McMahon, Council on Foreign Relations

Chi vince, chi perde
di Stefano Grazioli, Poganka

Russia’s Coercive Diplomacy
di Dmitri Trenin, Canergie Moscow Center

Abkhazia, l'altro fronte caldo del Caucaso
di Carlo Benedetti, Altrenotizie

Wagging the dog
di Vladimir Frolov, Russia Profile

lunedì, agosto 18, 2008

domenica, agosto 17, 2008

Caucaso, i costi della guerra

Nella foto, quel che rimane di una via di Tskhinvali, il capoluogo dell'Ossezia del sud, attaccato dalle truppe georgiane l'8 agosto scorso. Qui l'articolo di Piero Sinatti sui costi materiali della guerra. E (via Poganka) il reportage della prima rete pubblica televisiva tedesca ARD dal teatro di guerra firmato dall'inviato Stephan Stuchlik.

venerdì, agosto 15, 2008

Il grande gioco caucasico

Le pipelines previste nella regione. Fonte Frankfurter Allgemeine. Sul tema una preoccupata (dal punto di vista degli interessi britannici) analisi dell'Economist. Clicca sulla cartina per ingrandirla.

La guerra nel Caucaso, rassegna stampa

Ossetian Refugees: Why Don't You in the West Understand Us?
di Tomasz Bielecki, Gazeta Wyborcza

"Entweder Feinde oder Vasallen"
intervista con Hans-Ulrich Klose, Süddeutsche Zeitung

Usa e Russia di nuovo nemici, ecco la nuova guerra fredda
di Marcello Foa, il Giornale

Georgia, ora si gioca con la roulette russa
Carlo Benedetti, Altrenotizie

"Gefahr eines neuen Kalten Krieges"
intervista con Eduard Schevardnaze, Süddeutsche Zeitung

I rischi dell’assolutismo etico
di Pierluigi Battista, Corriere della Sera

Russia resurgent
Editoriale, The Economist

Gorbachev: Georgia started conflict in S. Ossetia
intervista a Mikhail Gorbaciov, CNN

A Friend in Need
Andrew Bennett e Leah Kohlenberg , Transition Online

Die Opfer des Einmarsches
di Berthold Kohler, Frankfurter Allgemeine

Deal cools Polish-Russian relations
di Adam Easton, BBC

Ungodly Silence
Dmitry Babich, Russia Profile

Russians losing propaganda war
di Paul Reynolds, BBC

Presidential Secretariat gives answer to Moscow
Redazionale, Unian

The Asian Card in Ukrainian History
Dmitry Shlapentokh, The Budapest Times

Caucaso, l'acqua della Senna verso il mulino russo
di Giovanni Cecini, Altrenotizie

Il puzzle impossibile del Pianeta Caucaso

Calmucchi, adighi, abchazi, daghestani, circassi, sapsughi, calcari, nogai, osseti, russi, eccetera eccetera. Non basterebbe lo spazio di questo articolo per enumerare e descrivere le tante etnie che abitano le montagne del Caucaso, quella striscia di terra conficcata ad oriente del nostro continente, tra Mar Nero e Mar Caspio, tra la pianura del Don e l’altopiano anatolico, laddove l’Europa si stempera nella grande avventura asiatica. E’ il Pianeta Caucaso, un mondo a parte, formato da asprezze geografiche, dolcezze naturalistiche, complessità sociali. E da un decisivo ruolo geopolitico e geoeconomico, al centro del passaggio di importanti vie di comunicazione energetica e di progetti ulteriori che attendono da tempo la stabilizzazione politica della regione per essere realizzati.

Pianeta Caucaso è il titolo di questo numero monografico. Lo abbiamo preso in prestito da un giornalista passato alla diplomazia, il polacco Wojciech Gorecki, che su queste terre affascinanti e maledette ha scritto uno straordinario reportage, pubblicato in Italia da Bruno Mondadori e ampiamente recensito nella rubrica dei libri. Gorecki, a testimonianza di quanto di buono può arrivare alla cultura europea dalla fame di conoscenza di uomini dei nuovi paesi dell’Est, ha speso anni e chilometri fra le montagne caucasiche, incontrando persone, facendo domande, cercando risposte. Ha viaggiato da Astrachan a Machackala, dalla martoriata Grozny a Tbilisi, da Suchumi (l’antica Sebastopolis) a Stavropol. Ha percorso strade sterrate, tornanti a strapiombo, gallerie che sembravano senza uscita, sopravvivendo agli agguati di una criminalità sempre più aggressiva e alla giuida di conducenti d’autobus spericolati. Ma soprattutto ci ha riportato il Caucaso, il Pianeta Caucaso, fuori dalle nebbie confuse delle guerre intestine, delle macerie fumanti e delle ribellioni soffocate.

Quando la routine delle notizie che giungono da una zona spengono la voglia di conoscere, di sapere, ecco che diventa importante un viaggio come quello, per restituire volti e nomi a uomini che, nonostante tutto, in quelle zone continuano a vivere. E’ il motivo per cui Emporion ha deciso di stringere il focus su queste montagne, di diradare la cortina del silenzio che ha avvolto queste regioni, le sue guerre, le sue speranze da quando la cronaca è divenuta un’interminabile collana di orrori. Il Pianeta Caucaso potrebbe apparire una periferia del mondo, schiacciata com’è ai confini d’Europa e d’Asia, e invece è il centro di una partita decisiva, in cui gli interessi economici ed energetici quasi sono marginali rispetto alla lotta fra islamismo moderato e integralismo wahabbita, alla scommessa di una Russia democratica e non imperialista, ai destini di una Turchia europea. Tra queste montagne e queste gole si giocano le sfide d’inizio secolo. Com’è quella di un Caucaso che recuperi la sua antica tradizione di laboriosità e tranquillità così tipica di quelle realtà meridionali. Dopo anni di guerre civili, continuare a immaginare un futuro balcanico per il Caucaso vorrebbe dire non assorbire un focolaio di violenza, criminalità e orrori che non tarderebbe a coinvolgere anche noi che tanto lontani non siamo.

Un autore della metà del diciannovesimo secolo, Michal Butowd Andrzejkowicz, ironizzava così: “Se chi viaggia nel nostro Caucaso dalle cento lingue si accende la pipa, prima di averla finita ha già attraversato molti paesi”. Nel tempo che intercorre tra la prima e l’ultima boccata di pipa si possono aver attraversare dialetti, facce, abitudini, sistemi politici, religioni, cucine così diverse da rendere quasi improponibile l’idea di un’entità caucasica comune. E difatti ogni etnia ha una sua propria idea della libertà, della democrazia, dei torti subiti dall’etnia vicina, delle vendette da operare. Si chiama Caucaso ma sembrano i Balcani, regione divisa tra la sua parte settentrionale rinchiusa nella Federazione russa e quella meridionale – la Transcaucasia – frastagliata nelle nuove repubbliche nate dallo sgretolamento dell’impero sovietico.

Sgretolamento che ha partorito una miriade di piccoli nazionalismi che lungi dal ricomporre un tessuto di libertà ha scatenato l’odio di tutti contro tutti. Gorecki ci descrive la situazione con poche frasi quando parla della Georgia e dell’Ossezia: “Le due etnie non si odiavano, tanto è vero che si verificavano frequenti casi di matrimoni misti e di villaggi georgiano-osseti. Poi, di colpo, gli uni e gli altri persero la testa, sospettando congiure ordite dalla parte avversa e intrighi dietro le quinte. Da un giorno all’altro il vicino, il collega di lavoro e il compagno di studi divennero nemici da combattere”. Parla di Tbilisi e sembra Sarajevo.

Ma la follia di questo puzzle incomponibile è che, anno dopo anno, diventa più difficile riannodare le fila, anche perché all’impazzimento di tutti contro tutti si sommano le mire egemoniche delle potenze vicine come Russia e Turchia, e di quelle lontane come gli Stati Uniti e i paesi dell'Unione Europea, che dispiegano su questo scacchiere il loro piccolo grande gioco. Appare sempre più una cartolina ingiallita l’immagine della Sebastopoli del secondo secolo quando nel suo porto sul Mar Nero attraccavano navi commerciali da tutti i punti del mondo conosciuto e sulle banchine lavoravano interpreti in venticinque lingue. Un tempo la complessità era la ricchezza del Caucaso, oggi la sua debolezza.

(pubblicato nel gennaio 2004 sulla rivista Emporion)

giovedì, agosto 14, 2008

Guerra nel Caucaso: la mappa

Fonte: Stratfor. Clicca sulla mappa per ingrandirla.

Guerra nel Caucaso, le analisi

Continuiamo la pubblicazione dei links agli articoli e commenti raccolti su stampa internazionale e blog che ci paiono più rilevanti per comprendere le vicende legate alla guerra nel Caucaso. Si tratta di opinioni a volte anche completamente divergenti, in modo che sia il lettore di questo blog a formarsi una sua opinione. Su un punto convergono però tutte le analisi di questi giorni: la guerra nel Caucaso rappresenta un punto di svolta nella politica internazionale, forse addirittura paragonabile agli avvenimenti del 1989 nell'Europa centro-orientale. La faglia interessata è sempre quella euro-asiatica. Gli eventi di oggi rappresentano un'onda di ritorno di quel sommovimento, anche se gli addendi sono cambiati e leggere la somma con le formule algebriche della guerra fredda può risultare improprio, quando non controproducente.

La lezione di Putin alla Casa Bianca
di Lucio Caracciolo, la Repubblica

Vladimir Putin's mastery checkmates the West
di Michael Binyon, The Times
(traduzione italiana su Mirumir)

Saakachvili a mis en péril les rêves d'Occident des Géorgiens
di Laure Mandeville, Le Figaro

Die russische Revolte
di Gerhard Spörl, Der Spiegel

Tra retorica e realtà
di Stefano Grazioli, Poganka

Estonia's President Says Georgia Crisis Has Changed Everything
intervista a Toomas Hendrik, RFE/RL

Pushing Russia’s Buttons
di Michael Hirsh, Newsweek

Tempo di bilanci
di Franco Venturini, Corriere della Sera

La solita America, per fortuna
Redazionale, Il Foglio

Schatten auf Russland
intervista con Eduard Schevardnaze, Rheinischer Merkur

Politik im Südkaukasus
di Uwe Halbach, Stiftung Wissenschaft und Politik (SWP)

Europe Split up over Georgia
di Gennady Sysoyev, Kommersant

Russia May Focus on Pro-U.S. Ukraine After Georgia
di Henri Meyer, Bloomberg (via Unian)

mercoledì, agosto 13, 2008

Guerra nel Caucaso: piccola rassegna stampa

The Russo-Georgian War and the Balance of Power
di George Friedman, Stratfor

La stampa russa: vittoria militare, sconfitta mediatica
di Vladimir Sapozhnikov, Il Sole 24 Ore

Il conflitto colpisce anche Washington
di Piero Sinatti, Il Sole 24 Ore

Un colpo all'economia russa
di Vladimir Sapozhnikov, Il Sole 24 Ore

Dietro l'Ossezia lo scontro tra Usa e Russia
di Carlo Benedetti, Altrenotizie

Emergenza Maldive
di Massimo Gramellini, La Stampa

Ma stavolta l'Europa c'è
di Sergio Romano, Corriere della Sera

Beyond the Ceasefire
di Oksana Antonenko, Russia Profile

Die Kapitulation der Vermittler
di Stefan Kornelius, Süddeutsche Zeitung

Es war ein Fehler, in Südossetien einzufallen
intervista con Eduard Schevardnaze, Bild

Plucky little Georgia? No, the cold war reading won't wash
di Mark Almond, The Guardian

Georgia-Russia Clash: A 'Bump' or 'Fork' in Road?
di Stephen Sestanovich, Council on Foreign Relations

Russia had no choice
di Mikhail Gorbaciov, The Guardian

Russland lässt Georgien seine Stärke spüren
di Matthias Gebauer, Der Spiegel

martedì, agosto 12, 2008

Media War

Russia Profile racconta il lato mediatico (un poco imbarazzante per la stampa occidentale) della guerra nel Caucaso. Ma anche i rischi che corre il potere russo ad abusare dell'attuale consenso interno. Per il resto, come sempre, Stefano Grazioli su Poganka e l'analisi di Marcello Foa sul Giornale.

domenica, agosto 10, 2008

La guerra del Caucaso

Notizie, aggiornamenti, analisi e rassegne stampa su Poganka, il blog di Stefano Grazioli.

martedì, novembre 06, 2007